29/01/10

STRANO OGGETTO FOTOGRAFATO DURANTE L'AURORA BOREALE IN NORVEGIA


Il Daily mail ha pubblicato questa e altre foto riprese da un fotografo in Norvegia mentre s'accingeva a ritrarre l'aurora boreale. Ora l'oggetto a forma di medusa cerchiato, comparso in sviluppo nella pellicola, cos'è? Un satellite? un ufo? o cos'altro? Secondo le prime spiegazione scientifiche potrebbe essere un satellite.. Ma così grande? Per di più riflettente la debole luce delle Northern Lights? Mistero...

27/01/10

UFO TRIANGOLARE SU DUBLINO? O IN CALIFORNIA?

Riecco l'ennesima prova che sui nostri cieli vola qualcosa di sconosciuto e davvero portentoso. Infatti la velocità dell'oggetto volante è spaventosa, e la forma triangolare con le tipiche luci di posizione sui bordi più una centrale, è stata avvistata da diversi anni. Famosa l'ondata belga dei primi anni '90 dove a dimostrarne l'esistenza furono alcuni poliziotti locali, i piloti e gli operatori radar della base NATO situata nel paese. L'unica cosa che ancora non sappiamo è se si tratti di nostra tecnologia super segreta, come il fantomatico Aurora o il TR-T-3B, sempre vociferati ma mai provati, o se si tratta davvero di un tipo di velivolo allogeno. Se avrete pazienza a giorni pubblicherò una ricerca specificatamente redatta al fine di comprendere qualcosa in più sulla natura di questi ormai noti UFO triangolari, che per quanto infestino i nostri cieli, nessuno sembra preoccuparsene o parlarne. Che strano eh?

p.s. : purtroppo questo video non sembra essere stato girato a Dublino, ma in California nel 2008. Non so ancora cosa ci sia dietro a questo errore, probabilmente solo confusione di chi l'ha ripostato, non malafede. Cosa che comunque non sembra pregiudicare l'autenticità e la validità di questo video.

DISCLOSURE: E' LA VOLTA DELLA NUOVA ZELANDA


E' ufficiale: nel corso di quest'anno anche il Dipartimento della Difesa neozelandese rilascerà la maggioranza dei files segreti riguardanti avvistamenti ufologici, raccolti sul proprio territorio dal 1979 al 1984. In oltre verrà reso pubblico anche il fascicolo riguardante il "Kaikoura sighting" del dicembre 1978, uno dei casi ufo più famosi del mondo. Il tutto iniziò il 21 dicembre, quando l'equipaggio di un'aereo commerciale in prossimità dell'atteraggio avvistò una serie di luci misteriose, non riconducibili ad alcun aeromobile o fenomeno noto, affiancare pericolosamente il velivolo. Nonostante l'incredulità il fenomeno fu avvalorato dalla conferma radar dell'aeroporto di Wellington e dall'apparato presente sullo stesso aereo. Il caso fece molto scalpore soprattutto per la pubblicità che ne derivò dell'interesse dei media, i quali chiamarono l'episodio Kaikoura perchè avvenuto proprio in prossimità dell'omonimo sistema montuoso dell'isola a nord-est delle South Iislands di New Zealand, tanto che nei giorni seguenti una troupe televisiva salì a bordo di un aereo per cercare di realizzare lo scoop. Lo sforzo fu premiato e furono registrate delle immagini di un oggetto sferico enorme, brillante, che galleggiava a circa 2000 metri di altitudine, avvistato anche da terra a occhio nudo e dai vari radar di zona. Non ci resta che attendere quindi che vengano cancellati i dati personali dai dossier raccolti dai militari neozelandesi, e approfittare di un'altra preziosa raccolta di dati ufologici ufficiale. Nel corso di questi ultimi anni i passi in avanti sono stati sostanziali, una vera e propria disclosure mondiale sembra essere stata decisa, o perlomeno permessa, anche se parziale e graduale. Fino a quando continueranno a mancare all'appello i dati più importanti in possesso di USA ed ex Unione Sovietica, il succo rimarrà annacquato e purtroppo la verità sarà sempre un passo avanti rispetto al nostro livello di conoscenza, che per quanto importante, ad oggi rimane assolutamente inutilizzabile al fine di comprendere finalmente con pienezza il fenomeno ufo.

