Lo scettico non sempre approfondisce; il complottista spesso esagera. COME FARE? SCIENZA, INFORMAZIONE, MISTERO, UFO, PARANORMALE, FENOMENI SCONOSCIUTI, scie chimiche, archeologia e tutte LE MISTERIOSE CONTRADDIZIONI di questo mondo. Ricerco al fine di offrire un'informazione seria e verificata il più possibile, su ciò che la scienza ancora non vuole o non riesce a comprendere completamente. Ovviamente è il mio punto di vista, e mi aspetto che tu dica la tua. BENVENUTO
26/04/10
GLI UFO E LA LOTTA CONTRO I MULINI A VENTO
Questo video NASA vecchiotto è della missione Space Shuttle STS 80, noto e famosissimo, soprattutto per gli appassionati ufo, poichè è uno dei filmati presente nel documentario "Secret Space" di J. Escamilla.
Per chi non l'avesse mai visto è un documentario in 2 parti (Moon rising e Secret space 2) che malgrado qualche errore vale davvero la pena di vedere, non solo per le intriganti tesi sostenute da Escamilla, che seppur condivisibili ed affascinanti talvolta non hanno solide prove a sostegno, ma anche per la quantità e la qualità di immagini come queste, immancabili per chi ha a cuore la divulgazione e la comprensione del fenomeno ufo.
In questo video autentico si vedono degli oggetti circolari provenire dallo spazio esterno ed entrare nella atmosfera terrestre.
Nel farlo sembra che mutino il loro aspetto assumendo una certa trasparenza (qualità riconducibile agli ufo anche tramite diversi filmati terrestri) continuando ad allontanarsi dallo Shuttle in direzione Terra, per poi stazionare all'interno di una tempesta, come se interessati alla forte concentrazione elettrica.
Infatti secondo Escamilla gli oggetti si fermerebbero in quel punto, non certo piacevole, per ricavarne una qualche forma di rifornimento energetico.
Da una stima approssimativa gli oggetti più grandi avrebbero una dimensione sconcertante, ovvero all'incirca un miglio e mezzo di diametro.
Che io sappia la NASA (come suo solito) non ha mai commentato le immagini, e scommetto che gli orbi e gli scettici come al solito si nasconderanno dietro alle solite risibili confutazioni fatte di spazzatura spaziale, riflessi, gocce d'acqua sui finestrini e arrampicate vetrose varie.
Che sia chiaro, con questo non si sta dicendo che in molti casi queste non siano spiegazioni valide per razionalizzare i presunti ufo di molte immagini NASA, e penso che sia impossibile escludere al 100 % che gli oggetti in questione non siano normalizzabili da qualche spiegazione razionale, ma in mancanza di prove certe bisognerebbe avere la lucidità intellettuale di dare a Cesare quel che è di Cesare, probabilmente.
Ovvero: se vogliamo ragionare senza preconcetti e se ammettiamo la possibilità che gli ufo esistono (e sfido chiunque a dimostrare il contrario) è difficile per esclusione logica propendere per improbabili detriti spaziali, poichè la forma, le dimensioni, i movimenti "intelligenti", l'apparente disposizione "in formazione" e tutto l'insieme di questi fattori, invogliano a indicare con maggior probabilità che questi siano degli oggetti volanti non identificati in grado di viaggiare nello spazio.
In effetti deve essersene accorto anche l'astronauta che in quel momento manovrava l'obiettivo della videocamera, perchè ad un certo punto stringe l'inquadratura zoommando su alcuni di questi ufo, cercando di dare maggior risoluzione a questi oggetti, con visibile interesse.
