29/01/09

IPOTESI DI UN COINVOLGIMENTO UFOLOGICO DI NATURA EXTRATERRESTRE RELATIVO ALL'AVVENIMENTO STORICO NOTO COME “L'INCIDENTE DI ROSWELL”

PREMESSE
In base a numerosi documenti ufficiali confidenziali, recentemente declassificati negli Stati Uniti grazie al F.O.I.A. tra cui:
a) Il testo noto come “Il memoriale Twining”.
b) Il memorandum dell FBI del 31 gennaio 1949, intitolato "Protezione delle installazioni vitali".
c) Il testo noto come “il Memorandum Chadwell “.
d) Il “Maxwell AFB Emeergency Report” del 1954
e alle conclusioni di alcuni rapporti scientifico-militari tra cui:
e) Il “Rapporto COMETA” (Les OVNIs et la Défense. À quoi doit-on se préparer?) redatto in Francia da un' élite scientifico militare del paese, per uso interno
si può asserire che:
1- Come parzialmente anche all'estero, negli USA nella decade in cui avvenne il fatto in questione ed in quella immediatamente successiva, diversi personaggi istituzionali di altissimo livello, ai vertici di settori appartenenti o contingenti alla Difesa e all'Intelligence, nonchè figure di spicco all'interno della gerarchia militare statunitense, dell'USArmy e dell'Aviazione in particolare, si interrogavano segretamente e vicendevolmente sulla natura degli ufo, in cerca di notizie al fine di meglio comprendere la loro provenienza e la portata della questione in termini strategici.
2- I vertici del comando col tempo venirono in possesso di numerosi dati provenienti da tutto il mondo, utili a descrivere le caratteristiche di questi ufo. Vi furono infatti frequenti casi di osservazione diretta e di incontri ravvicinati da parte di diversi rappresentanti delle istituzioni e tra i militari, con questi oggetti non identificati. Grazie ai rapporti, alle testimonianze e alle indagini, svoltesi talvolta avvalendosi dell'utilizzo di alcuni strumenti di rilevazione come gli infrarossi e la detezione radar oltre ad altre misurazioni scientifiche di vario tipo, fu possibile raccogliere una quantità di informazioni esaudiente per l'identificazione materiale di tali oggetti.
3- All'epoca dei fatti, questa privilegiata catena confidenziale di condivisione delle informazioni relative agli ufo, permetteva alle personalità coinvolte di essere presumibilmente gli unici, insieme ai loro corrispettivi del blocco sovietico, ad avere un idea corretta della portata del fenomeno e delle reali caratteristiche di tali oggetti volanti.
4- In base ai suddetti documenti resi pubblici e ai suddetti dati, coloro che erano al corrente della faccenda potendo visionare i risultati di codeste osservazioni, consideravano il fenomeno ufo come assolutamente reale.
5- Nelle conclusioni gli stessi asserivano che, nei casi autentici, si trattasse certamente di veri aeromobili meccanici sconosciuti e non di fenomeni naturali o immaginari, tantomeno di oggetti convenzionali erronemante interpretati. Gli elementi peculiari di tali oggetti li identificano al di là di ogni dubbio come artificiali. Infatti tra le varie caratteristiche, è stato osservato e concluso che essi avessero la capacità di movimento autonoma tipica di un controllo volontario e intelligente. Inoltre le potenzialità manifestate da questi velivoli indicavano sovente una manovrabilità e una gestione della velocità assai superiori a qualsivoglia mezzo aereo noto, dimostrando l'uso di una tecnologia più evoluta di quella in uso all'epoca, sulla cui origine e della cui natura però ci si continuava ad interrogare.
6- Convenendo che sia del tutto improbabile il fatto che le alte sfere delle istituzioni della Difesa americana non sapessero di progetti segreti interni grazie ai quali identificare tali oggetti come propri, ed inoltre non potendo trovare riscontri presso la comunità scientifica in merito alla possibilità materiale di eguagliare tale potenziale tecnologico (teroicamente neppure ai giorni nostri), in tutti questi rapporti si conclude che la natura di questi velivoli fosse da ascriversi:
A- Ad avvenieristici ed ignoti progetti sovietici (gli unici a quei tempi in grado di affiancare gli americani nello sviluppo tecnologico)
B- Ad altra origine, come forze allogene di probabile origine extraterrestre.
TESI
Dati questi elementi, convenendo che storicamente si è appurato con gran margine di certezza l'impossibilità tecnica che tali oggetti fossero da attribuirsi al risultato di improbabili progetti segreti di origine sovietica, e reputando non credibile che i vertici degli apparati più significativi della Difesa degli Stati Uniti non fossero al corrente di “Black Operations” riguardanti i “Dischi Volanti”, o che potessero confondere una tecnologia potenziale con una assai più avanzata, l'alternativa che logicamente e scientificamente acquista più valore e resta in piedi, è quella di matrice allogena, di probabile origine extraterrestre.
Per quanto non sia noto alcun elemento che dimostri l'esistenza della vita al di fuori del nostro pianeta, e tantomeno esistano prove dirette che certifichino la presenza di qualsivoglia forza allogena sulla Terra, i fatti rendono lecito assumere quest'ipotesi come la più calzante per giustificare i risultati delle osservazioni prese in esame: si conviene che possa suonare stravagante, vista l'assenza di conferme di tipo scientifico, ma proprio per gli elementi fortemente indiziari, i pareri di personalità esperte e l'assenza totale di evidenze contrarie, l'ipotesi extraterrestre per lo meno deve godere di pari dignità in una valutazione logica a fini investigativi, nella disamina dei fatti oggetto di studio. Unitamente si sottolinea che a suggerire questa conclusione più o meno velatamente, sono elementi provenienti da ambienti di indubbia autorevolezza, che oltre a poter vantare il massimo livello di credibilità e di conoscenza in generale, sono noti per la consapevolezza di tutti i risvolti potenziali del livello tecnologico raggiunto globalmente, garantendo in oltre la massima accuratezza in precisione e realismo.
