Lo scettico non sempre approfondisce; il complottista spesso esagera. COME FARE? SCIENZA, INFORMAZIONE, MISTERO, UFO, PARANORMALE, FENOMENI SCONOSCIUTI, scie chimiche, archeologia e tutte LE MISTERIOSE CONTRADDIZIONI di questo mondo. Ricerco al fine di offrire un'informazione seria e verificata il più possibile, su ciò che la scienza ancora non vuole o non riesce a comprendere completamente. Ovviamente è il mio punto di vista, e mi aspetto che tu dica la tua. BENVENUTO
29/01/11
ROSWELL
Il blog "Mistero bufo" del Corriere della Sera, curato da Flavio Vanetti, ha indetto una piccola sfida tra i suoi partecipanti, i "Dibattiti Bufi", nei quali gli utenti divisi tra "credenti" e "miscredenti" si affrontano schierandosi rispettivamente a favore o contro nella disamina di alcuni avvenimanti ufologici, componendo una tesina di "parte".
Il primo tema trattato è l'incidente di Roswell. Avendo io partecipato in maniera decisiva nella stesura del testo dei "credenti" propongo qui di seguito il link alla tesi, la quale sarà anche visionabile permanentemente nello spazio "Archivio misteri" di Insolitanotizia.
Ringrazio Flavio Vanetti che mi ha concesso di pubblicare il lavoro su questo blog e tutti coloro che hanno partecipato alla stesura del testo.
per leggere la tesi cliccare qui sotto:
Ipotesi di un coinvolgimento ufologico di natura extraterrestre relativo ai fatti noti come l' "Incidente di Roswell"
27/01/11
UFO SOPRA VULCANO IN COLOMBIA
La notizia arriva dal sito "Colombia Reports" il quale l'ha presa con tanto di foto da un giornale locale, il "Diario del Huila" .
Effettivamente sono parecchi giorni che la popolazione delle regioni di Huila e Cauca assistono alle evoluzioni di numerosi oggetti volanti non identificati, apparentemente interessati al recente risveglio del vulcano Nevada del Huila, situato appunto a cavallo dei due distretti.
A detta dei giornalisti colombiani che sono riuscito a contattare, nessuno avrebbe ritoccato la foto e il fatto sarebbe stato testimoniato da numerosi abitanti della zona, anche perchè dal momento che il vulcano è in attività e potrebbe eruttare all'improvviso, è normale che gli occhi della gente del luogo siano costantemente rivolti verso il cratere sommitale, sul quale appunto volano questi oggetti misteriosi.
C'è chi parla di veicoli segreti americani, chi dei soliti extraterrestri, onnipresenti ormai nel folklore sudamericano, i quali a detta di alcuni, sarebbero attratti per motivi diversi dall'enorme energia che si sviluppa dal vulcano in attività.
Qualunque sia la natura di questi velivoli resta comunque questa foto, che insieme a tante altre scattate nel medesimo contesto, ritraggono uno sconosciuto oggetto volante discoidale sulla sommità del vulcano. Non sembra un'uccello, nè un elicottero, nè un aereo, ma l'ennesimo indizio che se confermato, rafforzerebbe una volta di più la convinzione che qualcosa di molto strano si aggira nei cieli di tutto il mondo, oggetti su cui l'uomo della strada non può far altro che ipotesi. Tra l'altro non è la prima volta che gli ufo sono stati visti e ritratti in prossimità di un vulcano in eruzione, soprattutto in America Latina, come in Cile, ad esempio nel 2010 e nel 2005.
22/01/11
TEAM DI GIAPPONESI TROVA NUOVO GEOGLIFO UMANOIDE A NAZCA
Il fatto è appena stato annunciato e sembra credibile; secondo la notizia pubblicata su un sito specializzato, ancora da confermare, Masato Sakai, professore della Yamagata University presso la Faculty di Literature and Social Sciences, insieme al suo team di archeologi avrebbe scoperto due nuovi geoglifi nella Piana di Nazca, in Perù; in uno ci sarebbe il viso umanoide della foto, nell'altro un non specificato animale. Questi sarebbero stati trovati in una zona dove incontrare questo tipo di disegni è piuttosto raro, e tra l'altro risalirebbero all'epoca più antica della civiltà Nazca. Vista l'immagine di questo geoglifo, di vaghe sembianze umane, sono sicuro che qualcuno griderà subito all'alieno. Effettivamente il viso è un po' inquietante ed è facile vederci fattezze ambigue, ma i bizzarri disegni di questa misteriosa cultura estinta sono sempre un po' stilizzati, quindi non c'è di che scomporsi.
Per ora le teorie esposte per spiegare le linee di Nazca sono una meno verosimile dell'altra, ma l'attività nel sito è costante e prima o poi qualcosa ci capiremo, ma per ora è davvero poco credibile che le linee seguano ipotetici percorsi rituali, o falde acquifere sotterranee, come recentemente ipotizzato.
Come sempre aspettiamo sviluppi e conferme, e nel caso, contateci, vi faremo sapere
AGGIORNAMENTO 23-01-2011
La notizia è stata confermata da più parti. Ora la si può trovare su riviste e siti specializzati.
20/01/11
SCETTICISMO Vs SCIENZA
Visto che parlavamo di teoria e di scienza, colgo la sincronica palla al balzo e vi ripropongo questo filmato e quest'articolo, appena letto sul sito amico "Automiribelli.org", utile sicuramente a chiarirvi le idee, e a riconoscere quando chi vi parla "è" o "presume di essere", un uomo di scienza. Godetevelo..
W.B.
Avendo di recente avuto privatamente un’acceso diverbio con un esponente di una certa categoria di scettici che ritengo “patologici”, il quale mi ha scritto mostrandosi “gentile” e “disponibile” al dialogo, mentre invece avevo già intuito dove volesse andare a parare sin dalle prime parole, ho deciso di ripubblicare un articolo del Prof. Mario Bruschi del Dipartimento di Fisica dell’Università La Sapienza di Roma; articolo un pò datato ma che descrive molto bene quale siano le ragioni per le quali non è più possibile assistere a certe scene isteriche proprie di quello scetticismo “bestiale” che possiede tutte le caratteristiche di una dicotomia mentale da sanatorio. “Ti dico subito che non credo agli argomenti che tratti… [...] ma credo che tu sia in buona fede”. Alché gli ho risposto immediatamente che il termine “CREDO” lo lascio ai preti; che uno scienziato non può permettersi in alcun modo di utilizzare quel termine in nessun senso conosciuto o sconosciuto; che la Scienza è il territorio delle realtà mutevoli e indefinibili; e che l’apertura è necessaria a comprendere il mondo in cui viviamo. Ovviamente, inutile dire che le mie argomentazioni sono state tutte sistematicamente ignorate dal “Dottore” in questione, con un bel: “ai fenomeni paranormali non credono più nemmeno i bambini”. Così, il termine CREDO è stato esposto DUE volte all’interno di un contesto dove CREDERE non è RICHIESTO. Piuttosto è richiesto CONFERMARE, VERIFICARE, SONDARE, INDAGARE e STUDIARE.