Dopo tutti i discorsi nichilisti della NASA, tendenti ad rasare a zero ogni possibile forma di vita nello spazio (per poi trovare acqua dappertutto) e qualsiasi speculazione ufologica, rilasciare il solito filmato ambiguo senza commentare, porta alle solite possibili speculazioni complottiste, secondo le quali è pacifico che la stessa organizzazione americana celi e sia a conoscienza della scomoda verità che svolazza nei nostri cieli iperuranici, ma che cerchi di emanciparsi dal peso di questo ormai insostenibile segreto, poichè sembra giunto il tempo per una parziale, graduale disclosure. L'unico modo per ammettere implicitamente il proprio coinvolgimento senza compromettersi, è quello di divulgare immagini come queste fingendo una trasparenza che non ha mai dimostrato davvero, utile a mostrarsi onesta per censurare più comodamente le terribili conoscenze che possiede, per non sconvolgere, dicono, gli equilibri politico-economico-finanziari, e per mantenere il vantaggio che il sapere garantisce, nei confronti di tutte le altre tecnoplutocrazie.
Possibile però che tutte le speculazioni ufologiche di complotto suonino così macchinose e machiavelliche, e che la realtà sia così ambiguamente strumentalizzata, da rendersi irraggiungibile, nella sua rivoluzionaria semplicità?
Personalmente le ipotesi sono due: o è davvero un mondo di "man in black", e qualcuno ne manovra i fili sapientemente, o regna assoluto il disorientamento più totale, persino là dove i segreti vengono gestiti e custoditi.
E' tutto troppo confuso, mal celato, rozzamente indirizzato, mai puntualizzato.
Se si vuole essere complottisti si sostiene il fatto che tutto ciò è dovuto alla volontà dei potenti, di non voler dare punti di svolta alla ricerca, mescolando il vero con il verosimile e col falso, per negare qualsasi risposta.
Se si cerca di essere possibilisti invece bisogna accettare l'idea che anche la NASA, gli Usa e tutti gli altri detentori delle chiavi, vaghino a folate nella nebbia più totale, ammiccando, negando, celando ma lasciando trasparire sempre qualcosa, senza mai compromettersi del tutto, ma neanche prendendosi responsabilità imbarazzanti, schiacciati dal peso del ruolo di primo piano che si arrogano, non sapendone gestire però nè la comunicazione, nè la condivisione del tesoro nozionistico accumulato nei decenni.
Personalmente continuo a non capire, o meglio più conosco in questo campo e meno riesco a delineare una struttura identificabile.
Per non parlare di quegli oggetti circolari che vanno e vengono dal nostro pianeta: nostri? loro? se loro, chi sono costoro? cosa vogliono?
Passano gli anni ma nulla di nuovo rivoluziona il nostro comprendonio, tutto tace e rimane com'era, come da sempre si è voluto che fosse.
Dura è la lotta di chi, desideroso di combattere, non sa riconoscere davvero il proprio nemico, e indirizzare la sua spada.
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W.B.
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18/04/10
10/04/10
SINDONE: QUALE IL VERO MIRACOLO?
Siccome da domani 10 aprile, la Sindone sarà esposta per alcune settimane, fino al 23 maggio, colgo l'occasione per condividere alcuni spunti ulteriori, rispetto al post precedentemente comparso su questo blog: "Sindone: le bugie del CICAP", sul lenzuolo conservato a Torino. Come molti sapranno non esiste una verità scientifica, per ora, che possa catalogare l'artefatto sindonico nella categoria del "manufatto artistico", e tanto meno esiste un metodo attendibile per valutarne l'età, o teorie inattaccabili per spiegare le peculiarità uniche delle tracce del corpo del suppliziato impresse sul lino. Insomma la Sindone resta un mistero assoluto, ancor più affascinante poichè secondo recenti analisi si è stabilito che l'evento che produsse l'immagine dell'uomo sindonico sul telo, oltre ad essere qualcosa di incredibilmente potente, avvenne presumibilmente da 36 a 48 ore dopo la morte del crocifisso.