Allora come oggi, a meno di considerare verosimili ipotesi di tipo cospirazionista, come un governo ombra all'interno delle istituzioni americane avente un ruolo preponderante rispetto al legittimo potere effettivo, le posizioni delle citate personalità coinvolte supportanti questa tesi sono considerabili le uniche in grado di emettere giudizi obiettivi, in merito ad un fenomeno così misterioso e poco studiato diversamente, come è la questione ufo. Soprattutto come in questo caso, allorquando esse si esprimono in maniera confidenziale e spontaneamente in memoriali o relazioni ad esclusivo uso interno. Mettere in dubbio le valutazioni delle sole persone in grado di ottenere informazioni approfondite altamente classificate e riservate sarebbe un non sense, oltre che una ingiustificabile presunzione poco realistica.
POSSIBILE COVER-UP?
Se ci possono essere pochi dubbi sulla credibilità di documentazioni classificate finalizzate all'informazione dei vertici delle istituzioni, è altresì evidente oltre che storicamente accertato, che nella condivisione pubblica della realtà dei fatti, soprattutto nel caso sussista il rischio concreto di forte destabilizzazione sociale, i governanti possono agire all'esterno con ben altro atteggiamento e spontaneità. Infatti è prevedibile che anche in quegli anni, se avessero dovuto affrontare una situazione potenzialmente esplosiva come il contatto improvviso con una civiltà extraterrestre, le istituzioni americane sarebbero dovute intervenire in maniera decisa ed inderogabile per occultare le prove e minimizzare gli avvenimenti: sia per prendersi il tempo necessario a gestire la cosa, sia perchè conscie dei possibili risvolti. E' evidente quanto fosse paventabile la possibilità che un evento epocale come il ritrovamento di un'astronave aliena, potesse rappresentare uno schok di proporzioni inaudite, dalle pericolosissime conseguenze:
A- a livello popolare, tanto da minare il mantenimento dell'ordine pubblico e il normale svolgersi delle dinamiche sociali ed economiche;
B- a livello strategico, tale da destabilizzare i delicati equilibri geopolitici di allora (non dimentichiamo che la seconda guerra mondiale era finita solo 2 anni prima e che si stava delineando la tensione di quella che sarebbe stata la futura “Guerra fredda”).
Di conseguenza presupponendo che a Roswell si sia schiantato davvero un aeromobile di origine extraterrestre, presumere che ancora oggi l'umanità sia vittima di un cover-up perdurante, utile a mascherare un evento che col passare del tempo risulta sempre meno confessabile, è cosa deltutto logica e assai probabile.
A ROSWELL E' CADUTA UN'ASTRONAVE EXTRATERRESTRE
Testimonianze:
Molto importanti, tra le varie testimonianze che sono state più volte riportate dai media nel corso degli anni, sono quelle ad esempio di:
A- Jesse Marcel Jr., che parlando di quel giorno in cui suo padre Jesse Marcel, uno dei principali protagonisti dell’ intera vicenda, rientrò con degli strani rottami, disse: “Mio padre è rientrato molto tardi quella sera; era molto eccitato e svegliò me e mia madre per dirci che avevano trovato dei pezzi di un UFO da quelle parti. Anzi, parti di un disco volante, come si usava dire allora… e lui voleva che io li vedessi, perchè erano qualcosa di molto particolare”. Poi Jesse Marcel “padre” fu concovato alla AFB di Forth Worth, in Texas, dove ebbe un lungo colloquio col Generale Ramey. Dopodichè lo stesso Marcel Senior durante la famosa conferenza stampa indetta dall'esercito, fu incaricato di mostrare ai giornalisti i resti di un pallone atmosferico, i quali furono presentati al pubblico al fine di spiegare l’ accaduto più prosaicamente e coprire la verità (che oggi sappiamo essere comunque diversa). A questo proposito Jesse Marcel Jr. sottolineò che “quei rottami non erano affatto ciò che lui e sua madre avevano visto sul pavimento della cucina di casa la sera", o per meglio dire all’ alba di quel fatidico giorno del 1947. Jesse Marcel Jr. confermò che il padre gli disse che c’ era stato "chiaramente un insabbiamento sull’ incidente di Roswell”, cui lo stesso padre prese parte suo malgrado, accettando di raccontare ai giornalisti la storiella del pallone sonda. Ugualmente gli era stato ordinato dal Generale Ramey di posare davanti ai giornalisti con i resti del “Pallone” e di non dire più una sola parola di quello che aveva visto veramente a Roswell. Così Marcel “padre” in seguito fece intendere alla moglie che era necessario fingere che il fatto non fosse mai esistito, e le intimò di non parlarne con nessuno, nemmeno con gli amici. E infatti non se ne parlò più, nè in famiglia nè con gli amici”.