Il piccolo cartone che ho pubblicato è una mia personale iniziativa per comunicare ai giovani, soprattutto ai più giovani di non lasciarsi mai coinvolgere nel suicidio mentale di CHIUDERE le porte in faccia alla conoscenza, perché i cosiddetti PILASTRI della scienza sono deboli e fallaci come gli stessi pilastri che reggono un edificio: al primo terremoto di una certa imponenza si sbriciolano come i wafers. Pertanto chi lo condividerà nel proprio blog o sito, avrà tutta la mia gratitudine. Vi lascio ora all’articolo di Mario Bruschi. Buona lettura.
Teorie scientifiche e non
di Mario Bruschi
Dipartimento di Fisica dell’Università La Sapienza – Roma
La scienza come oggi la intendiamo è iniziata grosso modo 4 secoli fa con Galileo. Molto è stato realizzato e molto è stato discusso. Ma che cosa è una teoria scientifica e cosa la distingue da una teoria non scientifica? Bisogna innanzitutto precisare che stiamo per il momento parlando di meta-scienza o se preferite di meta-fisica o ancora di epistemologia, cioè per parlare sulla scienza (meta-scienza) occorre uscire dalla scienza… Non vogliamo dare definizioni strette ed in fondo incomprensibili, ma useremo invece il metodo scientifico delle ‘approssimazioni successive’ (sigla AS da qui in poi).
Perchè diciamo che l’astrofisica è scienza mentre invece l’astrologia non lo è? Perchè diciamo che la termodinamica è scienza mentre invece l’estetica non lo è?
Molte risposte sono possibili:
1. la scienza si basa sul metodo sperimentale
2. la scienza è riproducibile
3. la scienza ci dice quali sono le leggi che regolano la realtà (ciò che le cose connette e muove e perchè -Me(ta)Faust-)
4. la scienza è vera, il resto è opinabile
5. etc.
Partiamo dal punto 1 ( che sperabilmente è quello indicato in un buon corso liceale) Cosa vuol dire metodo sperimentale? Lasciamo la parola a Galileo:
1a) “L’arte di porre domande alla natura e di ascoltarne le risposte”
Con il corollario, sempre di Galileo:
1b) “Tenendo in conto che il libro della Natura è scritto in linguaggio matematico”
Punto 1a) La Natura stessa è fonte e giudice della conoscenza. Cioè si impara interrogando la Natura (facendo esperimenti) e ascoltando le risposte (ricavando ipotesi di lavoro, semi-teorie, ed infine teorie) dai risultati degli esperimenti. Ma bisogna anche sottolineare il converso: le teorie, a qualsiasi livello, ci dicono anche quali domande porre (quali esperimenti fare…). E se questo è ottimo per certi versi (una selezione di impossibilità risparmia tempo e lavoro, altrimenti qualcuno potrebbe ancora cercare pietre levitanti, specchi magici o il 50simo epiciclo che renda conto dei dati astronomici), tuttavia è una limitazione seria. Ci sono domande che è illecito porsi secondo il paradigma corrente (vedi Khun). Ci sono campi possibili di indagine che nessun scienziato “serio” vorrà esplorare. Eppure molte scoperte scientifiche (e tecnologiche) sono venute da outsiders che non conoscevano i limiti posti dalle teorie allora correnti…
Per inciso: Galileo usa la parola “arte” e non magari “tecnica” o “procedura” o… : merita una riflessione!
Punto 1b) Perché ? è ancora un mistero. Due posizioni estreme sono oggi considerate: per gli uni la matematica è una nostra invenzione, inventata in gran parte per descrivere il mondo e non fa quindi meraviglia che in effetti descriva abbastanza bene il mondo…; per gli altri (platonici, per intenderci) le verità matematiche esistono per sé, e vengono quindi non create ma solo scoperte dagli uomini (il teorema di Pitagora, gli spazi di Hilbert esistono in qualche mondo ideale, Pitagora e Hilbert li hanno “visti” ma non creati, eventuali alieni avrebbero anche loro la nostra stessa matematica). Ovviamente nel secondo caso è difficile spiegare la straordinaria rispondenza tra matematica e realtà, se non prendendo in considerazione un piano, un progetto, forse un fine per la realtà stessa ( e quindi implicitamente, è necessario un Demiurgo, un architetto, un creatore). Una disamina approfondita è nel bel libro : “La luna nel pozzo cosmico”.
Comunque il metodo sperimentale (finora grossolanamente definito … AS) è un requisito di una buona teoria scientifica, ma basta a qualificarla? Molti scienziati direbbero si. E qui devo inserire una definizione di scienza che può sembrare un pò umoristica ma che ha un grande fondo di “verità”:
“Scienza è quello che gli scienziati fanno”
Quindi dovrebbe bastare. Tuttavia ci sono non-scienze (a giudizio dei più) quali appunto l’astrologia, i cui cultori dicono basate sullo stesso metodo sperimentale. Non voglio entrare in dettagli, ma solo ricordare che molti fisici, tra cui Galileo e Keplero, facevano ( e fanno) anche gli astrologi… e Newton si occupò per anni di studi cabalistici.
Punto 2) La scienza è riproducibile. O in altri termini è operazionale (Bridgman) , è pragmatica. Cioè la scienza ti dice: fai questo, questo e quest’altro ed otterrai esattamente ciò. Lascia cadere una pietra da 10 metri ed arriverà al suolo con questa velocità; lascia cadere una piuma ed una pietra dalla stessa altezza e contemporaneamente nel vuoto ed arriveranno a terra nello stesso istante; guarda le piccole oscillazioni dei pendoli e troverai che sono isocrone; etc. Ci sono cioè insiemi di prescrizioni operative che, se ben ripetute, danno lo stesso risultato. E danno lo stesso risultato indipendentemente dall’operatore (che può essere italiano cinese, sioux; può essere cattolico, musulmano, buddista; può essere affamato, felice, incavolato…), ma anche (con alcune precauzioni) indipendentemente dal luogo (l’esperimento, mutatis mutandis, può essere fatto qui, o in Antartide, o sulla Luna o sul terzo pianeta in orbita intorno alla stella Albireo) e anche indipendentemente dal tempo (ora, 2 secoli fa, tra 3 millenni). Sempre il risultato previsto, e solo il risultato previsto, dovrebbe essere ottenuto. In effetti la riproducibilità è stata per secoli la discriminante pricipale tra “effetti” illusori/soggettivi ed effetti “reali”. Però…
* La riproducibilità “classica”, descritta sommariamente sopra, non è più quella della fisica moderna. La meccanica quantistica ci dice: fai questo, questo e quest’altro e otterrai… o questo, o questo o quest’altro. Cioè il risultato di un esperimento, ripetuto nelle stesse identiche condizioni, non è più predicibile (nè ovviamente riproducibile). Ci sono invece più risultati possibili ( a volte anche infiniti risultati possibili) e tutto quello che può dirci la teoria è la probabilità di tali risultati (indeterminismo “quantistico” contro il determinismo “classico”). Quindi la riproducibilità permane solo in senso “debole”, cioè se faccio un numero ( sufficientemente) alto di volte lo stesso esperimento l’esito sarà in accordo statistico con le probabilità a priori date dalla teoria.