26/01/10

IL NUOVO FILM "IL QUARTO TIPO" IN STREAMING


Nel link sottostante dovrebbe essere ancora disponibile il nuovo film a tema ufologico "Il quarto tipo". La pellicola affronta il più controverso fenomeno collegato all'ufologia, ovvero le abduction, i rapimenti alieni di cui molte persone affermano essere vittima. A voi il giudizio.
Buona visione..
http://www.instreaming.org/film/il-quarto-tipo-ita-2010-film-in-streaming/

25/01/10

PROVA INCONFUTABILE DI UFO NELLE VICINANZE DI SATURNO? By Lunar Explorer Italia


-Riporto pari pari la didascalia del video postato su youtube. Come al solito un'altra prova scientifica dell'esistenza degli ufo, per di più dimostrante un movimento "intelligente" ovvero non inerziale, che nessuno scienziato vorrà prendere in considerazione nella sua portata reale. E c'è ancora gente che si batte per la non esistenza deglu ufo!
Ringrazio infinitamente l'autore di questo video (il Dr. G. Barca) e Lunar Explorer Italia, forse il miglior sito in assoluto sulle anomalie spaziali-
qui il video con commenti originali su Lunar Explorer Italia

"L'oggetto in movimento risulta Non essere un image-artifact poichè coerente nella ripresa (ergo: nel movimento), di albedo costante e di texture chiaramente non attribuibile a vizi quali "noise", "dead pixel", "missing pixel" e "raggio cosmico".

Non è neppure una luna poichè, considerato il tempo di ripresa e la tipologia di inquadratura, si muove troppo velocemente rispetto al campo stellato posizionato su "Infinito".

Come si determina la velocità? Semplice: osservando l'oggetto anomalo in relazione ad altri due corpi fissi che si trovano sulla sua direzione di movimento (tecnicamente: triangolazione).

Se fosse una luna, il suo movimento rispetto a detti corpi fissi, sarebbe nullo (rectius: irrilevante).
Le lune si muovono, certo, ma in maniera impercettibile per l'occhio umano che osserva a fuoco diretto. CASSINI, poi, ruotando su se stessa, "muoverebbe" lo sfondo che osserva in maniera coerente (ergo muoverebbe E la ipotetica luna, E le stelle che la circondano nella stessa direzione, assecondando un movimento che le porta a muoversi "in blocco" - coerentemente - quasi che fossero tutti oggetti fissi).

Il che NON AVVIENE! L'oggetto anomalo NON CAMBIA la sua posizione SOLO rispetto a CASSINI, MA ANCHE rispetto ai corpi fissi (le stelle) che lo circondano.

L' Oggetto Anomalo si muove lungo una direttrice incongrua rispetto a quella determinata dalla rotazione di CASSINI.

Conclusione: si tratta di un Ufo / Ovni: è un Oggetto Non Identificato, riflettente, situato a distanza indeterminata (ed indeterminabile) da CASSINI, che si sta muovendo rapidissimo ed in maniera anerratica (insomma: quello che gli Ufologi chiamano "movimento intelligente").

E se qualche scettico pensasse ad un dancing pixel, dead pixel o hot pixel ballerino ricordiamo che qui non stiamo osservando dalla Terra lAsteroide 2009 DD 45 stavolta siamo nello Spazio Profondo"