B- Maggiore Jesse Marcel, uno dei principali protagonisti dell’ intera vicenda, il quale prima di morire disse in un’ intervista: “C’ erano frammenti laggiù, sparsi in una zona lunga circa 1 km, e larga parecchie centinaia di metri. Una cosa di cui ero sicuro, essendo a conscenza di tutte le nostre attività, è che ciò che era caduto non era un pallone aerostatico, nè un aereo, e neppure un missile. Era qualcosa di diverso, che noi non conoscevamo”.Ed in oltre: “ C'era materiale di ogni tipo [...] pezzi con incisi sopra una sorta di geroglifici che nessuno poteva decifrare. Sembrava qualcosa di sconosciuto simile al legno di balsa, con lo stesso peso circa, ma non era affatto legno. Erano molto resistenti ma anche flessibili e non si potevano bruciare".
C- Tenente Walter Haut: Sicuramente una delle testimonianze più influenti. Egli era colui che aveva l'incarico di curare le pubbliche relazioni della base militare di Roswell e fu responsabile del famoso comunicato stampa iniziale, relativo al ritrovamento di un disco volante extraterrestre. In seguito, per tutta la vita e per tutta la carriera, nonostante abbia poi confessato una verità differente in una lettera da aprirsi dopo la sua morte, sostenne sempre la tesi del pallone sonda e negò di essere stato testimone degli eventi, rinnegando le sue dichiarazioni iniziali, a detta dei suoi amici e della sua famiglia per rispettare gli ordini ricevuti dai suoi superiori. Nel suo affidavit post mortem però, giurato e autentico senza ombra di dubbio, Haut scrisse: “ Sono convinto che quello che io personalmente osservai era un tipo di astronave e il suo equipaggio esseri provenienti dallo spazio". In oltre spiegò che l'8 luglio 1947, a seguito del comunicato stampa dato nel pomeriggio, era stato portato in un hangar della base dal colonnello Blanchard. Qui vide un'astronave ovoidale lunga circa 4 metri e mezzo, e alcuni piccoli corpi di circa un metro di altezza dalla testa di grandi dimensioni. Era sicuro che i corpi erano extraterrestri e provenivano dal veicolo spaziale schiantatosi a Roswell. Haut ha inoltre dichiarato che c'erano due zone con i rottami, il primo era un campo di detriti di grandi dimensioni a circa 75 miglia nord-ovest di Roswell (il sito indagato dal maggiore Marcel), e il secondo, a circa 40 miglia a nord della città, dove sono stati trovati l'astronave principale e i corpi. Il sito a nord era stato trovato da civili il 7 luglio. Nel corso di una riunione avvenuta la mattina dell'8 luglio a cui partecipò anche lo stesso Haut, gli ufficiali della base vennero informati del ritrovamento degli strani resti che nessuno aveva saputo identificare. Haut disse che ci fu una discussione su ciò che doveva essere raccontato al pubblico. Il Generale Ramey arrivato poco dopo, suggerì di comunicare all'opinione pubblica solo del campo di detriti più distante, come diversivo, per distrarre l'attenzione dalla zona più importante con i corpi e il veicolo spaziale. Poco dopo il tenete seppe dallo stesso Ramey che egli stava eseguendo gli ordini del Pentagono. Haut aggiunse che da principio non era a conoscenza esattamente di quali informazioni divulgare, infatti nell'ingenuo comunicato stampa che rilasciò qualche ora dopo descrisse in termini generali solo la prima zona, dicendo che l'United States Army Air Forces era venuto in possesso di un "disco volante" con la collaborazione di un allevatore locale, e che lo stesso era stato trasferito ai "piani più alti" dopo essere stato esaminato alla base. Come sappiamo il Generale Ramey in seguito dichiarò che un pallone meteorologico era stato erroneamente identificato come un disco volante, per insabbiare alla bene e meglio la cosa. Haut per rispetto ed amicizia da allora giurò a Ramey che non avrebbe mai smentito la tesi del pallone sonda, e che da allora avrebbe ammesso falsamente di non essere mai stato testimone di qualcos'altro. Immaginando che da morto non avrebbe più dovuto temere il giuramento fatto e il segreto militare, come detto predispose che dopo la sua dipartita si aprisse la lettera in cui finalmente ammetteva le sue responsabilità, alleggerendosi così la coscienza dopo tanti anni di bugie .
D- Frankie Rowe, figlia del capo dei pompieri di Roswell, il quale era venuto in possesso di alcuni pezzi del relitto,all’ epoca aveva 11 anni. Ella disse in un’ intervista: “Quando sollevavo uno di quei frammenti metallici era come se non avessi nulla in mano. Non lo sentivo neppure “toccare” la mia pelle. Era cosi’ strano… lo lasciavi cadere sul tavolo, e si allargava come se fosse acqua…”. Frankie Rowe dice che in seguito ricevette la visita di un “militare”, e questa parte dell' intervista e’ particolarmente toccante, in quanto la Rowe a tratti piange al ricordo delle parole di quell “Tizio”. "Lui teneva in mano una specie di “manganello”, che batteva minacciosamente sul palmo dell’ altra mano ogni volta che diceva qualcosa". Le disse: “Tu devi sapere che non sei mai stata in quel posto” – al che la Rowe controbatteva che lei invece c’ era stata, e lui le diceva con tono sprezzante e imperioso “No, tu non ci sei stata. Te lo vuoi ficcare in testa? Tu non sei mai stata laggiù, non hai visto nulla e non sai nulla” – E poi la parte più “minacciosa” della conversazione, che la Rowe riferisce in lacrime: “Questo deserto e’ molto grande, lo sai? Se vogliamo, vi possiamo portare (te e la tua famiglia,nda) nel mezzo di questo deserto, e nessuno troverà mai più i vostri corpi. Resteranno solo le vostre ossa, e nessuno saprà mai cosa vi è successo”.