* La riproducibilità, come aveva già messo in luce 40 anni fa B. Toushek, sta diventando anche sempre più problematica in pratica. E questo è potenzialmente disastroso per una corretta prassi scientifica. Spiego con esempi. Galileo fece (anche se alcuni dubitano che lo fece veramente…) una serie di esperimenti con il piano inclinato. Variando l’angolo di inclinazione e facendo scivolare oggetti sul piano inclinato (ben levigato) si dimostrava sperimentalmente la legge del moto uniformemente accelerato. Bene… siccome a fondamento ( eccone un altro!) del metodo sperimentale c’è proprio il sano scetticismo (non c’è “ipse dixit” che tenga in campo scientifico) allora io oggi mi sveglio e dico: Galileo si è inventato i suoi risultati. Posso sempre però mettere tutto alla prova: mi costruisco il piano inclinato e ripeto l’esperimento. Bene. Ma il giorno dopo mi sveglio con il dubbio che Rubbia si sia sbagliato, cioè che i bosoni Z,W trovati al CERN, in realtà non esistono… Cosa dovrei fare? Ovviamente ripetere l’esperimento! Ma per ripetere l’esperimento occorrono: un acceleratore di particelle che costa miliardi di Euro, un equipe di almeno 300 scienziati/ingegneri/tecnici, 3 anni per la raccolta dati e l’analisi degli stessi. In sostanza il singolo scienziato non può più ripetere alcuni esperimenti (è vero che la comunità scientifica nel suo complesso può ancora farlo, ma temo che anche questa opzione si stia indebolendo a causa dei costi sempre più elevati. In fondo arrivare secondi o terzi non piace e soprattutto non procura nuovi finanziamenti.
* Ci sono teorie scientifiche che difficilmente, per difficoltà intrinseche, soddisfano il requisito della riproducibilità. Sto pensando in particolare alla Cosmologia: ammesso, e non concesso, che alla fine spieghi come è nato e si è poi evoluto questo Universo, come farei io (scientificamente scettico) a riprodurlo?
Quindi la riproducibilità resta sì un requisito importante per una teoria scientifica ma forse non è così strettamente caratterizzante.
Con i punti 3 e 4 entriamo sempre più nel terreno minato della filosofia…
Punto 3) Solo alcune considerazioni di sfuggita (ci saranno altri interventi in seguito (AS ! ):
3a) la realtà… cos’è la realtà? la descrizione della materia e della “realtà” data dalla Meccanica Quantistica è veramente agli antipodi della comune percezione del mondo di una persona comune anche colta… Semmai si avvicina alla descrizione/interpretazione del mondo di alcune “teorie” religiose/mistiche/sapienziali/esoteriche ( e di ciò si sono accorti sia numerosii “guru” sia numerosi fisici – vedi ad es.: “Il tao della fisica”, “La danza dei maestri Wu Li”, “The Holy Science”).
3b) La scienza non risponde ai “perchè”, semmai ai “come”. Cioè il gioco dei “perchè”, tanto caro ai bambini, si arresterebbe quasi subito se giocato con uno scienziato. Esempio: perchè le mele cadono? Perchè c’è la forza di gravità. Perchè c’è la forza di gravità? e perchè è proporzionale alla massa? e perchè si indebolisce con il quadrato della distanza? e perchè…? Domande senza risposta: la legge di Newton (e in modo molto diverso la Relatività Generale di Einstein) descrivono solo (!) “come” funziona la gravità…non perchè.
Punto 4) In che senso la scienza è “vera”? la domanda ha assunto una importanza non solo filosofica da quando Godel dimostrò che anche all’interno di teorie matematiche ( e che quindi dovrebbero comunque non presentare sorprese: vedi punto 1b) ci sono “verità” che non possono essere dimostrate…
Ma la scienza ha problemi ancora più peculiari.
4a) Limitazione del campo di indagine ( numero e misura).
La scienza moderna nasce limitando fortemente e precisamente il suo campo di indagine. Come vedremo nel capitolo successivo, può essere indagato solo ciò che è misurabile, cioè, in ultima analisi, ricondotto ad un numero (o a più numeri). Per cui la Fisica, e tutte le altre discipline che fondamentalmente poggiano sulla fisica, non si occupa di tutto: si occupa di quanto è quantificabile. Una grandissima parte del “conoscibile” o “percepibile” resta fuori dal campo di interesse della scienza. Questo non è affato chiaro nella percezione comune. L’insegnamento e i media ci hanno portato mediamente a credere che la scienza possa dire la sua su tutto (guardate cosa chiedono agli “esperti”…). Non è così. La qualità (i qualia) restano fuori. Amore, bellezza, gioia, pianto.. restano fuori. Per questo la termodinamica è una teoria scientifica e l’estetica no. Se qualcuno sarà in grado di misurare (secondo i canoni scientifici) la bellezza, allora l’estetica potrebbe divenire una teoria scientifica. Ovviamente con ciò non è che bellezza ed amore siano meno “veri” degli elettroni o dell’energia… solo che non fanno parte del campo di indagine scientifico. Se chiedete a Rubbia qualcosa sul sorriso della “Gioconda” , potrà ovviamente rispondere, ma risponderà come Rubbia non come scienziato. La sua opinione sarà appunto un’opinione, come la vostra.
4b) Accettiamo pure che in qualche senso la scienza sia “vera”, cioè ammettiamo che dia una descrizione plausibile ed utile della “realtà” (almeno della realtà misurabile). Ma quanto è vera? La domanda si impose all’inizio del secolo scorso quando improvvisamente la fisica “classica”, pazientemente costruita in 3 secoli e che aveva fino ad allora dato risultati eclatanti, si dimostrò errata e ben in due modi diversi! dalle ceneri della meccanica di Newton sorsero due Fenici: la “meccanica relativistica” e , faticosamente, la “meccanica quantistica” (e sono tuttora inconciliabili…). Era imperativo allora porsi il problema: come si può stimare il grado di verità di una determinata teoria scientifica? La risposta più semplice e più probabile fu investigata dalla cosiddetta scuola di Vienna e si può riassumere così:
“Una teoria scientifica è tanto più vera quanto più è verificata”
Date due teorie, la prima supportata da 1000 esperimenti a suo favore e la seconda da 10.000, allora la seconda è 10 volte più affidabile (vera) della prima… Sembra elementare Watson… tuttavia non lo è. Anzi, è decisamente sbagliato anche dal solo punto di vista logico.
Facciamo un semplice esempio.
Sia dato un mazzo (coperto) di carte “francesi” (52 carte: cuori, quadri, fiori, picche).
Ora propongo questa semplicissima “teoria scientifica”:
“la prossima carta che scoprirò, non sarà l’asso di picche”.
Ok, mettiamo la teoria alla prova dell’esperimento!
Scopro la prima carta: 4 di quadri.