16/01/10

SINDONE: LE BUGIE DEL CICAP




E' di qualche mese fa la notizia che il CICAP, nella persona di Luigi Garlaschelli, avrebbe riprodotto la Sindone in laboratorio. Infatti secondo Simone Angioni: " Dopo tanti anni di ricerche e speculazioni sulla possibilità di riprodurre una copia esatta del telo esposto a Torino, finalmente si è fatta chiarezza: è possibile riprodurre la Sindone con tecniche che esistevano già nel 1300." Così la gran cassa della propaganda positivista cicappina è partita con conferenze stampa, riunioni settarie e relazioni presso università varie, per far sapere al mondo che loro sono riusciti a chiarirci le idee su quanto poco di misterioso ci sia nel lenzuolo che per molti è ancora il sudario di Gesù Cristo. Infatti grazie a Thor, lui ci ha mostrato quanto siano futili eventuali elucubrazioni sulla possibilità storica dell'autenticità e sull'ipotetica sacralità del lenzuolo di Torino. L'immagine è di Gesù Cristo? Ma per favore, è palesemente un falso medievale. Sarebbe la traccia della resurrezione di Nostro Signore? Ma dai, è un po' di pigmento ocra slavato via! Strano che, tranne per gli amici della bocciofila e i soci CICAP, non ci siano tanti altri scienziati disposti a scommettere sul proprio ateismo fideistico in questo modo, ed è ormai chiaro a tutti come il resto del mondo scientifico rifiuti di pronunciarsi sull'autenticità della Sindone, proprio perchè essa possiede delle caratteristiche davvero peculiari non chiarite, non riproducibili, che in seguito analizzeremo. E se pensate che Garlaschelli sia arrivato là dove emeriti specialisti sindonici non poterono in tanti anni, beh vi sbagliate: purtroppo è la solita mezza verità, la solità tattica da venditori di fumo in cerca della ribalta popolare, per apparire 5 minuti nel tg della rai e prendere gli applausi dei loro amici atteggiandosi a grandi uomini di scienza. Ma veniamo ai fatti: Di per sè la Sindone analizzata al microscopio presenta degli elementi che per anni hanno fatto pendere l'ago della bilancia verso l'autenticità storica, verosimilmente databile ai primi anni del cristianesimo. Questo perchè ci sono particolari così precisi ed imprevedibili, come la trama a lische di pesce, i pollini di piante presenti solo in Palestina attorno al primo secolo, nonchè i segni della crocefissione ai polsi, e non nelle mani come nell'iconografia classica medievale, che logicamente punterebbero a tale epoca . Ma perchè allora insinuare ad una truffa proprio risalente a 600-700 anni fa? Perchè Dio non esiste, e su Gesù ci sono poche certezze storiche, ma soprattutto per rispettare il classico stereotipo da reliquia bisogna estirparne il sacro, e dulcis in fundo perchè il test al Carbonio 14 effettuato anni fa impunemente stabilì XIV secolo. Questo è il vero snodo che autorizza i soliti saccenti materialisti convinti a sproloquiare sulla medeivalità della Sindone. Peccato che ormai nessuno lo consideri più valido. Infatti la Sindone è un tormento inaccettabile per le menti squadrate di certi scettici impenitenti, non era possibile permettere che da questo enigma sgorgasse tutta questa spiritualità e tutta questa superstizione: era troppo pericoloso non razionalizzare il mistero, quindi partì la macchina per la campagna di calunnia, che culminò nella datazione al radiocarbonio. C'è da dire che per quanto lo sforzo di banalizzarne il trucco risultò inutile, chiunque provò a replicarla, con statue incandescenti, pitture varie, vapori e radiazioni, si beccò solo un sacco di pernacchie. Le tesi addotte talvolta riguardavano tecniche ed ipotesi così arzigogolate ed assurde (tra le quali la più bella tirerebbe in ballo addirittura Leonardo Da Vinci) da riempire un bestiario ad hoc. Altre volte quando il metodo poteva essere plausibile è sempre cascato l'asino proprio sulle caratteristiche meravigliose del lenzuolo magico. Infatti come per l'imbrattatura di Garlaschelli, resistono almeno 2 caratteristiche mai eguagliate e non ancora spiegabili da nessuno, senza le quali millantare di aver "riprodotto la Sindone" vuol dire mettersi sullo stesso piano del peggior teleimbonitore truffatore wannamarchiano. Nessuno al mondo è ad oggi riuscito a replicare l'incredibile tridimensionalità dell'immagine