E- Frank Joice: Sempre in relazione alle presunte “minacce”, egli fu uno dei primi ad aver dato la notizia via radio, e in un’ intervista raccontò di aver ricevuto una telefonata dal Pentagono, dal tono seguente: “E’ lei che ha parlato alla radio di quella storia dei dischi Volanti?” – quando Joice rispose affermativamente, la voce disse: “Passerai molti guai per questo”. In risposta lui sottolineò che era un civile, e che “loro” non potevano dirgli cosa raccontare o cosa non raccontare al pubblico della radio, e la risposta, secca e decisa, fu: “Te lo faccio vedere io cosa posso fare…” e poi … bang! Chi parlava da Washington butto’ giu seccamente il telefono. Il proprietario della radio in cui lavorava Joice ricevette a sua volta una telefonata da Washington, il cui contenuto fu il seguente: “Se mandi in onda delle notizie su questo fatto, perderai la licenza. E ciò non accadra’ a "babbo morto", ma succedera’ il giorno stesso in cui avrai mandato in onda la notizia!”
F- Oliver “Pappy” Anderson, pilota militare di stanza presso la RAAF di Roswell nel 1947. Nel 1981 Oliver Anderson decise di dire ciò che sapeva alla moglie Sappho ed alle sue figlie, dopo che in casa avevano letto un articolo sul giornale relativo ai fatti di Roswell. Secondo quanto riferì la signora Sappho Anderson in un’ intervista, il marito in quell’ occasione le disse: “Voglio che tu legga questo articolo, perchè parla di una storia vera. Io lo so, perchè ero io il pilota che trasportò il relitto dell’ UFO a Dayton. Posso testimoniare che quello che scrivono su questo giornale e’ vero, posso parlarti della cosa. Volevo dirtelo da tanti anni…..” .
In conclusione si consideri che oltre alle sopracitate testimonianze si sarebbe potuto trascriverne moltissime altre, tutte dello stesso tenore: ma sia per ragioni di spazio, sia per il fatto che in seguito alcune di esse furono intaccate da dubbi più o meno legittimi invalidanti la loro ammissibilità, è obiettivamente sufficente fermarsi qui. Ciò non toglie che moltissime altre persone credibili, siano essi militari coinvolti nella faccenda, come Elias Benjamin, poliziotto militare del 390° Air Service Squadron, o semplici cittadini venuti in contatto con i resti dell'incidente, come ad esempio l'addetto delle pompe funebri Glenn Dennis, sono sempre stai d'accordo nel descrivere i rottami e i cadaveri degli occupanti dell'aeromobile come “non di questo mondo”.
Infine molte di queste testimonianze suonano come una “liberazione”, sia per i protagonisti, sia per coloro che in un modo o nell’ altro decisero di condividerne l’ esperienza. Viste le evidenti minacce subite, il coraggio che alcuni di loro hanno dimostrato è notevole, così come deve essere stato oneroso il ricordo di un fatto straordinario mai dimenticato, celato con i propri cari al resto del mondo, talvolta per molto tempo. I fatti sembrano chiari: un aeromobile sconosciuto con a bordo degli esseri extraterrestri, o delle loro biocreature, sono caduti nel deserto del Texas e le istituzioni hanno fatto in modo da occultarne l'esistenza, cambiando per sempre la vita delle persone coinvolte e con tutta probabilità i destini del mondo intero.
CRITICHE ALLE INDAGINI DELLA RAAF DEL 1994-97 E ALLA SPIEGAZIONE "MOGUL"
Negli anni 1994-95, in seguito ad una interrogazione parlamentale, la US Air Force pubblicò i risultati di un'indagine interna relativa ai fatti di Roswell.
La documentazione rilasciata consta di migliaia di pagine, ma sostanzialmente l'intera faccenda viene liquidata con l'ammissione di una necessaria copertura da parte della RAAF e delle istituzioni in generale, di quello che allora era un proggetto segreto nato per monitorare le sperimentazioni atomiche dell'Unione Sovietica. Infatti per la prima volta ammisero che a Roswell non fu recuperato nè un disco volante extraterrestre, nè il famoso pallone sonda della prima versione, ma i resti del "Progetto Mogul", ovvero un particolare dispositivo aereo complesso, utile a raccogliere in atmosfera i residui rilasciati da eventuali test nucleari Russi.
Quella che a primo avviso sembra una giustificazione plausibile, seppur assai ritardataria, è però assai deludente se ci si interroga su alcuni particolari che a ben vedere, una volta di più suggeriscono come anche questa ennesima versione sembri essere la solita coperta corta, accomodata alla bene e meglio per coprire la realtà inconfessabile di Roswell.
Contraddizioni e lacune dell'indagine:
1) Non è mai stato presentato o ritrovato nessun documento che identificasse senza ombra di dubbio l'incidente di Roswell con il progetto Mogul. Nessun rapporto, neanche il più piccolo pezzo di carta relativo a una qualsivoglia sperimentazione di tale oggetto nel 1947, tantomeno in quei giorni nelle basi militari limitrofe al luogo del ritrovamento del relitto.
2) La ricostruzione delle sembianze di tale pallone spia non coincide minimamente con le caratteristiche ricavate dalle testimonianze più affidabili. In oltre gli inquirenti non hanno mai messo a confronto i testimoni con l'oggetto in questione per un'eventuale comparazione.
