25/10/11

IN MEMORIAM - MARCO SIMONCELLI - IL FUOCO SACRO

Non c'entra niente con la nostra "linea editoriale", lo so, ma lo stesso volevo lasciare un segno su questo blog, in onore a Marco Simoncelli, morto domenica mattina sul circuito di Sepang, durante la gara di Moto GP. Forse per alcuni di voi il mistero da sciogliere in questo caso potrebbe essere quello di trovare un senso ad una tragedia così assurda, nel morire a 23 anni per una stupida corsa in moto. C'è poco da fare: in realtà cavalcare una dueruote a trecento all'ora è davvero pericolosissimo, da pazzi, e se spesso da spettatori ci si dimentica del rischio obnubilati dallo spettacolo, i piloti stessi sono ben consapevoli della sfida al buon senso che operano ogni giorno della loro vita passata a duellare in pista. Ma non è solo per la gloria, i soldi, il successo: non è solo una stupida gara di motociclismo. Il vero demone che trascina questi scavezzacollo sull'asfalto a velocità folli, è lo stesso imprescindibile tarlo fatale che scava nella mente di tutte quelle persone che trovano una cosa speciale per cui vivere: proprio quella cosa, unica ed irrinunciabile, diversa per ognuno ma ugualmente determinante, tanto da far passare in secondo piano tutto il resto: la paura ed il rischio, in questo caso. Per tutti gli altri apparirà come un'assurdità, ma per chi nella vita ha trovato "quella cosa", non saranno mai abbastanza le motivazioni per smettere, e la ragionevolezza e il conforto di una vita più "normale" non saranno mai sufficiententemente appaganti, in confronto alla sensazione unica di cavalcare il proprio destino in compagnia della propria sacra ossessione. E' questo ardore incantato che rende uomini speciali; solo chi ha assecondato il proprio demone tanto da renderlo padrone della propria vita, è riuscito spesso a fare grandi cose, nel bene e nel male, proprio per la spinta superiore della passione infinita che accompagna la volontà oltre la ragionevolezza, oltre i limiti consueti degli altri esseri umani dall'esistenza mediocre. In fondo sono questi uomini che valgono d'esempio per tutti gli altri, che saranno ricordati, e che sono da stimolo per ottenere dalla vita qualcosa di più. Sono loro che dimostrano che tutto è possibile, ma sono anche coloro che insegnano che la devozione superiore e l'impeto ossessivo si pagano con un prezzo congruamente elevato. I più fortunati hanno pagato solo in termini di fatica e difficoltà, di sofferte rinuncie e di esclusioni: i più sfortunati hanno invece sperimentato l'umiliazione, il tracollo, la disfatta o la morte. Per tutte queste anime però la consapevolezza di essere dei grandi spiriti, di essere coloro che tracciano la via per tutti gli altri, il vero essere umano superiore, l'autentico super uomo che passa alla storia diventando immortale nei secoli. Marco come tutti i piloti che si distinguono bruciava anch'egli dello stesso fuoco sacro che ha accompagnato i devoti santi,  tutti i grandi artisti, i geniali fislosofi, i feroci combattenti, i sanguinari conquistatori, e tutti gli altri primeggianti esseri umani di cui il mondo ha memoria, e di cui serberà il ricordo in eterno, e che per qualcuno saranno d'esempio. Con questo non sto dicendo che è stato il più grande, il migliore, o il miglior modello di riferimento, ma che dietro alla sua vita, come al senso della sua morte, si nasconde proprio quella estrema passione, quella folle ossessione che lo ha reso, anche se per poco, un mito: la stessa grande unica cosa che lo accomuna a tutti coloro che vengono ricordati. Gli antichi sostenevano che chi è ben voluto dagli dei muore giovane: avremmo certo preferito tutti averlo ancora qui, a sorridere e a correre, ma lui, come i giovani a cui si riferisce il motto greco, combatteva da eroe andando incontro al suo destino senza paura. Vai forte Marco! Corri più che ne hai, ovunque tu sia...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Post davvero ben scritto! mi ha dato un gran carica! Grazie!