sindonica, nè tantomeno a risovere l'enigma dele fibre insanguinate, sotto alle quali non ci sono tracce dell'immagine, che quindi risultano essere precedenti all'"impressione" della figura del corpo. Insomma chiunque avesse "riprodotto" con qualche stratagemma le membra del suppliziato, lo ha fatto senza intaccare in nessun modo la fisiologicità della sostanza ematica: nè con bruciature, nè con acidi, nè tantomeno con pitture varie. Nella versione fallace di Garlaschelli, il quale sostiene che la pittura è scomparsa anche grazie all'invecchiamento del tempo, ma sostanzialmente "lavata" via con procedimenti chimici, non si capisce com mai il sangue sia rimasto integro nonostante questa pulizia chimica. Senza dilungarci sulle inesattezze e sugli altri particolari tralasciati dal drappo di Garlaschelli, (nonostante da bravo scolaro abbia avuto la brillante idea di copiare il compitino a tal punto, da tralasciare sì importantissime caratteristiche, ma facendo quattro bellissime bruciature per riprodurre realisticamente i danni dell'incendio del XVI secolo) come l'approssimazione del suo tentativo di tridimensionalità, e il silenzio tombale sul modo in cui poter risparmiare il sangue dalla contaminazione dell'immagine, sappiate solo che l'aggettivo più gettonato dagli esperti è stato "infantile". Ridicolo sarebbe altrettanto corretto, se non fosse che taluni giornali e una manciata di servizi televisivi degli amici del CICAP, abbiano battuto il ferro fino a farlo diventare caldo, tanto che chissà quante menti impreparate e un po' ignoranti si saranno davvero convinte che quel formidabile scienziato di Garlaschelli, abbia davvero svelato l'arcano della Sindone! Capite l'arguzia e la bassezza di tali buffonate? capite il volume dell'acqua tirata al proprio mulino da questi balbuzienti della scienza, e i vantaggi economici e pubblicitari che ne derivano? Riuscite a comprendere il losco e ingannevole percorso di questi burattinai del sapere, il cui unico senso e scopo è accaparrarsi consenso verso il proprio schieramento? Certo che chi conosce il CICAP, i loro metodi, e soprattutto i personaggi che ne fanno parte, non ne sarà sorpreso, e in fondo non potrà che sorridere ad immaginarsi Garlaschelli e Angioni che di nascosto si pitturano le chiappe di "ocra" (e con con tali penosi risultati!). Ma nel contempo non potrà non dolersi nel capire che un altro gradino è stato salito dalla disinformazione, grazie a questa manovra nichilista bugiarda. Ma non basta. Il CICAP, contando sull'ignorante fiducia, tipica del sentito dire del gregge dei propri sostenitori, espone il proprio capolavoro esordendo così: "La datazione al radio carbonio eseguita nel 1988 ha consentito di confermare che il telo fu prodotto proprio in quel periodo", ovviamente accennando alla datazione medievalista. Ecco! di nuovo mentono sapendo di mentire! Una vera e propria scorrettezza, preambolare il discorso con tale assunto mendace. Quando fu pubblicato il risultato dei 3 test effettuati su lembi del lenzuolo, gli scettici scoppiarono a ridere di gioia sbandierando ai 4 venti la loro vittoria trionfale: la ragione aveva finalmente prevalso sulla fede e finalmente si poteva compatire con un ampia gamma di derisioni tracotanti, i poveri fessi ancora convinti del fatto che su quel lino antico ci fosse l'impronta del Cristo. E le facce rilassate di negazionisti storici di mezzo mondo brillarono soddisfatte e un po sfottenti, come dire: lo sapevo.. Quando recentemente venne finalmente messo in dubbio questo risultato parziale, il messaggio era ormai passato e il pregiudizio aveva messo in serio pericolo, il giudizio dell'uomo illuminato e logico che vuol capire. Ma la realtà è che il test è stato effetuato quando le tecnologie applicabili a questo tipo di ricerca erano all'inizio, e con gravi vizi di forma. In oltre bisogna ammettere che per la sua storia, la Sindone ha avuto diversi tipi di contaminazioni che potrebbero aver compromesso un esito sereno di tali risultati, come ad esempio incendi, fumigazioni, compromissioni biologiche note e sconosciute, incalcolabili. Inoltre come sostenuto da più parti, ad esempio lo storico dott. Canfora ( strenuo difensore della tesi del manufatto medievale) il quale: ""concorda (...) sulla inattendibilità dell'esame con il carbonio 14, che colloca l'origine del manufatto nel Medioevo: "(...) il carbonio 14 per oscillazioni di tempo brevi è, più che inattendibile, inutile. Serve a stabilire se una certa selce è del Pleistocene o dell'Età del ferro. Ma per oggetti come la Sindone o il Papiro di Artemidoro affidarsi all'esame del carbonio 14 è ridicolo"."" Quindi o si effettua nuovamente il test e si stabilisce un criterio valido per effettuarlo, senza cadere negli inghippi che annullano il risultato di quello precedente, o basta, non si annoveri più tale misurazione tra le prove addotte da chiunque sostenga la tesi medievalista. Piuttosto se ne discuta esclusivamente a livello storico. Chi continua a farlo come i lestofanti per il controllo delle affermazioni sul paranormale, INGANNA SAPENDO DI FARLO! La cosa abominevole e odiosa è però che molti scienziati, in primis quelli del CICAP, sanno queste cose ma continuano a far finta di niente, o peggio a mentire, cadendo nella stessa miopia fuorviante tipica proprio dell'atteggiamento fideistico che vorrebbero combattere, dimostrando una volta di più (ove necessario) la propria inadeguatezza nell'ergersi a misuratori delle cose, obiettivi svelatori di misteri. Esiste qualcosa di peggio di chi in nome della ragione e della verità inganna sapendo di farlo, o presenta i fatti nell'ottica parziale delle proprie convinzioni, per giungere forzatamente proprio a quei risultati voluti in partenza? Per questioni di principio lo squallore che emana da questa vicenda è disdicevole e la bassezza di tale raggiro è spregevole. Con questo non si sta dicendo che la Sindone è sacra o magica, me ne sbatto di cosa rappresenta, ma sappiate che se volessimo far di conto e calcolare le probabilità del fatto che sia autentica e che l'uomo ritratto su di essa sia Gesù di Nazaret.. beh sono davvero molto, mooolto elevate. Seriamente. Ad oggi poi un nuovo elemento è saltato agli occhi degli esperti. Infatti come già notato anni fa, esiste l'immagine delle lettere di un probabile cartiglio, collocato sulla sindone, di cui nessuno vi ha mai parlato. Oggi finalmente la dottoressa B. Frale, esimia ricercatrice, Officiale responsabile degli Archivi Vaticani, ha finalmente aperto una nuova era nello studio storico del lenzuolo più famoso del mondo, traducendo quei pochi brani del probabile cartiglio che giacque sul telo di lino, che ossidatosi col tempo, subendo probabilmente lo stesso fenomeno sconosciuto che impressionò l'immagine della Sindone, lasciò la sua impronta. Secondo la dottoressa Frale (come scritto nel libro "La Sindone di Gesù Nazareno") queste scritte sarebbero l'impronta di documenti per l'identificazione della posizione burocratica della salma, che se autenticate, indubbiamente collocherebbero il lenzuolo all'anno 30 D.C., confermando che al suo interno si trovò il corpo di Gesù Cristo. Tutto combacia. Le scritte sarebbero in latino, ove porterebbero il "visto" del governatore romano riguardante il verdetto del Sinedrio, il quale scritto in aramaico conterrebbe proprio l'accusa di sobillazione del popolo imputata a Gesù. In greco invece sarebbero state riportate le disposizioni legali religiose per il trattamento della salma, la quale a causa del delitto commesso, avrebbe dovuto riposare per un anno in un sepolcro pubblico, per purificarsi e poter essere ospitato in seguito nel sacro sepolcro di famiglia. Molti personaggi a livelli trasversali non accettano tali conclusioni, farfugliando di lettere invisibili ed errori grammaticali; fatto sta che a livello storico, tutto sembra più che plausibile. In fatti le 3 lingue erano quelle parlate in Palestina a quei tempi, sotto il dominio dell' Impero Romano all'epoca di Tiberio. Le disposizioni legali burocratiche e l'ipotetico cartiglio , probabilmente applicato al sudario da un ufficiale romano dello Stato Civile , corrispondono a plausibilità storica, e la data del 30 D.C. è quella più verosimile per la morte storica di Gesù. Perchè allora se a livello scientifico tutto punta verso l'autenticita del lenzuolo, e a livello storico tutto sembra richiamare la figura di Gesù Cristo il Nazareno, ancora si esclude scientificamente la possibilità che lo sia? Perchè taluni scienziati si affannano ancora a confutarne le certezze, piuttosto che a confermarne gli elementi peculiari? Di cosa si ha paura??