3) Osservando le immagini della conferenza stampa del 1947, quando furono pubblicamente mostrati dall'Aeronautica i rottami dell'oggetto caduto a Roswell, nascono alcune contraddizioni:
A) mancano le decine e decine di metri di cavo che in teoria avrebbero dovuto far parte dell'oggetto, e nessun testimone le ricorda sul luogo del ritrovamento: sparite nel nulla.
B) le immagini del relitto non combaciano con quello che dovrebbe essere un oggetto molto robusto e leggero, e tra l'altro non è mai stato chiarito come avrebbe fatto un attrezzo così resistente a distruggersi e sparpagliarsi in quel modo.
C) le quantità e la qualità del materiale recuperato e mostrato sono di gran lunga superiori e differenti da quelle che comporrebbero il progetto mogul.

4) L'Air Force interrogò solo 5 testimoni e dalla discutibile imparzialità, come se fosse in cerca di sole conferme della propria tesi. Se ci fosse stata davvero l'intenzione di andare a fondo della cosa le testimonianze da sentire sarebbero state centinaia. Soprattutto sarebbero state aggiunte nel rapporto tutte quelle dichiarazioni, pergiunta di militari reputabili "esperti", che avrebbero messo in dubbio l'associazione del relitto col progetto Mogul.
5) Non ci fu nessun provvedimento disciplinare nei confronti di quei militari colpevoli dell'errata identificazione come il Colonello Blanchard and il Maggiore Marcel, o il Tenente Haut. In oltre ad alcuni di essi fu solo imputata una certa "reazione esagerata", sottintendendo la discutibilità della loro facoltà di giudizio, quando gli stessi furono protagonisti di una carriera all'interno dell'Air Force di tutto rispetto, dall'inapputntabile condotta.
6) Il membro del congresso Steve Schiff, durante le ricerche per far luce sull'incidente, si lamentò che molti dei documenti che avrebbero potuto chiarire ulteriormente i fatti realmente accaduti a Roswell erano misteriosamente "scomparsi" o andati distrutti. Infatti egli sostiene:
"The GAO report states that the outgoing messages from Roswell Army Air Field for this period of time were destroyed without proper authority.” These messages would have shown how officers explained the incident to their superiors at the time, Schiff said.
"It is my understanding that these outgoing messages were permanent records, which should never have been destroyed. The GAO could not identify who destroyed the messages, or why."
Insomma come nel più classico insabbiamento, documenti preziosi e decisivi andati distrutti senza autorizzazioni specifiche e colpevoli non identificabili.
7) Nonostante diversi militari addetti alla documentazione del recupero del relitto furono visti da diversi testimoni nell'atto di fotografare e riprendere immagini, come d'altra parte avviene abitualmente in queste tipo di operazioni, mai nessuna immagine di quelle attività è stata rilasciata dall'Air Force. E' evidente quanto sarebbe stato facile da parte degli inquirenti corroborare la propria tesi fornendo inoppugnabili prove fotografiche. Essendo certamente in possesso di tali immagini, è assai ambiguo il fatto che la RAAF non le abbia mai rilasciate.
8) Nonostante l'Air Force abbia speso una parte intera dell'indagine per identificare come manichini gli strani cadaveri deformi relazionati al ritrovamento del relitto, è facile constatare che:
A) Il "Mogul", come tutti i progetti analoghi, non prevedeva e non ha mai previsto l'uso di manichini a bordo. Tra l'altro non è stato fornito nessun motivo logico per il quale proprio a Roswell, quel giorno si sarebbe dovuto fare altrimenti.
B) Per come è stato ricostruito il "Mogul" (notare che nessun prototipo è mai stato mostrato) dalla stessa Air Force, non ci sarebbe stato né uno posto specifico per alloggiare eventuali manichini, nè tantomeno uno spazio in cui essi avrebbero potuto essere agganciati o inseriti, per non meglio ben specificate attività non convenzionali.
9) Le sembianze dei manichini abitualmente usati dalla Air Force per esperimenti in quota (deltutto simili a veri esseri umani adulti di media altezza) non corrispondono minimamente con le caratteristiche testimoniate da coloro che videro i corpi realzionati all relitto. L'ipotesi di un maldestro fraintendimento è la sola ed unica possibilità che L'Air Force adduce per screditare le testimonianze relative sia al relitto che agli occupanti dello stesso; un po' troppo inflazionata e pretestuosa come spiegazione, soprattutto quando tutti i numerosi testimoni concordano nel descrivere gli esseri ritrovati come non umani, alti circa 1 metro, con la testa sproporzionatamente grande rispetto al corpo.
10) Riguardo poi all'effetiva esistenza e alla sostanziale utilità del Progetto Mogul nel 1947 ci sono ulteriori dubbi. Infatti l'Atomic Energy Commission e la CIA decisero di studiare metodi per controllare i test nucleari russi solo alla fine del maggio 1947. In oltre erano al corrente che i Sovietici non avrebbero potuto produrre abbastanza plutonio per una bomba fino agli inizi del 1950.
Oggi sappiamo che il primo test nucleare sovietico avvenne nel 1949 e furono solo gli Inglesi a rintracciare le particelle aeree di tale esperimento.
Insomma oltre a non esserci la ben che minima prova riguardante l'effettiva esistenza del "Mogul" o di proggetti simili nel 1947, non vi sono neanche i motivi e le tempistiche per i quali a Roswell nei primi giorni di luglio dello stesso anno, fosse già sperimentabile un prototipo analogo. In oltre nel 1949, quando i Russi effettivamente effettuarono i primi test atomici, gli americani non erano presenti in zona con nessunno strumento di rilevamento, men che mai con un "Mogul".
