30/09/10

ASTRONAVI MADRE DA PLUTONE?



Chi di voi ha letto questa notizia ed ha un minimo di esperienza nelle cose ufologiche, già avrà intuito il sapore bufalino del caso, anche (e soprattutto) se riportato con sensazione in diversi siti specializzati. Quelli invece che ancora si pongono dei dubbi sulla questione prendano atto di questo: le macchie che si vedono in queste foto tratte da Sky-Map sono aberrazioni grafiche, senza praticamente alcun margine di errore.
Purtroppo capisco che è davvero poco suggestiva come spiegazione, ma non sono un debunker e non ho interesse a negare il fenomeno ufo, anzi chi mi conosce sa quanto ci credo e quanto mi batto per una presa di coscienza collettiva del fenomeno, ma le affermazioni di questo tipo, come già era successo poco tempo fa con le immagini del SOHO e le presunte astronavi madre davanti al Sole, son un insulto all'intelligenza delle persone, e talvolta vili speculazioni veicolate in maniera appositamente scorretta.
Infatti se provaste voi stessi ad usare Sky-Map vedreste che la zona in questione è piena di questi "image artifacts", tanto che se ogni quadratino strano corrispondesse a reali corpi solidi volanti, ci sarebbero flotte intere di centinaia di mezzi in rotta verso l'interno del Sistema Solare, cosa che certamente prima o poi non sfuggirebbe neanche al più dilettante e filocomplottista degli astrofili. Il programma in questione assembla le diverse "fette" di Universo fotografate da diversi telescopi in tutto il mondo e digitalizzandone le immagini costruisce un interpretazione virtuale della realtà cosmologica. Niente di più facile che piccoli errori nel calcolo o nella composizione del mosaico, oppure zone temporaneamente non coperte dal servizio, creino questi classici buchi nelle immagini, dovuti soprattutto alla comprensibile approssimazione dello stato attuale di Sky-Map, il quale seppur utile ed affascinante, come quasi tutti i programmi di questo genere può avere diversi "bachi di programma" che si riflettono in "immagini spurie", ovvero artefatti creati dal software, ben riconoscibili e arcinoti a tutti gli appassionati di questo servizio.
Quindi è altrettanto facile, sia per un fruitore non adeguatamente scaltro, sia per il solito furbone propinatore di bufale ufologiche, mal interpretare questi quadratini e gridare all'astronave chilometrica in giro per il nostro giardino cosmico.
Per ottenere una prova valida a sostegno del fatto che questi buchi non sono astronavi, basterebbe controllare se col tempo esse dimostrassero di avere uno spostamento "intelligente". Se spuntano all'improvviso e rimangono immobili nel campo stellare, con enorme probabilità sono errori del software (oppure, con infinitesimale probabilità, per ridere dell'attualità, SPQR: Sono Pazzi Questi Rettiliani) .
In effetti le immagini dell'universo ottenute con le camere CCD (i sensori con cui abitualmente si riprende dal cosmo) presentano spesso simili artefatti (sia interni che esterni allo strumento di rilevazione). Il più delle volte si tratta appunto di errori del sistema, ma capita talvolta che quello che i soliti frettolosi strilloni potrebbero interpretare come astronavi galattiche, siano invece veri e propri fenomeni naturali. Sono diversi i fattori che possono trarre in inganno, come ad esempio i raggi cosmici che colpiscono il sensore con più frequenza (come quando il Sole è in forte attività): in questo caso si presentano in genere come tanti puntini, a volte anche addensati, ma non propriamente come quelli mostrati in queste ultime foto. Ovviamente la prima cosa che viene in mente nell'osservare un corpo in movimento nell spazio, è che possa trattarsi di un asteroide o di una cometa, non di Ashtar Sheran, ma escluse anche quest'ultime ipotesi non si potrebbe ancora gridare "all'astronave madre" con tanta facilità.
Un'altra causa ipotizzabile per quanto molto rara, potrebbe essere infatti rappresentata da “oggetti nebulari” (o “blobs”), ovvero composizioni astronomiche naturali. Questo fenomeno teorico però non è mai stato visto all’interno del Sistema Solare così come nello spazio interplanetario, e non è neppure previsto dalla teoria fisica, perlomeno in questa precisa fase evolutiva del nostro sistema solare, ma prima dell'impossibile...
Comunque l'unica variabile che potrebbe far pensare davvero ad una arca interstellare extraterrestre, oltre ai risultati all'infrarosso, sarebbe il moto e il comportamento tipico di un oggetto sotto controllo intelligente, ma a meno che gli occupanti della stessa non volessero prepararci al loro arrivo mostrandosi con tanta sfacciataggine, è molto più probabile che opterebbero per dei modi più discreti, magari negandosi alla nostra vista in modo di non farsi intercettare con tanta facilità. Infatti nel caso in cui una mega astronave aliena si dirigesse davvero verso di noi, secondo gli esperti sarebbe davvero improbabile poterla vedere a queste distanze, se non forse tramite i telescopi all'infrarosso.
La realtà della questione ufo, specialmente se legata ad un'ipotesi extraterrestre, è comunque così misteriosa e poco prevedibile che in effetti il contatto potrebbe accadere nei modi più impensabili, secondo logiche così aliene rispetto al nostro modo di pensare, da poter sorprenderci totalmente sia in un senso che nell'altro, ovvero sia per ingenuità che per diffidenza.
E' certamente possibile seppur improbabile, che un giorno i nostri telescopi avvistino un'arca interstellare nel nostro spicchio di universo, ma certamente non apparirà come un quadratino fisso su SkyMap. A rigor di logica se invece essi sono già qui e imperversano nei nostri cieli, hanno dimostrato chiaramente di poter rendersi sfuggenti ed invisibili; se invece devono ancora arrivare, in teoria dovremmo avere i mezzi per individuarli prima in altri modi.
La questione comunque è un altra: non fidatevi di quelli che vi porgono una fasulla bestialità senza nessun supporto logico scientifico; capisco che delle istituzioni e delle lobby ci sia poco di cui fidarsi, e che è facile prevedere che nel caso potrebbero nasconderci la verità, ma per avere certezze ci vuole molto di più che un puntino su una schermata di realtà virtuale. Fino a quando potranno prenderci per fessi, ci tratteranno da fessi, sta a noi smettere di poterglielo permettere, grazie alla logica e alla conoscenza. Alla fine due parole sole: Informatevi correttamente!