In somma un'altro indizio ricostruibile solo dall'uomo tecnologico che richiama alla storia dei Vangeli, e che nel contempo allontana ulteriormente (se ce ne fosse ancora bisogno) la tesi che vorrebbe la Sindone un manufatto reliquiario medievale.
Insomma niente per adesso impedisce ai credenti di ritenere la sua formazione un prodigio divino, la prova del miracolo della Resurrezione.
Un altro aspetto emerso di recente, è relativo alla posizione del cadavere ospitato per quei due giorni dal sudario. E' stato osservato che anche questa caratteristica è compatibile con quella reale derivante dalla posizione di rigor mortis tipica della morte in croce, ovvero con il capo e le spalle leggermente inclinati verso il basso, le gambe lievemente piegate ed i piedi allungati in avanti.
Ora, per spiegare la corrispondenza totale con tutte le caratteristiche fisiche della Passione di Cristo riscontrate scientificamente sulla Sindone, e se a tutti i costi volessimo ignorare gran parte dei fatti ed ostinarci a ricostruire un'eventuale origine medievale, l'unica ipotesi realistica resta la più raccapricciante. Infatti a questo punto l'unica via che avrebbe potuto percorrere il geniale falsificatore per ricostruire meticolosamente il lenzuolo funerario di Gesù Cristo, sarebbe stata quella di utilizzare un uomo in carne ed ossa e di sottoporlo, uno ad uno, ai tremendi supplizi patiti dal Figlio di Dio fino ad ucciderlo, mettendolo in croce.
Davvero un'ipotesi sinistra quanto inverosimile.
Il tutto senza considerare la lungimirante scelta del tessuto, il quale oltre ad essere identico a quello in uso nel primo secolo in Terra Santa, avrebbe dovuto in qualche modo essere cosparso dei pollini che in antichità permeavano quella zona o in alternativa avrebbe dovuto sceglierne uno antico di milletrecento anni facendolo pervenire dai dintorni di Gerusalemme (infatti sulla Sindone sono stati trovati pollini tipici della Palestina, caratteristici del periodo storico concomitante a quello della vita di Gesù).
Nell'immaginare tale ipotesi, è inutile sottolineare quanto il rasoio della logica della semplicità porti ad escludere tale laboriosa e macabra ricostruzione, preferendole di gran lunga una raffigurazione più semplice nella fattura ma altrettanto evocativa nella forma. La reliquia sarebbe stata lo stesso d'effetto, anzi, magari sarebbe potuta apparire molto più significativa, se meglio dipinta, la quale non avrebbe di certo destato nessun sospetto e sarebbe senz'altro bastata al semplice sguardo del fedele medievale. Difficile in vero ipotizzare tanta cura per i posteri, ignorando che un giorno i cristiani avrebbero avuto a disposizione microscopi a scansione elettronica per testarne l'autenticità.
In oltre per quanto si possa ipotizzare per assurdo l'interesse dell'artista ad ottenere l'effetto vedo/non vedo, resta comunque la grande incognita sulla tecnica usata per produrre l'immagine in quel modo atipico, tale per cui al di sotto del sangue non vi è l'impronta del corpo, ma soprattutto concepita in modo tale che non riporti la caratteristica traccia distorta, tipica della formazione per contatto, ma presenti la figura umana "in proiezione" praticamente per ascesa.
In ultimo, particolare davvero bizzarro, nella sua immaginifica resa della resurrezione, l'ipotetico falsario avrebbe ideato una peculiare stratificazione delle fibre per la sua Sindone, le quali mostrano l'immagine del corpo sui due strati esterni del lenzuolo, ma non in quelli interni (dove invece è presente il sangue, poichè assorbito normalmente).
Ammettiamo una scomoda realtà: se non fosse per quello sciagurato test del Carbonio14 effettuato qualche anno fa, che indusse in errore un'intera generazione di sindonologi suggerendo una datazione medievale del lenzuolo, nessuno, nemmeno lo scettico più miope, avrebbe ancora il coraggio di sostenere l'improbabile tesi del manufatto.