Uno dei pochi ricercatori sereni è proprio uno della primissima ora, ed è forse il più preparato scienziato che abbia studiato a fondo la Sindone. Questi è il dott. Baima Bollone, docente di Anatomopatologia all'Università di Torino. Egli sostiene che la così detta Sindone è: un lenzuolo funerario che è stato messo sotto il cadavere, poi adagiato sopra e chiuso ai piedi. Se ne vede l'immagine del lato superiore ed inferiore. E' certamente l'immagine di un cadavere. E' la posizione di rigor mortis di un uomo crocifisso, presentante un ampia lesione sul costato da cui è fuoriuscito sangue dopo la morte. Quando ancora vivo deve aver subito diverse lesioni da flagellazione e l' imposizione di un casco di spine sul capo. Per la posizione dei chiodi nelle membra, 'inchiodamento è quello tipico della crocifissione romana. L'uomo a cui appartiene il cadavere era snello, alto e di tipo semitico. Il sangue è vero sangue umano: non è un dipinto, non è un falso. Baima Bollone sostiene che la riproduzione di Garlaschelli, "che è stata così pubblicizzata recentemente" è grossolana, e non riporta le principali caratteristiche peculiari del lenzuolo originale. Infatti sul lenzuolo esiste un divario tra le macchie di sangue e le immagini corporee. Ovvero le macchie di sangue vitale sono state versate prima della produzione delle immagini (come già spiegato in precedenza infatti, al di sotto delle macchie di sangue non vi è traccia delle immagini). Per di più esiste una discrepanza topografica tra le macchie e le immagini: man mano che ci si allontana dal centro del lenzuolo verso la periferia, le macchie ematiche presentano un allargamento, la classica deformazione da contatto, come raddrizzando una superficie curvilinea, mentre le immagini, del volto ad esempio, hanno una caratteristica proiezione lineare, oltre che tridimensionale: pur nascendo da una superficie "curvilinea" (quella del capo) non hanno tale deformazione. Questa enigmatica disposizione dei fattori rimane infalsificata (da Garlaschelli) ed al momento infalsificabile. Secondo l'esimio professore (che la sa lunga) la Sindone non è un manufatto, ma una realtà archeologica. In conclusione non vi sono certezze scientifiche sulla datazione e sull'identità dell'uomo della Sindone, ma tutti gli indizi logici indicano che, per lo meno storicamente, sembra davvero autentica. Le probabilità sono di gran lunga superiori a quelle richiamanti ad un'ipotesi di falsificazione medievale, a maggior ragione se considerato un manufatto. Capisco la frustrazione di Garlaschelli, del CICAP, e di tutte quelle teste d'uovo che vorrebbero distruggere ed eliminare il meraviglioso da questo mondo, e razionalizzare il mistero anche di questo oggetto. Ma non è certo con 4 stracci dipinti con sostanze disponibili nel XIV secolo, che si può spiegare un enigma come quello in questione, così come non si può eliminare l'ipotesi che esistano poteri psichici sconosciuti ed eventi metafisici reali per il fatto che nei loro laboratori non si possano provare scientificamente. La mentalità della negazione non paga in questo campo, e fino a quando il CICAP o chi per essi non si renderanno conto che il cosmo non è fatto a misura d'uomo, continueranno a prendere sonore cantonate come in questo caso. La scienza deve essere affascinante, ma soprattutto affascinata dal mistero, non porsi ad esso in posizione di pregiudizievole superiorità. Sciocchezze come questo esperimento verranno presto dimenticate, così come i protagonisti di questa storia, ma possiamo dire lo stesso del messaggio che hanno insinuato? Resta infinita tristezza per la mancanza d'umiltà, ma soprattutto per l'atteggiamento meschino, di chi pur avendo idea della meraviglia insita in certi fatti delle umane esperienze, preferisca temere l'ignoto anzichè percorrerlo nella sua avventurosa ricerca, e guadagnandosi con la paura il diritto di ergersi a giudice assoluto, inganna gli uomini, esaltando la propria cecità a virtù sublime.
Qui la puntata dedicata alla sindone di "Alle 9 in punto" programma radiofonico condotto da Oscar Giannino, che richiamato la mia attenzione sul caso.