ALTRI DUBBI INDIZIARI
1) Perché in un telex mandato in quei giorni all'FBI da un loro ufficio a Dallas, si cita un disco esagonale?
2) Perché l' 8 luglio 1947 l'ufficio di informazioni al pubblico della Roswell Army Air Field (RAAF), nel New Mexico, emise un comunicato stampa, pubblicato dal quotidiano Roswell Daily Record, in cui veniva descritto il recupero di un disco volante da parte del personale militare del campo, da un ranch vicino Roswell? Come può confondere un pallone sonda, per quanto strano, un militare esperto?
3) Perché l'FBI nel luglio del 1947 avrebbe inviato un telegramma a J. Edgar Hoover, allora direttore del Federal Bureau, in cui si indicava il ritrovamento di un oggetto di matrice extraterrestre e dei suoi componenti?
4) Perché per circa una settimana W. W. Mac Brazel fu tenuto presso reparti dell'aeronautica? Perchè quando fu rilasciato, negò tutto ciò che aveva precedentemente affermato?
5) Perché il governo non ha dimostrato che era il "Mogul" semplicemente rilasciando le foto e i filmati del recupero?
6) Perché non ha mai palesato alcuna documentazione originale dell'epoca, che identificasse quel reperto con un prototipo "Mogul" senza ombra di dubbio? Tutto perduto?
7) Perché tutti i testimoni parlano di minacce e coercizioni da parte delle autorità militari, affinchè negassero la loro presenza sulla scena dell'incidente o supportassero la versione del pallone sonda?
8) Quando mai in un tribunale legale convenzionale, tali e tante testimonianze verrebbero ignorate in favore di una versione lacunosa e contradditoria?
CONCLUSIONI
In considerazione della quantità e della qualità degli elementi e degli indizi a favore della validità della tesi concernente un coinvolgimento di tipo ufologico-extraterrestre, in relazione all'incidente di Roswell, e a fronte di tutte le contraddizioni palesate dalla ricostruzione dell'indagine RAAF e della totale assenza di evidenze a sostegno di possibili alternative, si conclude che è obiettivamente possibile, se non altamente probabile che da parte delle autorità americane sia stata messa in atto una copertura per nascondere al mondo che a Roswell, nei primi di luglio del 1947 si schiantò un oggetto volante di origine extraterrestre.
Nell'analisi dei fatti si è preferito non citare l' autopsia del presunto cadavere di possibile origine extraterrestre, mostrato in un famoso filmato, da sempre relazionato ai fatti di Roswell (vedi appendice). In base alle analisi scientifiche e tecniche relative, sono state evidenziate diverse imprecisioni mediche ed alcune incongruenze storiche che in assenza di elementi favorevoli alla possibile autenticità, rendono tale filmato da reputarsi con gran probabilità non verosimile e di nessuna utilità a sostegno della nostra tesi.
Va sottolineato a questo proposito che il caso Roswell ha indotto una quantità abnorme di speculazioni finalizzate all'arricchimento personale ed alla creazione di un mito utile per una vera e propria “industria di Roswell”, tramite l'introduzione di macroscopiche falsità storiche nelle trame della vicenda, e di alcune testimonianze che col tempo si sono rivelate inaffidabili, se non del tutto false. La propaganda disinformativa più o meno controllata dalle istituzioni ha fatto il resto.
Tutto ciò  ha reso lo studio del caso sempre più difficile, ed ha contribuito ad inquinare e diluire la portata di alcuni elementi probatori, che se analizzati all'origine avrebbero probabilmente assunto un peso diverso e contribuito forse in maniera decisiva al discernimento del reale svolgimento dei fatti.
Non possiamo quindi non porci in ultimo le seguenti domande:
- Perché questa storia ha subito da parte delle istituzioni tante versioni ufficiali incongruenti?
- Perché tutti i testimoni che hanno giurato sull' incidente extraterrestre hanno subito minacce e pressioni affinchè confermassero una versione più vicina a quella istituzionale?
- Quanti e quali testimoni hanno avuto vita facile a seguito dei loro racconti?
In conclusione:
Pur essendoci la possibilità che il caso Roswell sia riconducibile alla copertura di qualche oggetto di "origine terrestre", come un non precisabile prototipo sperimentale o un improbabile aereo "Horten" (come sostenuto recentemente), questa alternativa presupporrebbe l'invalidazione immotivata di moltissime testimonianze autorevoli, l'avvenimento di mirabili coincidenze storicamente non confermate, e la messa in atto di una cospirazione ancora più macchinosa ed inverosimile, specialmente in base al fatto che, dopo più di 60 anni di incongruenze, i motivi che potevano spingere al mantenimento del segreto relativo ad un progetto "terrestre" non dovrebbero più esistere. Ciò nonostante le varie versioni delle istituzioni sono sempre state come detto, lacunose ed interlocutorie, non affidabili poichè condotte con il chiaro intento di confondere e mistificare i fatti realmente avvenuti, sostituendo all'occasione una spiegazione differente.
A 60 anni di distanza la sentenza pare fosse già stata emessa nel momento in cui l'opinione pubblica ha rischiato di scoprire la verità, paventando di conseguenza una reazione potenzialmente critica. Non si può che dubitare notevolmente di ciò che si è voluto far credere in tutti questi anni da parte delle istituzioni, e questa breve analisi dei fatti dimostra che tale dubbio non solo è' ben motovato e legittimo, ma che è altresì destinato a sollecitare ulteriori e piu' appfondite indagini future sull' intera vicenda.