E' oggettivamente contro ogni logica sensata perdurare in questa ipotesi, a maggior ragione oggi, dal momento che il famoso test è stato del tutto invalidato, e non solo per le effettive lacune metodologiche. Infatti la Sindone ha subito diversi tipi di contaminazioni durante le sue peregrinazioni, come ad esempio durante l'incendio del 1532 o le continue ostensioni in luoghi fumosi come chiese e cattedrali (si pensi anche solo al possibile carbonio assorbito dal fiato umano dei fedeli in adorazione) ed inoltre risulta incalcolabile il grado di compromissione chimica accumulato durante i misteriosi primi secoli della sua esistenza, non potendo conoscere con certezza i metodi scelti per la sua conservazione o per il suo restauro.
In merito alla possibile datazione dunque, tutto questo probabilmente sarebbe già troppo per un reperto organico adatto alla datazione con il metodo del radiocarbonio, contando poi che è universalmente noto, quanto la stessa tecnica d'indagine sia del tutto inadeguata per valutare reperti così recenti, non rimane altro da fare che escludere il risultato improprio di questa valutazione e cercarne un altro che possa, scientificamente, datare con maggiore pertinenza l'artefatto sindonico.
Tra l'altro un ulteriore elemento che invalida del tutto il risultato del famoso test, è la pessima scelta del lembo di lenzuolo prelevato dalla Sindone. Infatti lo stesso Ray Rogers, esperto scettico impenitente, accanito sostenitore del risultato del test, dovette in fin di vita ricredersi, notando che nel rimasuglio di tessuto avanzato dalla campionatura del telo, era effettivamente presente del cotone. Questa era la prova che la Sindone nel corso dei secoli (probabilmente in seguito a delle lacerazioni) era stata "rattoppata" e in qualche modo sapientemente camuffata per apparire intatta ad occhio nudo, come sostenuto precedentemente da due dilettanti investigatori sindonici, Benford e Marino.
Ovviamente i lembi di tessuto sezionati, appartenevano proprio a quel piccolo settore del grande telo, restaurato col cotone, probabilmente risalente al XVI secolo.
Quando la sfortuna ci si mette...
Comunque sono ben pochi i sostenitori della tesi medievalista che non fanno mistero di tale errore, compresi quelli del CICAP, che continuano tranquillamente a sostenere la loro incoerente tesi, seppur inattendibile dal punto di vista scientifico.
A proposito del Comitato controllore del Paranormale, qualche mese è passato dal tentativo di Garlaschelli, (uomo della parrocchia di Piero Angela), il quale ha il torto di avere avuto il cattivo gusto scientifico, di sostenere di aver riprodotto la Sindone con metodi medievali.
Ad oggi NESSUNO è riuscito a riprodurre, neanche lontanamente, un'immagine simile del "sacro lenzuolo". Quella di Garlaschelli è un'imitazione grottesca, un dipinto chimico con tecniche medievali che nulla ha a che vedere con la vera Sindone, specialmente nelle sue portentose caratteristiche peculiari.
Ma tanta applicazione non risulta un inutile esercizio di stile. Seppur nelle intenzioni abbia voluto dimostrare come sarebbe stato possibile per un artista medievale produrre" l'effetto Sindone", ha in realtà dato un elemento su cui riflettere di opposto significato. Quello di Garlaschelli infatti mostra implicitamente proprio cosa non è il lenzuolo di Torino, ovvero un manufatto medievale, poichè per assurdo il valore che ha, è proprio quello di dirci come sarebbe stato l'artefatto sindonico se in effetti fosse stato fatto in quel periodo.
Spero che chiunque abbia investito la propria credibilità sindonologica in tale esperimento, abbia il senso dell'umorismo.
Comunque volendo per forza effettuare nuovamente il test del Carbonio 14, ci sarebbero dei campioni perfetti a disposizione, poichè già asportati dalla Sindone.
