04/01/10

LOS ROQUES: MISTERO ANCORA SENZA RISPOSTA


Oggi 4 gennaio cade inaccettabile, il triste anniversario dell'incidente avvenuto nel 2008 a Los Roques, località turistica in Venezuela, dove scomparvero insieme al bimotore sul quale stavano viaggiando, 14 passeggeri di cui 8 cittadini italiani. Non si capisce come al giorno d'oggi sia ancora possibile che un aereo e il suo contenuto scompaiano senza lasciare la benchè minima traccia, ma per chi non lo sapesse i misteri di questa tragedia sono numerosi e grotteschi, attorniati da elementi talmente assurdi ed inquietanti da rendere la questione un insensato intrico insolvibile. Da anni i familiari delle vittime si battono per trovare la verità, e sostenere le ricerche costa fatica e soldi, nonchè tanto coraggio per mantenere un barlume di speranza tenendo viva l'attenzione sul caso. Subito dopo la scomparsa sembra il classico incidente aereo: compagnia aerea di rottami volanti, scarso ausilio di tecnologie appropriate. Ma il comandante ha lanciato il May Day ad una ventina di miglia dalla costa, si conosce il luogo preciso dove avrebbe dovuto ammarare, e ci sono diversi altri mezzi dislocati in zona che iniziano subito le ricerche, sia dall'aria che dall'oceano. Niente, neanche un indizio utile per indirizzare i soccorsi. Poi con il conseguente coinvolgimento delle istituzioni locali ed italiane e una caccia al relitto approfondita, inizia a delinearsi il mistero. Dapprima sembra idividuarsi la chiazza di cherosene in acqua, poi si ipotizza che la carlinga giaccia sul fondale, ma i relitti trovati non possono appartenere al Transaven, bimotore ad elica YV2081, marca LET-410 UVP-E. Effettivamente non è il primo aereo ad inabissarsi in quella zona. Intanto gli investigatori riescono a raccogliere le informazioni più scottanti che le autorità venezuelane in vano tentavano di celare e vengono a galla tutte le contraddizioni del caso. Il primo dato incredibile è che non si sia mai identificato neanche il più piccolo resto dell'aereo o qualsiasi oggetto galleggiabile riconducibile al disastro, cosa davvero inusuale per un impatto in acqua. Ma c'è molto di più. Innanzitutto non vi è certezza sul numero esatto dei passeggeri che va da 14 (compreso il pilota) a 18, il chè lascerebbe aperta la porta ad ipotesi terribili come l'eventuale dirottamento del velivolo da parte di non meglio identificati narcotrafficanti, opzione tra l'altro non così astrusa. Stranamente solo 10 giorni dopo viene ripescato il solo cadavere del copilota con relativo salvagente semigonfiato, ritrovamento che potrebbe voler dire che in qualche modo l'aereo ha ammarato in acqua, e l'uomo è riuscito ad uscire dal relitto, mentre invece gli altri passeggeri, bloccati dalla cintura di sicurezza, sarebbero sprofondati orribilmente sul fondo del mare senza riuscire a liberarsi, perchè come già detto non c'è nessun altro rinvenimento. Oppure, essendo il copilota l'unico a non doversi legare con le cinture per mostrare ai passeggeri le istruzioni da seguire durante le manovre per l'ammaraggio, una volta affondato l'aereo, sia poi fuoriuscito dal velivolo schiantato dalla pressione, affiorando in un secondo momento. Dato incomprensibile però resta il fatto che non viene trovata acqua nei suoi polmoni. Ma non solo: è assolutamente sospetta l'identità di tale cadavere, poichè nella relazione dell' Anatomopatologo Dr. Cipolloni si sostiene che non vi siano le tipiche lesioni da impatto, e che la salma, nonostante sia irriconoscibile, risulta "fresca", non certo come dovrebbe essere dopo 10 giorni di deriva nell'oceano. Inoltre il metodo d'identificazione effettuata dalle autorità venezuelane si basa su una protesi dentale assente, i cui preposti alveoli gengivali risulterebbero inadatti a ricevere lo stesso, e su un orologio per nulla ossidato dalla lunga permanenza in acqua salata, tra l'altro fermo a due ore prima dell'ora della scomparsa dell'aereo. Le ipotesi derivanti da questo unico elemento ritrovato nelle acque antistanti Los Roques porterebbero dunque a diversi scenari, ma vista l'evidente approssimazione colposa in merito alle indagini delle autorità locali, sembrerebbe da escludersi