APPENDICE
IL FILMATO SANTILLI E IL FALSO DELL' AUTOPSIA DEL PRESUNTO EXTRATERRESTRE: CASO CHIUSO?
PREMESSA
Il filmato conosciuto come "Il filmato Santilli", pur essendo generalmente accostato all' "Incidente di Roswell", a prescindere dalla sua autenticità storica si è dimostrato non essere in alcun modo direttamente collegabile al suddetto evento. Malgrado diverse teorie speculative accomunino i due elementi e l'autore del filmato sostenga la medesima tesi, ci preme sottolineare che non esiste nessun indizio concreto che relazioni il cadavere oggetto di analisi autoptica presente in tali immagini, con l'ipotetico aeromobile coinvolto nell'incidente di Roswell. Un 'eventuale correlazione potrebbe sorgere solo in seguito ad un analisi scientifica e storica del filmato originale che Santilli sostiene di aver copiato con la sua opera, la cui esistenza effettiva è però oggetto di notevoli dubbbi.Pertanto le dissertazioni riguardanti la sua autenticità ed i suoi contenuti, non possono minimamente inficiare o confermare ulteriormente, la validità degli elementi contenuti nell'ipotesi riguardante un possibile coinvolgimento di natura ufologico-extraterrestre nei fatti relativi all'incidente di Roswell.
LO SVOLGIMENTO DEI FATTI
E’ ormai accertato che il cortometraggio di 17 minuti in possesso del produttore inglese Ray Santilli, riguardante la presunta autopsia di una delle entità extraterrestri eventualmente ritrovate nel fatidico “Incidente di Roswell”, avvenuto nel Luglio del ’47 nel deserto del New Maxico, sia un clamoroso falso.
Ma nel considerare i fatti e le contingenze che portarono all'acquisizione del filmato da parte di Santilli, vanno approfonditi alcuni punti che possono rivalutare parzialmente l'intera vicenda.
Per comprende meglio è opportuno fare una breve cronistoria dei fatti.

Il 28 Agosto del 1995, l’americana Fox TV manda in onda in tarda serata uno speciale intitolato “Autopsia di un alieno: fatto o finzione”. Allo speciale partecipano alcuni esperti tra i quali il patologo forense Cyril Wecht, il quale affermò che l’autopsia del filmato era credibile ed eseguita correttamente, questo è un dettaglio fondamentale per la nostra analisi e lo vedremo più avanti. Il filmato suscita un’onda emotiva nell’opinione pubblica paragonabile a quella suscitata dal film di Zapruder sull’assassinio del Presidente Kennedy, stando a quello che intitolava Time Magazine. Subito si creò il fronte dei credenti che avevano trovato la tanto agognata prova dell’esistenza degli extraterrestri e gli scettici che intuiscono da subito il falso. Il filmato viene riproposto con più repliche fino a Novembre, registrando ascolti medi del 11.7 milioni di spettatori, e share del 14%. Successivamente la Fox decide di andare avanti con le indagini e sotto la guida di John Jopson e Robert Kiviat, ma dagli elementi emersi è chiaro da subito che le certezze dei credenti si sciolgono come neve al sole. Le incongruenze e gli anacronismi sono tali da dichiarare il film un falso e certamente non databile 1947.
La vicenda sembra chiudersi definitivamente nell’Aprile del 2006 con l’uscita del film “Alien Autopsy”, un versione ironica della vicenda. Ancora una volta uno speciale televisivo di Sky dal titolo “Eamon investiga: autopsia aliena” mette a luce la burla. In questo programma Santilli e l’amico produttore Gary Shoefiled, rivelano i particolari della realizzazione del cortometraggio. La scena fu girata in un appartamento vuoto di Rochester Square a Londra. Lo scultore John Humphreys realizzo il manichino dell’alieno in tre settimane e per gli organi interni furono utilizzate frattaglie animali acquistate presso una macelleria. Alla fine delle riprese il tutto fu gettato nella spazzatura.
Quindi è certo che il flimato compresa la parte sul ritrovamento dei frammenti del disco volante era, come dissero loro, una “ricostruzione”. I rottami furono realizzati dallo stesso Humphreys che dipinse anche i geroglifici e costruì il pannello di controllo della nave aliena a sei dita.
Dunque è solamente una falsificazione del tutto speculativa? No, dicono Santilli e il suo amico. Loro affermarono infatti che la ricostruzione della scena fu eseguita in base al filmato originale della vera autopsia sul cadavere di un extraterrestre, che lo stesso Santilli giura di aver visto. Il produttore inglese infatti disse che l’originale acquistato nell’estate del ’92 si danneggiò irrimediabilmente per il caldo e l’umidità, ma cosciente dell'eccezionalità di quelle immagini decise di ricrearne i contenuti nella maniera più precisa possibile. Lo stesso sostiene che alcuni frames della pellicola originale si salvarono, senza però mai specificare quali e quanti. Ma cosa vide davvero Santilli?
LA VERSIONE DI SANTILLI
La mia storia.
di R. Santilli
"Ero alla ricerca di materiale per un documentario sulla musica e mi trovai in Ohio nell’estate del ’92. Acquistai un cortometraggio su una delle prime esibizioni di Elvis Presley. Il filmato era stato realizzato per la Universal News da un cameraman freelance nell’estate del ‘55.