Perfetto, è una conferma della mia teoria.
Scopro la seconda carta : 10 di cuori.
Ancora una conferma sperimentale per la teoria…
… scopro la 32sima carta: 7 di fiori.
Ancora una conferma. A questo punto la teoria sembra “solida”: ben 32 conferme sperimentali!
Ma procediamo (e supponiamo che la fortuna ci assista…)
.. scopro la 51sima carta: re di cuori.
Ora abbiamo ben 51 conferme sperimentali, abbiamo raggiunto un massimo di conferme… ma ovviamente (a meno che il mazzo sia truccato!) siamo ad un passo dalla catastrofe. Infatti necessariamente la prossima carta che scoprirò sarà l’asso di picche e la mia teoria miseramente crollerà.
Ripeto, l’esempio senbra banale ma se ne possono fare di più sottili (e logicamente equivalenti!). Tutto l’inizio del ’900 è stato caratterizzato da paradossi logici che misero “alla frusta” sia la Matematica che appunto questa meta-teoria della conferma.
Non è quindi necessariamente vero che una teoria scientifica è tanto più vera quanto più è stata verificata (cioè confermata dall’esperimento).
La scuola di Vienna chiuse metaforicamente i battenti… dalle sue ceneri emerse una meta-teoria diametralmente opposta. La teoria è dovuta a Popper (scomparso da poco), e si può riassumere così:
“una teoria può dirsi scientifica se e solo se è falsificabile”
Cioè il solo requisito di una teoria scientifica è la possibilità che una qualche esperimento dimostri che è sbagliata…
Paradossale!
Lo esprimo in una mia formulazione che mette ancor maggiormente in luce, spero, il paradosso:
a) Una teoria vera può essere falsa
b) Una teoria che non può essere falsa è falsa
Ovviamente ho un pò giocato sull’ambiguità che le parole hanno nel linguaggio comune (e che NON hanno nel linguaggio scientifico…)
Parafrasi di a): una teoria vera, cioè una teoria che può dirsi scientifica, deve, secondo Popper, poter essere, in linea di principio, falsa. Cioè deve esistere un qualche esperimento che se favorevole conferma la teoria (e fin qui niente succede, vedi sopra), ma se sfavorevole DISTRUGGE la teoria ( cioè dimostra che la teoria è falsa).
Per le persone comuni, i non addetti, è difficile apprezzare subito la drasticità di questa posizione:
una teoria solida, ben collaudata nei secoli, che ha avuto miliardi di esperimenti a sua conferma… può crollare (e DEVE crollare) appena UN SOLO esperimento la contraddice!
Sembra stupido: ma come, ho avuto ragione miliardi di volte ed ora per una volta che ho torto sono condannato/a? che giustizia è mai questa?
Ebbene è quello che dovrebbe accadere ed è in effetti accaduto in ambito scientifico! (non sperate però che accada in politica…)
Ma parafrasiamo anche il lato b) di sopra.
Una teoria che non può essere falsa è sicuramente falsa, cioè è una falsa teoria scientifica.
Esistono teorie che non possono essere false ? Certamente si.
Facciamo un esempio:
“La sedia su cui state sedendo ogni volta che non è osservata (vista, fotografata, ripresa da un qualsiasi tipo di sensore…) diventa immediatamente un gatto. Appena osservata ridiventa immediatamente una sedia”
Vi invito a trovare un qualche tipo di esperimento che possa falsificare quanto sopra affermato. Lascio inoltre alla vostra fantasia trovare, anche nella vita comune, altri esempi.
—————–
Conseguenze di quanto sopra:
1. uno scienziato non può occuparsi di tutto (ma solo di ciò che è misurabile);
2. uno scienziato non potrà mai dire: “questo è vero, questo è falso; questo è possibile, questo è impossibile”. O meglio… se lo dice sempre avrà presente, anche se spesso non viene esplicitata, la premessa: “alla luce delle conoscenze attuali”. Cioè uno scienziato sa (o dovrebbe sapere) che la scienza è la terra delle “verità” transitorie… la teoria oggi valida, potrebbe benissimo cadere domani.
Ma questa non è una debolezza, anzi! è la vera forza della scienza…
Altre letture possibili:
* Sarebbe consigliabile leggere gli scritti originali di Galileo. Un buon libro su Galileo:
* A. Frova, M. Marenzana: “Parola di Galileo”, Superbur Saggi, Biblioteca Universale Rizzoli, 1998
* M. Bruschi: “Me(ta)Faust”, Ed. Gli Ennagoni (Acquistabile in rete: qui)
* T.S. Khun: “La struttura delle rivoluzioni scientifiche”, Einaudi, 1970
* J.D. Barrow, La luna nel pozzo cosmico , Biblioteca scientifica V. 20, Adelphi Edizioni
S.P.A. , Milano, 1994.
* P.W. Bridgman: “The nature of Physical theory”, Princeton, 1936
* F. Capra: ” Il Tao della Fisica” , Biblioteca scientifica V. 4, Adelphi Edizioni S.P.A. , Milano,
1982.
* G. Zukav: “La danza dei maestri Wu Li”, Corbaccio, 1995
* Swami Sri Yukteswar: “The holy science”, Self-Realization fellowship, 1977
fonte: http://www.coscienza.org/scienza/teorie.htm
W.B.
Avendo di recente avuto privatamente un’acceso diverbio con un esponente di una certa categoria di scettici che ritengo “patologici”, il quale mi ha scritto mostrandosi “gentile” e “disponibile” al dialogo, mentre invece avevo già intuito dove volesse andare a parare sin dalle prime parole, ho deciso di ripubblicare un articolo del Prof. Mario Bruschi del Dipartimento di Fisica dell’Università La Sapienza di Roma; articolo un pò datato ma che descrive molto bene quale siano le ragioni per le quali non è più possibile assistere a certe scene isteriche proprie di quello scetticismo “bestiale” che possiede tutte le caratteristiche di una dicotomia mentale da sanatorio. “Ti dico subito che non credo agli argomenti che tratti… [...] ma credo che tu sia in buona fede”. Alché gli ho risposto immediatamente che il termine “CREDO” lo lascio ai preti; che uno scienziato non può permettersi in alcun modo di utilizzare quel termine in nessun senso conosciuto o sconosciuto; che la Scienza è il territorio delle realtà mutevoli e indefinibili; e che l’apertura è necessaria a comprendere il mondo in cui viviamo. Ovviamente, inutile dire che le mie argomentazioni sono state tutte sistematicamente ignorate dal “Dottore” in questione, con un bel: “ai fenomeni paranormali non credono più nemmeno i bambini”. Così, il termine CREDO è stato esposto DUE volte all’interno di un contesto dove CREDERE non è RICHIESTO. Piuttosto è richiesto CONFERMARE, VERIFICARE, SONDARE, INDAGARE e STUDIARE.