il semplice incidente aereo, ma al contrario l'imbarazzante e goffo tentativo di depistaggio ipotizzato a carico dei venezuelani, porterebbe a pensare più ad un dirottamento. Certo è che per il buon nome dell'apparato turistico della zona, prima si conclude l'affare, prima si può dimenticare l'accaduto e far ripartire il carrozzone turistico, in zone in cui sopravvivere coincide con il ripristinare l'afflusso di dollari ed euro dei vacanzieri stranieri. Per questo la frettolosità dimostrata dalle autorità locali nel voler dare un senso compiuto alla sciagura, potrebbe semplicemente significare la volontà di dimenticare e ripartire. Certamente comprensibile, ma davvero esecrabile. Non si possono dimenticare Paolo, Bruna, Emma, Sofia, Stefano, Fabiola, Annalisa e Rita, come se fosse stato una tragica fatalità irripetibile, perchè potrebbe succedere di nuovo, è già successo, 10 anni prima a Mario Parolo e Teresa de Bellis, e conoscere il destino di queste persone significa dare pace a tutte le moltissime altre che da anni piangono, sperano e disperano nell' insopportabile attesa di notizie dei propri cari. Comunque i parenti delle vittime tengono duro, e recentemente sono riusciti a strappare alle istituzioni di entrambi i paesi, la promessa di iniziare finalmente una nuova ed approfondita ricerca sottomarina del relitto. Ce n'è voluto, soprattutto per colpa delle mille parole tradite, degli infiniti ritardi e dell'incomprensibile disinteresse generale venezuelano, che poi d'altra parte si è scoperto aver secretato alcuni dei risultati dell'indagine interna, come nella più classica e proverbiale ambiguità da dittatura sudamericana, lasciando pertanto immaginare di essere in possesso di qualche indizio inconfessabile. Cosa mai avranno da nascondere se, come dicono, è stato un banale incidente aereo? Certo è che più passa il tempo e più le speranze diminuiscono, ma cosa dovrebbero pensare gli amici e i parenti di Fabiola, il cui cellulare ha squillato libero 24 ore circa dopo l'incidente, ( e non solo il suo) quando avrebbe dovuto essere muto, sepolto in fondo all'oceano? Cosa devono augurarsi tutti quelli che ancora aspettano una misera briciola di verità, per mettersi finalmente l'anima in pace? Davvero le autorità hanno fatto tutto il possibile per trovare l'aereo e i suoi passeggeri? Cosa potrebbero aver nascosto per far tornare le acque calme e riprendere a spennare i turisti, o evitare di scoperchiare il pentolone con un'altro incidente politico-internazionale riguardante la discutibile gestione della guerra al narcotraffico venezuelana? Come già scritto su queste pagine, capita che al mondo gi aerei scompaiano misteriosamente e le vittime non possano godere mai di pace e giustizia. Potrebbe succedere di nuovo, è già successo, e niente e nessuno lo potrà evitare, ma la memoria e la speranza è tutto ciò che abbiamo, poichè dimenticare vorrebe dire rassegnarsi, non pretendere la verità significa diventarne complici.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho appreso dai giornali del ritrovamento prima del velivolo del 2008,e poi del ritrovamento di quello in cui viaggiava Missoni.Il mio pensiero è quello che la vicenda si chiuda al più presto per molti motivi che non stò quì ad elencare poichè sono ovvi a tutti noi.Stiamo assistendo nuovamente ad un insabbiamento di quello che è accaduto veramente.Telefoni che squillano il giorno dopo,i borsoni ritrovati aperti e vuoti,nessun pezzo di aereo in mare dopo l'impatto.Vogliono far credere a tutti che sono due casualità.Vogliamo il DNA dei corpi.BASTA con le bugie!!!

Toni ha detto...

Ho appreso dai giornali del ritrovamento prima del velivolo del 2008,e poi del ritrovamento di quello in cui viaggiava Missoni.Il mio pensiero è quello che la vicenda si chiuda al più presto per molti motivi che non stò quì ad elencare poichè sono ovvi a tutti noi.Stiamo assistendo nuovamente ad un insabbiamento di quello che è accaduto veramente.Telefoni che squillano il giorno dopo,i borsoni ritrovati aperti e vuoti,nessun pezzo di aereo in mare dopo l'impatto.Vogliono far credere a tutti che sono due casualità.Vogliamo il DNA dei corpi.BASTA con le bugie!!!