In effetti durante una delle ultime operazioni di restauro, dovrebbero essere stati eliminati i lembi di telo carbonizzati nell'incendio di Chambery del XVI secolo, e siccome di un oggetto così prezioso non si butta via niente, dovrebbero essere stati meticolosamente conservati.
Ad oggi il lenzuolo è stato irrimediabilmente contaminato con il Timolo, un antiparassitario usato per proteggere la custodia sindonica, per di più la Chiesa ha decretato temporaneamente la fine degli esperimenti.
Restano però quei pezzi carbonizzati di lino, i quali senza intaccare nuovamente la Sindone potrebbero essere usati per il test, poichè secondo alcuni scienziati da questi (e solo da questi) si potrebbero ancora separare le molecole di Carbonio originale, da quelle derivanti dalla contaminazione del Timolo.
In conclusione sono molte le cose che si sono desunte da questo reperto archeologico, specialmente in questi ultimi quaranta anni, le quali se ci hanno detto moltissime cose sulla sua natura fisica, non hanno portato però a nessuna conclusione esaustiva per la sua comprensione. Essa ci è stata tramandata così, e così è rimasta: un enigma il cui segreto resta inattaccabile quanto inconcepibile, per gli occhi e le tecniche dell'uomo, attraverso i secoli.
Le ultime ipotesi "scientifiche" parlano di una forza necessaria pari ad un'esplosione nucleare, o ad un fulmine, per tentare di dare una spiegazione alla straordinaria formazione di tale immagine.
Siamo davvero alle soglie del miracoloso.
A guardare bene però, il vero miracolo sarebbe scoprire che la Sindone è davvero un manufatto medievale. Se così fosse infatti, vorrebbe dire che un genio nel XIV secolo è riuscito ad inventare un metodo per realizzare qualcosa che l'uomo tecnologico contemporaneo non è in grado di spiegare, tanto meno di replicare, nonostante tutta la sua scienza.
Tra questo e la Resurrezione quale sarebbe dunque il vero miracolo?
In somma un'altro indizio ricostruibile solo dall'uomo tecnologico che richiama alla storia dei Vangeli, e che nel contempo allontana ulteriormente (se ce ne fosse ancora bisogno) la tesi che vorrebbe la Sindone un manufatto reliquiario medievale.
Insomma niente per adesso impedisce ai credenti di ritenere la sua formazione un prodigio divino, la prova del miracolo della Resurrezione.
Un altro aspetto emerso di recente, è relativo alla posizione del cadavere ospitato per quei due giorni dal sudario. E' stato osservato che anche questa caratteristica è compatibile con quella reale derivante dalla posizione di rigor mortis tipica della morte in croce, ovvero con il capo e le spalle leggermente inclinati verso il basso, le gambe lievemente piegate ed i piedi allungati in avanti.
Ora, per spiegare la corrispondenza totale con tutte le caratteristiche fisiche della Passione di Cristo riscontrate scientificamente sulla Sindone, e se a tutti i costi volessimo ignorare gran parte dei fatti ed ostinarci a ricostruire un'eventuale origine medievale, l'unica ipotesi realistica resta la più raccapricciante. Infatti a questo punto l'unica via che avrebbe potuto percorrere il geniale falsificatore per ricostruire meticolosamente il lenzuolo funerario di Gesù Cristo, sarebbe stata quella di utilizzare un uomo in carne ed ossa e di sottoporlo, uno ad uno, ai tremendi supplizi patiti dal Figlio di Dio fino ad ucciderlo, mettendolo in croce.
Davvero un'ipotesi sinistra quanto inverosimile.