04/01/10

LOS ROQUES: MISTERO ANCORA SENZA RISPOSTA


Oggi 4 gennaio cade inaccettabile, il triste anniversario dell'incidente avvenuto nel 2008 a Los Roques, località turistica in Venezuela, dove scomparvero insieme al bimotore sul quale stavano viaggiando, 14 passeggeri di cui 8 cittadini italiani. Non si capisce come al giorno d'oggi sia ancora possibile che un aereo e il suo contenuto scompaiano senza lasciare la benchè minima traccia, ma per chi non lo sapesse i misteri di questa tragedia sono numerosi e grotteschi, attorniati da elementi talmente assurdi ed inquietanti da rendere la questione un insensato intrico insolvibile. Da anni i familiari delle vittime si battono per trovare la verità, e sostenere le ricerche costa fatica e soldi, nonchè tanto coraggio per mantenere un barlume di speranza tenendo viva l'attenzione sul caso. Subito dopo la scomparsa sembra il classico incidente aereo: compagnia aerea di rottami volanti, scarso ausilio di tecnologie appropriate. Ma il comandante ha lanciato il May Day ad una ventina di miglia dalla costa, si conosce il luogo preciso dove avrebbe dovuto ammarare, e ci sono diversi altri mezzi dislocati in zona che iniziano subito le ricerche, sia dall'aria che dall'oceano. Niente, neanche un indizio utile per indirizzare i soccorsi. Poi con il conseguente coinvolgimento delle istituzioni locali ed italiane e una caccia al relitto approfondita, inizia a delinearsi il mistero. Dapprima sembra idividuarsi la chiazza di cherosene in acqua, poi si ipotizza che la carlinga giaccia sul fondale, ma i relitti trovati non possono appartenere al Transaven, bimotore ad elica YV2081, marca LET-410 UVP-E. Effettivamente non è il primo aereo ad inabissarsi in quella zona. Intanto gli investigatori riescono a raccogliere le informazioni più scottanti che le autorità venezuelane in vano tentavano di celare e vengono a galla tutte le contraddizioni del caso. Il primo dato incredibile è che non si sia mai identificato neanche il più piccolo resto dell'aereo o qualsiasi oggetto galleggiabile riconducibile al disastro, cosa davvero inusuale per un impatto in acqua. Ma c'è molto di più. Innanzitutto non vi è certezza sul numero esatto dei passeggeri che va da 14 (compreso il pilota) a 18, il chè lascerebbe aperta la porta ad ipotesi terribili come l'eventuale dirottamento del velivolo da parte di non meglio identificati narcotrafficanti, opzione tra l'altro non così astrusa. Stranamente solo 10 giorni dopo viene ripescato il solo cadavere del copilota con relativo salvagente semigonfiato, ritrovamento che potrebbe voler dire che in qualche modo l'aereo ha ammarato in acqua, e l'uomo è riuscito ad uscire dal relitto, mentre invece gli altri passeggeri, bloccati dalla cintura di sicurezza, sarebbero sprofondati orribilmente sul fondo del mare senza riuscire a liberarsi, perchè come già detto non c'è nessun altro rinvenimento. Oppure, essendo il copilota l'unico a non doversi legare con le cinture per mostrare ai passeggeri le istruzioni da seguire durante le manovre per l'ammaraggio, una volta affondato l'aereo, sia poi fuoriuscito dal velivolo schiantato dalla pressione, affiorando in un secondo momento. Dato incomprensibile però resta il fatto che non viene trovata acqua nei suoi polmoni. Ma non solo: è assolutamente sospetta l'identità di tale cadavere, poichè nella relazione dell' Anatomopatologo Dr. Cipolloni si sostiene che non vi siano le tipiche lesioni da impatto, e che la salma, nonostante sia irriconoscibile, risulta "fresca", non certo come dovrebbe essere dopo 10 giorni di