Il piccolo cartone che ho pubblicato è una mia personale iniziativa per comunicare ai giovani, soprattutto ai più giovani di non lasciarsi mai coinvolgere nel suicidio mentale di CHIUDERE le porte in faccia alla conoscenza, perché i cosiddetti PILASTRI della scienza sono deboli e fallaci come gli stessi pilastri che reggono un edificio: al primo terremoto di una certa imponenza si sbriciolano come i wafers. Pertanto chi lo condividerà nel proprio blog o sito, avrà tutta la mia gratitudine. Vi lascio ora all’articolo di Mario Bruschi. Buona lettura.
Teorie scientifiche e non
di Mario Bruschi
Dipartimento di Fisica dell’Università La Sapienza – Roma
La scienza come oggi la intendiamo è iniziata grosso modo 4 secoli fa con Galileo. Molto è stato realizzato e molto è stato discusso. Ma che cosa è una teoria scientifica e cosa la distingue da una teoria non scientifica? Bisogna innanzitutto precisare che stiamo per il momento parlando di meta-scienza o se preferite di meta-fisica o ancora di epistemologia, cioè per parlare sulla scienza (meta-scienza) occorre uscire dalla scienza… Non vogliamo dare definizioni strette ed in fondo incomprensibili, ma useremo invece il metodo scientifico delle ‘approssimazioni successive’ (sigla AS da qui in poi).
Perchè diciamo che l’astrofisica è scienza mentre invece l’astrologia non lo è? Perchè diciamo che la termodinamica è scienza mentre invece l’estetica non lo è?
Molte risposte sono possibili:
1. la scienza si basa sul metodo sperimentale
2. la scienza è riproducibile
3. la scienza ci dice quali sono le leggi che regolano la realtà (ciò che le cose connette e muove e perchè -Me(ta)Faust-)
4. la scienza è vera, il resto è opinabile
5. etc.
Partiamo dal punto 1 ( che sperabilmente è quello indicato in un buon corso liceale) Cosa vuol dire metodo sperimentale? Lasciamo la parola a Galileo:
1a) “L’arte di porre domande alla natura e di ascoltarne le risposte”
Con il corollario, sempre di Galileo:
1b) “Tenendo in conto che il libro della Natura è scritto in linguaggio matematico”
Punto 1a) La Natura stessa è fonte e giudice della conoscenza. Cioè si impara interrogando la Natura (facendo esperimenti) e ascoltando le risposte (ricavando ipotesi di lavoro, semi-teorie, ed infine teorie) dai risultati degli esperimenti. Ma bisogna anche sottolineare il converso: le teorie, a qualsiasi livello, ci dicono anche quali domande porre (quali esperimenti fare…). E se questo è ottimo per certi versi (una selezione di impossibilità risparmia tempo e lavoro, altrimenti qualcuno potrebbe ancora cercare pietre levitanti, specchi magici o il 50simo epiciclo che renda conto dei dati astronomici), tuttavia è una limitazione seria. Ci sono domande che è illecito porsi secondo il paradigma corrente (vedi Khun). Ci sono campi possibili di indagine che nessun scienziato “serio” vorrà esplorare. Eppure molte scoperte scientifiche (e tecnologiche) sono venute da outsiders che non conoscevano i limiti posti dalle teorie allora correnti…
Per inciso: Galileo usa la parola “arte” e non magari “tecnica” o “procedura” o… : merita una riflessione!
Punto 1b) Perché ? è ancora un mistero. Due posizioni estreme sono oggi considerate: per gli uni la matematica è una nostra invenzione, inventata in gran parte per descrivere il mondo e non fa quindi meraviglia che in effetti descriva abbastanza bene il mondo…; per gli altri (platonici, per intenderci) le verità matematiche esistono per sé, e vengono quindi non create ma solo scoperte dagli uomini (il teorema di Pitagora, gli spazi di Hilbert esistono in qualche mondo ideale, Pitagora e Hilbert li hanno “visti” ma non creati, eventuali alieni avrebbero anche loro la nostra stessa matematica). Ovviamente nel secondo caso è difficile spiegare la straordinaria rispondenza tra matematica e realtà, se non prendendo in considerazione un piano, un progetto, forse un fine per la realtà stessa ( e quindi implicitamente, è necessario un Demiurgo, un architetto, un creatore). Una disamina approfondita è nel bel libro : “La luna nel pozzo cosmico”.
Comunque il metodo sperimentale (finora grossolanamente definito … AS) è un requisito di una buona teoria scientifica, ma basta a qualificarla? Molti scienziati direbbero si. E qui devo inserire una definizione di scienza che può sembrare un pò umoristica ma che ha un grande fondo di “verità”:
“Scienza è quello che gli scienziati fanno”
Quindi dovrebbe bastare. Tuttavia ci sono non-scienze (a giudizio dei più) quali appunto l’astrologia, i cui cultori dicono basate sullo stesso metodo sperimentale. Non voglio entrare in dettagli, ma solo ricordare che molti fisici, tra cui Galileo e Keplero, facevano ( e fanno) anche gli astrologi… e Newton si occupò per anni di studi cabalistici.
Punto 2) La scienza è riproducibile. O in altri termini è operazionale (Bridgman) , è pragmatica. Cioè la scienza ti dice: fai questo, questo e quest’altro ed otterrai esattamente ciò. Lascia cadere una pietra da 10 metri ed arriverà al suolo con questa velocità; lascia cadere una piuma ed una pietra dalla stessa altezza e contemporaneamente nel vuoto ed arriveranno a terra nello stesso istante; guarda le piccole oscillazioni dei pendoli e troverai che sono isocrone; etc. Ci sono cioè insiemi di prescrizioni operative che, se ben ripetute, danno lo stesso risultato. E danno lo stesso risultato indipendentemente dall’operatore (che può essere italiano cinese, sioux; può essere cattolico, musulmano, buddista; può essere affamato, felice, incavolato…), ma anche (con alcune precauzioni) indipendentemente dal luogo (l’esperimento, mutatis mutandis, può essere fatto qui, o in Antartide, o sulla Luna o sul terzo pianeta in orbita intorno alla stella Albireo) e anche indipendentemente dal tempo (ora, 2 secoli fa, tra 3 millenni). Sempre il risultato previsto, e solo il risultato previsto, dovrebbe essere ottenuto. In effetti la riproducibilità è stata per secoli la discriminante pricipale tra “effetti” illusori/soggettivi ed effetti “reali”. Però…
* La riproducibilità “classica”, descritta sommariamente sopra, non è più quella della fisica moderna. La meccanica quantistica ci dice: fai questo, questo e quest’altro e otterrai… o questo, o questo o quest’altro. Cioè il risultato di un esperimento, ripetuto nelle stesse identiche condizioni, non è più predicibile (nè ovviamente riproducibile). Ci sono invece più risultati possibili ( a volte anche infiniti risultati possibili) e tutto quello che può dirci la teoria è la probabilità di tali risultati (indeterminismo “quantistico” contro il determinismo “classico”). Quindi la riproducibilità permane solo in senso “debole”, cioè se faccio un numero ( sufficientemente) alto di volte lo stesso esperimento l’esito sarà in accordo statistico con le probabilità a priori date dalla teoria.