I MEN IN RED E GLI ASTRONAUTI AUTONOMI



Dal sito del CENSUR: http://www.cesnur.org/default.htm

Il panorama descritto in questo capitolo (movimenti, sette e religioni collegate all'ufologia. ndr) non sarebbe completo senza un accenno all’Associazione Astronauti Autonomi (oggi non più attiva) e ai Men in Red. Rigorosamente materialisti, entrambi potrebbero risentirsi per essere menzionati in un’enciclopedia dedicata alle esperienze, lato sensu, “religiose”: ma, avendo mostrato di essere anche dotati di un notevole senso dell’umorismo, potrebbero anche prendere la cosa con filosofia e comprendere le ragioni del nostro cenno.
L’Associazione Astronauti Autonomi (AAA) è esistita quale esperimento post-situazionista, tramite una rete di gruppi di intellettuali e artisti legati al mondo del Web e provenienti da varie nazioni, impegnato a studiare lo Spazio in quanto nuova frontiera di suggestioni per la cultura antagonista. Fondata il 23 aprile 1995 in Inghilterra e in seguito articolatasi in quaranta gruppi in diversi Paesi (Austria, Danimarca, Francia, Olanda, Svezia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Italia) non nasce in ambiente ufologico, ma aveva una componente apocalittica, in quanto riteneva che “i giorni che rimangono al mondo come lo conosciamo siano attualmente contati”, e l’unica salvezza consistesse nel costruire astronavi e abbandonare il Pianeta Terra. Questo esito è impedito dal capitalismo internazionale, che controlla e monopolizza l’astronautica; tuttavia, i costi delle tecnologie avanzate tendono a scendere e questo rende concretamente possibile spezzare il monopolio e costruire in proprio astronavi in modo autonomo e autogestito.
Lo spazio è poi presentato – non senza toni volutamente auto-ironici, ma assicurando sempre che l’astronautica autonoma è “una cosa seria e reale” – come un luogo del tutto libero, dove saranno possibili – come assicurava il sito Internet dell’associazione, anch’esso non più attivo – “sesso in gravità zero (molto più piacevole di quello sulla Terra), rave parties nello spazio (dove non arrivano gli sbirri), studi di registrazione in orbita (ottima acustica), video nello spazio (non necessariamente video spaziali!), e partite di calcio a tre porte”, queste ultime per sviluppare “una capacità essenziale all’astronauta spaziale: ovviamente, quella di muoversi in più direzioni contemporaneamente”. In fondo – secondo lo slogan dell’associazione – “solo coloro che tentano l’impossibile realizzeranno l’assurdo”, anche se al termine del “piano quinquennale” 1995-2000 che avrebbe dovuto portare al lancio delle prime astronavi autonome, l’AAA ha cessato le proprie attività, che in Italia erano dirette dall’artista Riccardo Balli, nato nel 1972.
L’esperienza del collettivo politico Men in Red (“Uomini in rosso”, contrapposti ai men in black dell’immaginario ufologico, in sigla MIR – che è anche il nome, dalla parola russa per “pace”, della stazione spaziale sovietica lanciata nel 1986, e l’acronimo del Movimiento de Izquierda Revolucionaria cileno), nato a Roma nel 1991 in collegamento con l’ambiente dei Centri Sociali, si situa invece decisamente sul terreno dell’ufologia, ma di una ufologia “radicale” e militante. Il punto di partenza del collettivo è costituito dalle teorie dell’ufologo marxista argentino Dante Minazzoli (a sua volta guerrigliero rivoluzionario, rifugiatosi poi in Francia) sull’esistenza di alieni pacifici (che provengono da una società senza classi spaziale e che rispettano però la “Legge Cosmica” secondo cui civiltà evolute non devono interferire negli affari interni di civiltà inferiori come la nostra) e insieme di altri alieni aggressivi, che pure visitano occasionalmente la Terra. I MIR condividono gran parte dell’analisi di Minazzoli, ma – a differenza dell’ufologo argentino – negano le visite alla Terra di alieni “aggressivi” ritenendo che di una tecnologia veramente avanzata possano disporre solo società pacifiche e senza classi (la tecnologia terrestre attuale è falsamente presentata come avanzata anche attraverso la diffusione su scala planetaria di notizie inventate, come sarebbe stata quella dello sbarco di uomini sulla Luna, in realtà un gigantesco “montaggio” della disinformazione capitalista). I resoconti su alieni “ostili” sono poi sospetti e in gran parte riconducibili al potere dominante.
L’ipotesi alternativa dei MIR è che – accanto all’Alien Nation maggioritaria che rispetta la “Legge Cosmica” di Minazzoli (che i MIR chiamano, con Star Trek, “Prima Direttiva”) – sia presente fra gli extraterrestri anche un movimento Alien Dissident che simpatizza con i terrestri e vuole aiutarli a uscire dal presente stato di barbarie capitalista in modo che possano entrare nella Confederazione Intergalattica. La maggioranza dei contattisti (anche se Adamski è rivalutato) secondo i MIR non è credibile, pure se ha il merito di rompere gli schemi dell’ufologia “ufficiale”, che cerca di monopolizzare il terreno ufologico, rivendicando il diritto a un rapporto “autogestito” con gli alieni. Il “contattismo autonomo” che i MIR propongono ha lo scopo di entrare in relazione con il movimento Alien Dissident, non attendendo tuttavia fatalisticamente la salvezza dai “compagni dello spazio”, ma nel frattempo operando per costruire le condizioni di una manifestazione pubblica degli extraterrestri, legate a una liberazione dalla barbarie del capitalismo. I MIR sono usciti allo scoperto in occasione del VI Simposio mondiale di Ufologia tenuto a San Marino il 4 aprile 1998, “occupando” il palco con uno striscione “UFO al popolo” e inserendosi nella dialettica fra CUN (Centro Ufologico Nazionale) e CISU (Centro Italiano di Studi Ufologici), criticando entrambi.
In seguito a Roma compaiono adesivi con gli slogan “Contro il capitale ufologia radicale” e “Ufologi borghesi avete solo pochi mesi”. Successivamente i MIR sono entrati in polemica anche con l’AAA – che ha risposto per le rime – e i due gruppi si sono accusati a vicenda di “millenarismo” e di fuga dalla realtà terrestre da cambiare in direzione di scenari spaziali più o meno improbabili. Anche questo dibattito, per quanto acceso, contribuisce alla crescita di un movimento che ha una sua consistenza e visibilità nell’ambiente dei Centri Sociali e della sinistra “alternativa” e che mostra come, dopo la caduta del comunismo sovietico, non manchi chi crede che un comunismo vittorioso e duraturo si sia invece affermato, se non sulla Terra, nei lontani domini della Confederazione Intergalattica. I membri del collettivo politico Men in Red, pur mantenendo attiva una casella e-mail, sembrano essere entrati negli ultimi anni in una fase che in altri contesti potrebbe essere definita come una “messa in sonno” dell’organizzazione, che non esclude futuri “risvegli” o nuove iniziative, magari – com’è nello stile del gruppo – “a sorpresa”.