deriva nell'oceano. Inoltre il metodo d'identificazione effettuata dalle autorità venezuelane si basa su una protesi dentale assente, i cui preposti alveoli gengivali risulterebbero inadatti a ricevere lo stesso, e su un orologio per nulla ossidato dalla lunga permanenza in acqua salata, tra l'altro fermo a due ore prima dell'ora della scomparsa dell'aereo. Le ipotesi derivanti da questo unico elemento ritrovato nelle acque antistanti Los Roques porterebbero dunque a diversi scenari, ma vista l'evidente approssimazione colposa in merito alle indagini delle autorità locali, sembrerebbe da escludersi il semplice incidente aereo, ma al contrario l'imbarazzante e goffo tentativo di depistaggio ipotizzato a carico dei venezuelani, porterebbe a pensare più ad un dirottamento. Certo è che per il buon nome dell'apparato turistico della zona, prima si conclude l'affare, prima si può dimenticare l'accaduto e far ripartire il carrozzone turistico, in zone in cui sopravvivere coincide con il ripristinare l'afflusso di dollari ed euro dei vacanzieri stranieri. Per questo la frettolosità dimostrata dalle autorità locali nel voler dare un senso compiuto alla sciagura, potrebbe semplicemente significare la volontà di dimenticare e ripartire. Certamente comprensibile, ma davvero esecrabile. Non si possono dimenticare Paolo, Bruna, Emma, Sofia, Stefano, Fabiola, Annalisa e Rita, come se fosse stato una tragica fatalità irripetibile, perchè potrebbe succedere di nuovo, è già successo, 10 anni prima a Mario Parolo e Teresa de Bellis, e conoscere il destino di queste persone significa dare pace a tutte le moltissime altre che da anni piangono, sperano e disperano nell' insopportabile attesa di notizie dei propri cari. Comunque i parenti delle vittime tengono duro, e recentemente sono riusciti a strappare alle istituzioni di entrambi i paesi, la promessa di iniziare finalmente una nuova ed approfondita ricerca sottomarina del relitto. Ce n'è voluto, soprattutto per colpa delle mille parole tradite, degli infiniti ritardi e dell'incomprensibile disinteresse generale venezuelano, che poi d'altra parte si è scoperto aver secretato alcuni dei risultati dell'indagine interna, come nella più classica e proverbiale ambiguità da dittatura sudamericana, lasciando pertanto immaginare di essere in possesso di qualche indizio inconfessabile. Cosa mai avranno da nascondere se, come dicono, è stato un banale incidente aereo? Certo è che più passa il tempo e più le speranze diminuiscono, ma cosa dovrebbero pensare gli amici e i parenti di Fabiola, il cui cellulare ha squillato libero 24 ore circa dopo l'incidente, ( e non solo il suo) quando avrebbe dovuto essere muto, sepolto in fondo all'oceano? Cosa devono augurarsi tutti quelli che ancora aspettano una misera briciola di verità, per mettersi finalmente l'anima in pace? Davvero le autorità hanno fatto tutto il possibile per trovare l'aereo e i suoi passeggeri? Cosa potrebbero aver nascosto per far tornare le acque calme e riprendere a spennare i turisti, o evitare di scoperchiare il pentolone con un'altro incidente politico-internazionale riguardante la discutibile gestione della guerra al narcotraffico venezuelana? Come già scritto su queste pagine, capita che al mondo gi aerei scompaiano misteriosamente e le vittime non possano godere mai di pace e giustizia. Potrebbe succedere di nuovo, è già successo, e niente e nessuno lo potrà evitare, ma la memoria e la speranza è tutto ciò che abbiamo, poichè dimenticare vorrebe dire rassegnarsi, non pretendere la verità significa diventarne complici.