* La riproducibilità, come aveva già messo in luce 40 anni fa B. Toushek, sta diventando anche sempre più problematica in pratica. E questo è potenzialmente disastroso per una corretta prassi scientifica. Spiego con esempi. Galileo fece (anche se alcuni dubitano che lo fece veramente…) una serie di esperimenti con il piano inclinato. Variando l’angolo di inclinazione e facendo scivolare oggetti sul piano inclinato (ben levigato) si dimostrava sperimentalmente la legge del moto uniformemente accelerato. Bene… siccome a fondamento ( eccone un altro!) del metodo sperimentale c’è proprio il sano scetticismo (non c’è “ipse dixit” che tenga in campo scientifico) allora io oggi mi sveglio e dico: Galileo si è inventato i suoi risultati. Posso sempre però mettere tutto alla prova: mi costruisco il piano inclinato e ripeto l’esperimento. Bene. Ma il giorno dopo mi sveglio con il dubbio che Rubbia si sia sbagliato, cioè che i bosoni Z,W trovati al CERN, in realtà non esistono… Cosa dovrei fare? Ovviamente ripetere l’esperimento! Ma per ripetere l’esperimento occorrono: un acceleratore di particelle che costa miliardi di Euro, un equipe di almeno 300 scienziati/ingegneri/tecnici, 3 anni per la raccolta dati e l’analisi degli stessi. In sostanza il singolo scienziato non può più ripetere alcuni esperimenti (è vero che la comunità scientifica nel suo complesso può ancora farlo, ma temo che anche questa opzione si stia indebolendo a causa dei costi sempre più elevati. In fondo arrivare secondi o terzi non piace e soprattutto non procura nuovi finanziamenti.
* Ci sono teorie scientifiche che difficilmente, per difficoltà intrinseche, soddisfano il requisito della riproducibilità. Sto pensando in particolare alla Cosmologia: ammesso, e non concesso, che alla fine spieghi come è nato e si è poi evoluto questo Universo, come farei io (scientificamente scettico) a riprodurlo?
Quindi la riproducibilità resta sì un requisito importante per una teoria scientifica ma forse non è così strettamente caratterizzante.
Con i punti 3 e 4 entriamo sempre più nel terreno minato della filosofia…
Punto 3) Solo alcune considerazioni di sfuggita (ci saranno altri interventi in seguito (AS ! ):
3a) la realtà… cos’è la realtà? la descrizione della materia e della “realtà” data dalla Meccanica Quantistica è veramente agli antipodi della comune percezione del mondo di una persona comune anche colta… Semmai si avvicina alla descrizione/interpretazione del mondo di alcune “teorie” religiose/mistiche/sapienziali/esoteriche ( e di ciò si sono accorti sia numerosii “guru” sia numerosi fisici – vedi ad es.: “Il tao della fisica”, “La danza dei maestri Wu Li”, “The Holy Science”).
3b) La scienza non risponde ai “perchè”, semmai ai “come”. Cioè il gioco dei “perchè”, tanto caro ai bambini, si arresterebbe quasi subito se giocato con uno scienziato. Esempio: perchè le mele cadono? Perchè c’è la forza di gravità. Perchè c’è la forza di gravità? e perchè è proporzionale alla massa? e perchè si indebolisce con il quadrato della distanza? e perchè…? Domande senza risposta: la legge di Newton (e in modo molto diverso la Relatività Generale di Einstein) descrivono solo (!) “come” funziona la gravità…non perchè.
Punto 4) In che senso la scienza è “vera”? la domanda ha assunto una importanza non solo filosofica da quando Godel dimostrò che anche all’interno di teorie matematiche ( e che quindi dovrebbero comunque non presentare sorprese: vedi punto 1b) ci sono “verità” che non possono essere dimostrate…
Ma la scienza ha problemi ancora più peculiari.
4a) Limitazione del campo di indagine ( numero e misura).
La scienza moderna nasce limitando fortemente e precisamente il suo campo di indagine. Come vedremo nel capitolo successivo, può essere indagato solo ciò che è misurabile, cioè, in ultima analisi, ricondotto ad un numero (o a più numeri). Per cui la Fisica, e tutte le altre discipline che fondamentalmente poggiano sulla fisica, non si occupa di tutto: si occupa di quanto è quantificabile. Una grandissima parte del “conoscibile” o “percepibile” resta fuori dal campo di interesse della scienza. Questo non è affato chiaro nella percezione comune. L’insegnamento e i media ci hanno portato mediamente a credere che la scienza possa dire la sua su tutto (guardate cosa chiedono agli “esperti”…). Non è così. La qualità (i qualia) restano fuori. Amore, bellezza, gioia, pianto.. restano fuori. Per questo la termodinamica è una teoria scientifica e l’estetica no. Se qualcuno sarà in grado di misurare (secondo i canoni scientifici) la bellezza, allora l’estetica potrebbe divenire una teoria scientifica. Ovviamente con ciò non è che bellezza ed amore siano meno “veri” degli elettroni o dell’energia… solo che non fanno parte del campo di indagine scientifico. Se chiedete a Rubbia qualcosa sul sorriso della “Gioconda” , potrà ovviamente rispondere, ma risponderà come Rubbia non come scienziato. La sua opinione sarà appunto un’opinione, come la vostra.
4b) Accettiamo pure che in qualche senso la scienza sia “vera”, cioè ammettiamo che dia una descrizione plausibile ed utile della “realtà” (almeno della realtà misurabile). Ma quanto è vera? La domanda si impose all’inizio del secolo scorso quando improvvisamente la fisica “classica”, pazientemente costruita in 3 secoli e che aveva fino ad allora dato risultati eclatanti, si dimostrò errata e ben in due modi diversi! dalle ceneri della meccanica di Newton sorsero due Fenici: la “meccanica relativistica” e , faticosamente, la “meccanica quantistica” (e sono tuttora inconciliabili…). Era imperativo allora porsi il problema: come si può stimare il grado di verità di una determinata teoria scientifica? La risposta più semplice e più probabile fu investigata dalla cosiddetta scuola di Vienna e si può riassumere così:
“Una teoria scientifica è tanto più vera quanto più è verificata”
Date due teorie, la prima supportata da 1000 esperimenti a suo favore e la seconda da 10.000, allora la seconda è 10 volte più affidabile (vera) della prima… Sembra elementare Watson… tuttavia non lo è. Anzi, è decisamente sbagliato anche dal solo punto di vista logico.
Facciamo un semplice esempio.
Sia dato un mazzo (coperto) di carte “francesi” (52 carte: cuori, quadri, fiori, picche).
Ora propongo questa semplicissima “teoria scientifica”:
“la prossima carta che scoprirò, non sarà l’asso di picche”.
Ok, mettiamo la teoria alla prova dell’esperimento!
Scopro la prima carta: 4 di quadri.
Perfetto, è una conferma della mia teoria.
Scopro la seconda carta : 10 di cuori.
Ancora una conferma sperimentale per la teoria…
… scopro la 32sima carta: 7 di fiori.
Ancora una conferma. A questo punto la teoria sembra “solida”: ben 32 conferme sperimentali!