Dopo aver acquistato l’originale dalla stessa persona che lo aveva realizzato questi mi propose un altro cortometraggio in “formato piccolo” riguardante un evento accaduto nel ’47. Mi spiegò che il metraggio che voleva propormi, proveniva dall’Incidente di Roswell, e mostrava le scene del recupero dei rottami e, cosa molto più importante l’autopsia di un alieno. Io non conoscevo l’evento accaduto e Roswell non mi era familiare, ma quando sentii parlare di “autopsia di un alieno” certamente la cosa mi interessava.
Il cameraman era sulla ottantina e sembrava abbastanza sincero, mi spiegò che dal 1942 al 1952, lavorò per la Army Air Force (aviazione militare) e nelle forze speciali come cameraman, filmò molti eventi importanti tra cui gli esperimenti del Progetto Manhatan a White Sands.
Mi disse che il 2 Luglio del 1947, ricevette un ordine direttamente dal Generale McMullan il quale gli disse che c’era stato uno schianto e che doveva recarsi immediatamente a Withe Sands e filmare ogni cosa. Egli disse inoltre che aveva l’autorità per conferire solo ed esclusivamente con il Generale McMullan.
Prese il primo volo per Roswell e qui raggiunse il luogo dello schianto e lo descrisse come un piccolo lago secco.
Dopo aver ascoltato la storia mi recai a casa sua e vidi il filmato. Prese un bobina e la mise in un vecchio proiettore, poi lo girò verso una parete e lo vidi.
Il film fu eccezionale. Presi nota di un numero di codice sul bordo della pellicola e telefonai alla Kodak per sapere se era possibile risalire all’anno di fabbricazione della pellicola. Loro mi risposero positivamente e mi confermarono che il codice che gli avevo fornito corrispondeva al 1947.
Gli proposi immediatamente di fare un ulteriore analisi della pellicola, in cambio di denaro. Gli dissi che sarei ritornato in pochi giorni e gli chiesi un campione della pellicola, lui accettò e tagliò circa 60 cm dell’inizio di questa e la portai con me nel Regno Unito.
Sfortunatamente ebbi difficoltà a racimolare la somma pattuita e i pochi giorni divennero settimane poi mesi. Questo creò non pochi problemi perché il cameraman aveva necessità di denaro per il matrimonio imminente di un suo familiare. Lui divenne ostile e rifiutava le mie telefonate. Rispondeva la moglie e mi diceva che la faccenda era chiusa. Finalmente nel Novembre del 1994, con la somma raccolta tornai e comprai il film.
Credo che il cameraman fosse una persona onesta e sincera. Il suo matrimonio durava da almeno 50 anni con la stessa donna e viveva in ambiente modesto e umile. Ebbi modo di vedere le sue foto, i suoi album e gli attestati. Sono sicuro che il cameraman era ciò che disse di essere.
Venni via con 22 bobine, 21 normali e una in negativo."
DUBBI E CRITICHE ALLA VERSIONE DI SANTILLI
1) Il vecchio cameraman esiste realmente?. La sua identità non fu mai rivelata.
2) Santilli disse di aver preso nota del codice della pellicola, perchè non fu reso pubblico?
3) Ammesso che realmente Santilli abbia acquistato il film originale, com’è possibile che non abbia preso le dovute cautele per impedire che si rovinasse un documento così eccezionale?
4) Perché non ha mai fatto analizzare dalla Kodak abbastanza pellicola per avere conferme sulla relativa datazione?
5) Vista la poca verosimiglianza della distruzione della pellicola originale, è possibile che Santilli ancora lo conservi segretamente, e semplicemente lo abbia riprodotto sommariamente per precauzione?
CONCLUSIONI
Ribadendo l'assodata falsità del filmato in questione, restano invece alcuni dubbi circa la testimonianza del suo autore, il quale è certamente possibile dica la verità.
Restando in ambito deltutto ipotetico, la scelta di ricostruire il film originale, nel caso che Santilli davvero l'abbia visto o che esso sia ancora intatto, non è da criticare del tutto. Santilli acquista per una lauta somma il film dall’anziano cameraman perché questi ha deciso di venderlo poichè si trova indigente ed ha bisogno disperato di denaro. Vista la pericolosità di divulgare tale filmato l'inglese decide idi rifare il film, in versione casalinga, consapevole di venir prima poi scoperto. A che scopo? Semplicemente forse per tutelare sè stesso e il cameraman. Certamente questi doveva aver avvertito Santilli dei guai a cui poteva andare incontro e delle possibili ritorsioni da parte delle autorità, visto l'evidente volontà istituzionale di mantenere il cover-up ad ogni costo. Il modo migliore per evitarne le conseguenze forse fu proprio fare ciò che fece il produttore inglese. Alla fine ognuno ottiene ciò vuole: il vecchio cameraman riceve una bella somma di denaro per la propria famiglia, Santilli la notorietà, che nel mondo dello spettacolo è vitale, ma senza attirarsi le ire e la ritorsione di chi protegge da 60 anni i segreti di Roswell.
Se è assai verosimile l'ipotesi che nel ’47 precipitò un aeromobile extraterrestre nel New Mexico, è altrettanto realistico che uno dei cameraman presenti sulla scena per documentare le operazioni di recupero, si sia fatto una copia delle immagini ad uso personale all’insaputa delle autorità. Evidentemente poteva essere anche un efficace assicurazione per la vita, certo che un giorno gli avrebbe fruttato eventualmente una discreta quantità di denaro. Questa per lo meno è la versione di Ray Santilli, e forse chissà.. oggi esiste ancora realmente un film del ’47 che riproduce l’autopsia di un alieno, conservato come una reliquia preziosa in uno scantinato asciutto e fresco, al sicuro, lontano da occhi indiscreti.

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