Il tutto senza considerare la lungimirante scelta del tessuto, il quale oltre ad essere identico a quello in uso nel primo secolo in Terra Santa, avrebbe dovuto in qualche modo essere cosparso dei pollini che in antichità permeavano quella zona o in alternativa avrebbe dovuto sceglierne uno antico di milletrecento anni facendolo pervenire dai dintorni di Gerusalemme (infatti sulla Sindone sono stati trovati pollini tipici della Palestina, caratteristici del periodo storico concomitante a quello della vita di Gesù).
Nell'immaginare tale ipotesi, è inutile sottolineare quanto il rasoio della logica della semplicità porti ad escludere tale laboriosa e macabra ricostruzione, preferendole di gran lunga una raffigurazione più semplice nella fattura ma altrettanto evocativa nella forma. La reliquia sarebbe stata lo stesso d'effetto, anzi, magari sarebbe potuta apparire molto più significativa, se meglio dipinta, la quale non avrebbe di certo destato nessun sospetto e sarebbe senz'altro bastata al semplice sguardo del fedele medievale. Difficile in vero ipotizzare tanta cura per i posteri, ignorando che un giorno i cristiani avrebbero avuto a disposizione microscopi a scansione elettronica per testarne l'autenticità.
In oltre per quanto si possa ipotizzare per assurdo l'interesse dell'artista ad ottenere l'effetto vedo/non vedo, resta comunque la grande incognita sulla tecnica usata per produrre l'immagine in quel modo atipico, tale per cui al di sotto del sangue non vi è l'impronta del corpo, ma soprattutto concepita in modo tale che non riporti la caratteristica traccia distorta, tipica della formazione per contatto, ma presenti la figura umana "in proiezione" praticamente per ascesa.
In ultimo, particolare davvero bizzarro, nella sua immaginifica resa della resurrezione, l'ipotetico falsario avrebbe ideato una peculiare stratificazione delle fibre per la sua Sindone, le quali mostrano l'immagine del corpo sui due strati esterni del lenzuolo, ma non in quelli interni (dove invece è presente il sangue, poichè assorbito normalmente).
Ammettiamo una scomoda realtà: se non fosse per quello sciagurato test del Carbonio14 effettuato qualche anno fa, che indusse in errore un'intera generazione di sindonologi suggerendo una datazione medievale del lenzuolo, nessuno, nemmeno lo scettico più miope, avrebbe ancora il coraggio di sostenere l'improbabile tesi del manufatto.
E' oggettivamente contro ogni logica sensata perdurare in questa ipotesi, a maggior ragione oggi, dal momento che il famoso test è stato del tutto invalidato, e non solo per le effettive lacune metodologiche. Infatti la Sindone ha subito diversi tipi di contaminazioni durante le sue peregrinazioni, come ad esempio durante l'incendio del 1532 o le continue ostensioni in luoghi fumosi come chiese e cattedrali (si pensi anche solo al possibile carbonio assorbito dal fiato umano dei fedeli in adorazione) ed inoltre risulta incalcolabile il grado di compromissione chimica accumulato durante i misteriosi primi secoli della sua esistenza, non potendo conoscere con certezza i metodi scelti per la sua conservazione o per il suo restauro.
In merito alla possibile datazione dunque, tutto questo probabilmente sarebbe già troppo per un reperto organico adatto alla datazione con il metodo del radiocarbonio, contando poi che è universalmente noto, quanto la stessa tecnica d'indagine sia del tutto inadeguata per valutare reperti così recenti, non rimane altro da fare che escludere il risultato improprio di questa valutazione e cercarne un altro che possa, scientificamente, datare con maggiore pertinenza l'artefatto sindonico.
Tra l'altro un ulteriore elemento che invalida del tutto il risultato del famoso test, è la pessima scelta del lembo di lenzuolo prelevato dalla Sindone. Infatti lo stesso Ray Rogers, esperto scettico impenitente, accanito sostenitore del risultato del test, dovette in fin di vita ricredersi, notando che nel rimasuglio di tessuto avanzato dalla campionatura del telo, era effettivamente presente del cotone. Questa era la prova che la Sindone nel corso dei secoli (probabilmente in seguito a delle lacerazioni) era stata "rattoppata" e in qualche modo sapientemente camuffata per apparire intatta ad occhio nudo, come sostenuto precedentemente da due dilettanti investigatori sindonici, Benford e Marino.