Ma procediamo (e supponiamo che la fortuna ci assista…)
.. scopro la 51sima carta: re di cuori.
Ora abbiamo ben 51 conferme sperimentali, abbiamo raggiunto un massimo di conferme… ma ovviamente (a meno che il mazzo sia truccato!) siamo ad un passo dalla catastrofe. Infatti necessariamente la prossima carta che scoprirò sarà l’asso di picche e la mia teoria miseramente crollerà.
Ripeto, l’esempio senbra banale ma se ne possono fare di più sottili (e logicamente equivalenti!). Tutto l’inizio del ’900 è stato caratterizzato da paradossi logici che misero “alla frusta” sia la Matematica che appunto questa meta-teoria della conferma.
Non è quindi necessariamente vero che una teoria scientifica è tanto più vera quanto più è stata verificata (cioè confermata dall’esperimento).
La scuola di Vienna chiuse metaforicamente i battenti… dalle sue ceneri emerse una meta-teoria diametralmente opposta. La teoria è dovuta a Popper (scomparso da poco), e si può riassumere così:
“una teoria può dirsi scientifica se e solo se è falsificabile”
Cioè il solo requisito di una teoria scientifica è la possibilità che una qualche esperimento dimostri che è sbagliata…
Paradossale!
Lo esprimo in una mia formulazione che mette ancor maggiormente in luce, spero, il paradosso:
a) Una teoria vera può essere falsa
b) Una teoria che non può essere falsa è falsa
Ovviamente ho un pò giocato sull’ambiguità che le parole hanno nel linguaggio comune (e che NON hanno nel linguaggio scientifico…)
Parafrasi di a): una teoria vera, cioè una teoria che può dirsi scientifica, deve, secondo Popper, poter essere, in linea di principio, falsa. Cioè deve esistere un qualche esperimento che se favorevole conferma la teoria (e fin qui niente succede, vedi sopra), ma se sfavorevole DISTRUGGE la teoria ( cioè dimostra che la teoria è falsa).
Per le persone comuni, i non addetti, è difficile apprezzare subito la drasticità di questa posizione:
una teoria solida, ben collaudata nei secoli, che ha avuto miliardi di esperimenti a sua conferma… può crollare (e DEVE crollare) appena UN SOLO esperimento la contraddice!
Sembra stupido: ma come, ho avuto ragione miliardi di volte ed ora per una volta che ho torto sono condannato/a? che giustizia è mai questa?
Ebbene è quello che dovrebbe accadere ed è in effetti accaduto in ambito scientifico! (non sperate però che accada in politica…)
Ma parafrasiamo anche il lato b) di sopra.
Una teoria che non può essere falsa è sicuramente falsa, cioè è una falsa teoria scientifica.
Esistono teorie che non possono essere false ? Certamente si.
Facciamo un esempio:
“La sedia su cui state sedendo ogni volta che non è osservata (vista, fotografata, ripresa da un qualsiasi tipo di sensore…) diventa immediatamente un gatto. Appena osservata ridiventa immediatamente una sedia”
Vi invito a trovare un qualche tipo di esperimento che possa falsificare quanto sopra affermato. Lascio inoltre alla vostra fantasia trovare, anche nella vita comune, altri esempi.
—————–
Conseguenze di quanto sopra:
1. uno scienziato non può occuparsi di tutto (ma solo di ciò che è misurabile);
2. uno scienziato non potrà mai dire: “questo è vero, questo è falso; questo è possibile, questo è impossibile”. O meglio… se lo dice sempre avrà presente, anche se spesso non viene esplicitata, la premessa: “alla luce delle conoscenze attuali”. Cioè uno scienziato sa (o dovrebbe sapere) che la scienza è la terra delle “verità” transitorie… la teoria oggi valida, potrebbe benissimo cadere domani.
Ma questa non è una debolezza, anzi! è la vera forza della scienza…
Altre letture possibili:
* Sarebbe consigliabile leggere gli scritti originali di Galileo. Un buon libro su Galileo:
* A. Frova, M. Marenzana: “Parola di Galileo”, Superbur Saggi, Biblioteca Universale Rizzoli, 1998
* M. Bruschi: “Me(ta)Faust”, Ed. Gli Ennagoni (Acquistabile in rete: qui)
* T.S. Khun: “La struttura delle rivoluzioni scientifiche”, Einaudi, 1970
* J.D. Barrow, La luna nel pozzo cosmico , Biblioteca scientifica V. 20, Adelphi Edizioni
S.P.A. , Milano, 1994.
* P.W. Bridgman: “The nature of Physical theory”, Princeton, 1936
* F. Capra: ” Il Tao della Fisica” , Biblioteca scientifica V. 4, Adelphi Edizioni S.P.A. , Milano,
1982.
* G. Zukav: “La danza dei maestri Wu Li”, Corbaccio, 1995
* Swami Sri Yukteswar: “The holy science”, Self-Realization fellowship, 1977
fonte: http://www.coscienza.org/scienza/teorie.htm
18/01/11
MICHIO KAKU: NOVITA' SCIENTIFICHE SU UFO E ALIENI
La scienza in generale, la fisica e l'astrofisica in particolare hanno fatto notevoli passi in avanti negli ultimi decenni, tanto da mettere in discussione molti dei dogmi ai quali molta parte della comunità è sempre stata affezionata, vuoi per motivi conservatoristici, vuoi per mancanza di immaginazione. Non c'è di che stupirsene: è sempre stato così e così sempre sarà, e parafrasando un noto fisico del passato si può dire che certe nuove teorie seppur corrette, vengono accettate universalmente solo quando la generazione degli oppositori non passa a miglior vita.
E' facile sentirsi rispondere: "la scienza è scienza, non cambia con il passare degli anni, se una teoria era provata e corretta allora, lo è anche oggi". Ecco, niente di più sbagliato. Anche perchè una formula matematica o fisica di per sè è certamente sempre corretta, ma la teoria che da essa può derivare niente affatto. Questo è dovuto al fatto che non è possibile poter vantare la considerazione di tutte le variabili, ma anche solo la totalità dei fattori in gioco, ed inoltre il risultato è talvolta soggetto ad interpretazione. Soprattutto si consideri che esse sono appunto teoria, il cui termine stesso prevede il fatto che non sarà mai cosa certa e mai completamente provata. Ciò non vuol dire che tutte le torie scientifiche sono discutibili, anzi, la maggior parte di esse si basa sull'esperienza, su conferme indirette e su molteplici operazioni di controllo, tanto da apparire considerevolmente affidabili, ma la verità è che la validità di una teoria scientifica è reale fino a quando non si scoprono elementi in disaccordo, o non si trovano interpretazioni migliori, cosa che in genere porta ad un'altra teoria migliore, in sostituzione della vecchia. Ciò accade continuamente soprattutto per quelle sceinze ancora in divenire, come lo studio dei meccanismi dell'universo o la fisica delle particelle, anche per il fatto che gli ambienti d'osservazione dei relativi fenomeni è particolarmente difficile, e di fatto ne ignoriamo del tutto alcuni elementi. Nel secolo scorso si sono susseguite scoperte destabilizzanti per la scienza, come la Relatività e la fisica quantstica, e solo oggi iniziamo ad assaporare i frutti più succosi di tali rivoluzioni epocali. Niente di più facile che in questo approfondire alcune delle teorie più fragili vadano sostituite, o aggirate. Questo in relazione all'esobiologia e all'ufologia è ancora più evidente. Tutti i pregiudizi novecenteschi carichi di arrogante scetticismo nullificatore sono caduti uno ad uno, tanto che oggi uno degli astrofisici più noti e considerati come è Michio Kaku, si permette di parlare di queste cose in termini deltutto possibilisti, dimostrando il cambiamento radicale dell'atteggiamento della vera scienza nei confronti della ricerca della vita aliena, e dell'identificazione di certi fenomeni una volta reputati leggendari, come gli ufo. Eh sì! La velocità della luce non è più un problema e l'acqua è dappertutto nel nostro spicchio di universo: rassegnatevi voi nichilisti fustigatori dell'immaginazione; la scienza non è dalla vostra parte.