Dagli Astronauti Autonomi ai Men In Red

28/09/10

CONFERENZA UFO E ARMI NUCLEARI DEL 27/9/2010

Tutti quelli che ingenuamente si aspettavano chissà quale novità saranno rimasti delusi, anche se come al solito la gran cassa di risonanza italiana e non, tramite i soliti strilloni del web ha caricato di significato una conferenza stampa che di per sè non prevedeva nessuna rivelazione particolare. Infatti un po' per sponsorizzare i soliti libri e un po' per continuare con la tabella del "Disclosure Project", questa press conference è stata organizzata per la puntualizzazione di alcuni avvenimenti già noti ma particolarmente intriganti, che legano gli ufo e le armi nucleari. Infatti non sono poche le testimonianze, alcune davvero imbarazzanti per l'esercito statunitense, in cui ex militari pluridecorati dichiarano di aver osservato o addirittura ripreso degli oggetti volanti non identificati, stazionare all'interno del perimetro di basi nucleari alleate. In alcuni casi come nel famosissimo episodio dell' Air Force Base di Malstorm, a detta di R. Salas un ufo triangolare venne ripreso da una videocamera manovrata dello stesso Capitano ora in pensione, nel distruggere un missile nucleare con un "raggio laser". In altri casi le testate vennero disabilitate irrimediabilmente dall'intruso, mandando in confusione la base missilistica in questione, i cui tecnici si videro bloccare inspiegabilmente i codici di lancio. In quello altrettanto famoso di Bentwaters, in Inghilterra, un'astronave che il colonnello C. Halt non esitò a definire "non di questo mondo", atterrò nelle vicinanze dei silo nucleari anglo-americani. Quest'ultimo episodio è validato da numerosi testimoni, e nonostante l'insabbiamento che a suo tempo venne perpetrato, oggi grazie alla disclosure è noto a tutti i ricercatori, anche perchè è uno dei pochi casi a fornire delle evidenze fisiche collaterali, come un insolita radioattività rilevata il giorno dopo l'avvistamento e le tracce al suolo del misterioso velivolo rinvenute nel bosco.
Comunque oltre alla massmediaticizzazione di queste storie, e le disquisizioni relative ai rapporti ufo-difesa, nessuna prova ulteriore è stata esibita e nulla di nuovo è stato detto. L'unica cosa degna di nota sembra essere la strenua e pressante richiesta da parte del movimento per l'apertura, affinchè il governo ammetta il suo coinvolgimento nell'occultamento delle prove, e mostri come intende fronteggiare l'imbarazzante inadeguatezza strategica difensiva dimostrata da questi racconti di sicurissima credibilità.
Come al solito quindi, nessun evento epocale sembra scaturire da queste conferenze, ma in apparenza resta solo un ulteriore passo avanti nella presa di coscienza collettiva, affinchè le cose cambino ed aumenti la trasparenza. Cosa di cui in fondo potremmo anche accontentarci. Resta da vedere però il reale senso di queste mosse: questo evento è stato trasmesso in streaming dalla CNN, la più importante testata giornalistica televisiva americana, generalmente filogovernativa. Come possiamo essere certi che si tratti di genuina disclosure e non della solita mossa ambigua a fini disinformativi, scritta nell'agenda di chi degli ufo cerca di farne uno specchietto per allodole, ambiguo strumento utile ai propri loschi affari?
La verità cari miei, quella "vera" è sempre una cosa relativa e difficilmente comprensibile.

ACQUA: sul serio abbiamo bisogno del CICAP?

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ACQUA: sul serio abbiamo bisogno del CICAP?


Dal blog di Andrea Doria un bellissimo articolo sull'omeopatia e sul poco chiaro atteggiamento del CICAP, di fronte alla richiesta di uno scienziato disposto a sottoporsi all'esame per il famoso "milione di dollari" messo in palio.