Ovviamente i lembi di tessuto sezionati, appartenevano proprio a quel piccolo settore del grande telo, restaurato col cotone, probabilmente risalente al XVI secolo.
Quando la sfortuna ci si mette...
Comunque sono ben pochi i sostenitori della tesi medievalista che non fanno mistero di tale errore, compresi quelli del CICAP, che continuano tranquillamente a sostenere la loro incoerente tesi, seppur inattendibile dal punto di vista scientifico.
A proposito del Comitato controllore del Paranormale, qualche mese è passato dal tentativo di Garlaschelli, (uomo della parrocchia di Piero Angela), il quale ha il torto di avere avuto il cattivo gusto scientifico, di sostenere di aver riprodotto la Sindone con metodi medievali.
Ad oggi NESSUNO è riuscito a riprodurre, neanche lontanamente, un'immagine simile del "sacro lenzuolo". Quella di Garlaschelli è un'imitazione grottesca, un dipinto chimico con tecniche medievali che nulla ha a che vedere con la vera Sindone, specialmente nelle sue portentose caratteristiche peculiari.
Ma tanta applicazione non risulta un inutile esercizio di stile. Seppur nelle intenzioni abbia voluto dimostrare come sarebbe stato possibile per un artista medievale produrre" l'effetto Sindone", ha in realtà dato un elemento su cui riflettere di opposto significato. Quello di Garlaschelli infatti mostra implicitamente proprio cosa non è il lenzuolo di Torino, ovvero un manufatto medievale, poichè per assurdo il valore che ha, è proprio quello di dirci come sarebbe stato l'artefatto sindonico se in effetti fosse stato fatto in quel periodo.
Spero che chiunque abbia investito la propria credibilità sindonologica in tale esperimento, abbia il senso dell'umorismo.
Comunque volendo per forza effettuare nuovamente il test del Carbonio 14, ci sarebbero dei campioni perfetti a disposizione, poichè già asportati dalla Sindone.
In effetti durante una delle ultime operazioni di restauro, dovrebbero essere stati eliminati i lembi di telo carbonizzati nell'incendio di Chambery del XVI secolo, e siccome di un oggetto così prezioso non si butta via niente, dovrebbero essere stati meticolosamente conservati.
Ad oggi il lenzuolo è stato irrimediabilmente contaminato con il Timolo, un antiparassitario usato per proteggere la custodia sindonica, per di più la Chiesa ha decretato temporaneamente la fine degli esperimenti.
Restano però quei pezzi carbonizzati di lino, i quali senza intaccare nuovamente la Sindone potrebbero essere usati per il test, poichè secondo alcuni scienziati da questi (e solo da questi) si potrebbero ancora separare le molecole di Carbonio originale, da quelle derivanti dalla contaminazione del Timolo.
In conclusione sono molte le cose che si sono desunte da questo reperto archeologico, specialmente in questi ultimi quaranta anni, le quali se ci hanno detto moltissime cose sulla sua natura fisica, non hanno portato però a nessuna conclusione esaustiva per la sua comprensione. Essa ci è stata tramandata così, e così è rimasta: un enigma il cui segreto resta inattaccabile quanto inconcepibile, per gli occhi e le tecniche dell'uomo, attraverso i secoli.
Le ultime ipotesi "scientifiche" parlano di una forza necessaria pari ad un'esplosione nucleare, o ad un fulmine, per tentare di dare una spiegazione alla straordinaria formazione di tale immagine.
Siamo davvero alle soglie del miracoloso.