07/01/11
05/01/11
INTEGRAZIONE ALIENA
Il problema delle abductions, gli ipotetici rapimenti alieni lamentati da diversi milioni di persone nel mondo è questione assai spinosa e controversa. In effetti ad oggi non abbiamo prove tangibili dell'effettiva realtà di tali manifestazioni, e secondo la maggior parte degli scienziati il fenomeno è da ascriversi ad un processo psicologico complesso, il quale però seppur fittizio lascia nel soggetto che si sente autenticamente "rapito", tutti i residui di un'evento veramente vissuto. Proprio per questo motivo, ovvero poichè gli addotti raccontano quella che per loro è una vera esperienza, se si vuole essere obiettivi non è possibile liquidare esclusivamente la faccenda come pavor nocturnus, paralisi del sonno o schizofrenia. Bisogna in oltre considerare che ci sono alcuni preparatissimi uomini di scienza che invece di ascrivere la cosa a disordini psicologici, dopo aver a lungo approfondito e studiato i rapiti sostengono che il fenomeno è reale ed esiste la fortissima probabilità che una o più razze di alieni interferiscano veramente nelle vite di noi terrestri, tramite elaborate manipolazioni mentali e genetiche. Il fine per il quale questi evoluti esseri extraterrestri trafficherebbero con i nostri simili è ancora dibattuto: in Italia il Prof.Corrado Malanga sostiene che essi bramino le nostre anime per raggiungere una sorta di vita eterna; negli Usa il famosissimo prof. David Jacobs, dopo 38 anni di studi è convinto che invece sia in atto una sorta di invasione silenziosa da parte degli alieni, i quali attraverso la produzione di ibridi starebbero generando una nuova genìa dalle sembianze umane per ottenere progressivamente il controllo del pianeta. Effettivamente una delle strategie più efficaci e pergiunta indolore per colonizzare ed impadronirsi del nostro habitat, sarebbe proprio quello di sostituire la popolazione indigena (noi) con la propria, grazie alla quale poter conquistare e godersi la Terra senza spargimento di sangue, contando su un gruppo di entità biologiche nate con le stesse caratteristiche che permettono a noi umani di poter sopravvivere nelle condizioni chimico-fisiche peculiari del nostro ecosistema. Sarebbe il perfetto cavallo di Troia, un progetto spietato al quale sarebbe praticamente impossibile ribellarsi.
Secondo i racconti degli addotti selezionati da Jacobs la colonizzazione aliena sarebbe iniziata da molto tempo, ma solo nel futuro imminente la cosa raggiungerà il punto di non ritorno, e gli effetti di questa escalation saranno visibili a tutti. Infatti egli sostiene che la produzione di ibridi partoriti da cavie-donna come bambini apparentemente normali, sia in pieno svolgimento, e che essi saranno coloro che condurranno con l'inganno il resto dell'umanità ad una passiva accettazione del programma alieno, suggerendo un futuro migliore e la felicità per ognuno. Come nell'invasione degli ultracorpi chi sarà contaminato inviterà gli atri a non ribellarsi: tutto andrà meglio, non preoccupatevi, è per il vostro bene, etcetera etcetera.
Che dire, Malanga e lo stesso Jacobs sono alquanto pessimisti sul futuro dell'umanità, la quale non sarà in grado di emanciparsi dal controllo mentale e genetico da parte di una civiltà assai superiore tecnologicamente, dalla mire spietate, condizionata in fondo da un freddo, umanissimo e comprensibilissimo calcolo predatorio.
In realtà come detto non esistono prove a sostegno di questa tesi se non le presunte corrispondenze nelle testimonianze dei rapiti e il continuo aumento di ufo nei nostri cieli. A questo proposito è da sottolineare come tutte le più grandi organizzazioni ufologiche tendano a rinnegare e a non voler occuparsi della questione abduction. In effetti non esistono elementi probatori che suggeriscano un evidente correlazione dischi volanti-extraterrestri, e l'unico metodo di estrapolazione dei dati da parte degli studiosi degli addotti sono l'ipnosi e la PNL, tecniche assai produttive ed affascinanti, ma anche scientificamente non affidabili al 100 %, quindi dai risvolti assolutamente soggettivi. Così facendo però, se da un lato l'ufologia classica tende a delegittimare il fenomeno abduction, dall'altro rinuncia ad occuparsene, lasciando in mano agli entusiasti tutto lo sviluppo della teoria.
Personalmente non riesco ad evincere una verosimiglianza: per quanto sia convinto che gli ufo esistano non riesco ad essere sicuro che siano extraterrestri, e forse non ho abbastanza esperienza con i "rapiti" per farmene un'idea realistica, e se non riesco a convincermi seriamente delle loro verità bizzarre non posso neanche liquidare le testimonianze sincere di milioni di persone come baggianate psicoisteriche. Lo scorrere degli eventi indicherà forse chi avrà avuto ragione, ma il punto è questo: se davvero fosse in atto una strategia di controllo extraterrestre e il punto di svolta è già stato superato, se non saremo più che rapidi nell'affrontarlo non c'è speranza di sopravvivenza per il genere umano. Purtroppo però se così è vorrebbe anche dire che le istituzioni sono a fianco degli alieni, e che quindi non è possibile alcuna alternativa, a meno che lo scioglimento del segreto fosse davvero imminente. Vedete voi cosa credere, ma l'esperienza insegna una cosa: per quanto i lupi esistano, sono moltissimi di più coloro che ne gridano la minaccia senza nessun motivo effettivo, distogliendo l'attenzione dalle vere occasioni di pericolo, e se davvero succederà che gli alieni riusciranno a sostituirsi a noi umani sarà esclusivamente colpa nostra. Siamo ambigui ed egoisti, tendenti alla falsità, nonchè debolmente evoluti psicologicamente: non so come la pensiate, ma a mio avviso in un modo o nell'altro se non cambieremo repentinamente la nostra indole, il nostro destino prossimo è segnato comunque.