A guardare bene però, il vero miracolo sarebbe scoprire che la Sindone è davvero un manufatto medievale. Se così fosse infatti, vorrebbe dire che un genio nel XIV secolo è riuscito ad inventare un metodo per realizzare qualcosa che l'uomo tecnologico contemporaneo non è in grado di spiegare, tanto meno di replicare, nonostante tutta la sua scienza.
Tra questo e la Resurrezione quale sarebbe dunque il vero miracolo?
07/04/10
01/04/10
VOCI DALL'INFERNO?
La storia risale a qualche anno fa, quando alcuni geologi effettuarono degli scavi in Siberia a profondità molto elevate. La temperatura di alcune migliaia di gradi non permetteva particolari esplorazioni ulteriori, ma i geologi decisero di far scendere un microfono protetto dal calore per "ascoltare" i movimenti tellurici delle profondità della terra.
Il risultato fu sconcertante. Dapprima si credette ad un difetto dell'apparecchiatura, ma dopo aver verificato che i terribili suoni non erano causati da nessuna interferenza nè malfunzionamento, la risposta sembrò solo una: i suoni registrati quel giorno in Siberia a Chilometri di profondità sono i lamenti strazianti delle anime dell'inferno.
Ok, non ci credo neanche io, ma per quanto sia già stata etichettata come bufala epocale c'è gente che resta convinta dell'autenticità della cosa, ad esempio un noto dj (non è Paolo Attivissimo) americano Art Bell, famosissimo ricercatore del mistero su Coast to Coast AM, il quale sostiene che la registrazione di cui è in possesso la ottenne suo zio direttamente dalla BBC.
Personalmente la trovo una bella storia, di quelle da raccontare intorno ad un fuoco in campeggio la sera, per divertirsi a spaventarsi con storie macabre, ma nulla di più.
Approfondisco e vi faccio sapere.. intanto pregate e cercate di essere buoni.. mi raccomando...
Continua...
ARCHIVIO UFO: STRANO OGGETTO RIPRESO DALLA POLIZIA DI LOS ANGELES
Questo video ad immagini infrarosse, autentico, proviene dalla polizia di Los Angeles.
L'oggetto misterioso che si vede scaricare una sorta di liquido, o meglio qualcosa di semisolido, volava su Long Beach la notte di Natale del 1994.
Nessun commento è stato rilasciato dagli ufficiali di polizia locali, ma gli scettici sostengono si tratti di detriti spaziali che bruciano in atmosfera, militari in paracadute, o scintille che escono da qualche motore.
Non ci sono certezze a riguardo, e nessuna delle ipotesi sembra dare una risposta definitiva, ma secondo alcuni ufologi potrebbe essere la versione infrarossa della classica produzione di piccole sfere, che talvolta si vedono uscire da alcuni ufo. Ovviamente quelle che alla luce del sole sembrano sfere, potrebbero essere appunto delle gocce di "plasma" o di chissà cos'altro, che cola da questi strani oggetti.
Personalmente ritengo tale video troppo indefinito per esprimere il benchè minimo parere sensato, e voi?
L'oggetto misterioso che si vede scaricare una sorta di liquido, o meglio qualcosa di semisolido, volava su Long Beach la notte di Natale del 1994.
Nessun commento è stato rilasciato dagli ufficiali di polizia locali, ma gli scettici sostengono si tratti di detriti spaziali che bruciano in atmosfera, militari in paracadute, o scintille che escono da qualche motore.
Non ci sono certezze a riguardo, e nessuna delle ipotesi sembra dare una risposta definitiva, ma secondo alcuni ufologi potrebbe essere la versione infrarossa della classica produzione di piccole sfere, che talvolta si vedono uscire da alcuni ufo. Ovviamente quelle che alla luce del sole sembrano sfere, potrebbero essere appunto delle gocce di "plasma" o di chissà cos'altro, che cola da questi strani oggetti.
Personalmente ritengo tale video troppo indefinito per esprimere il benchè minimo parere sensato, e voi?
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