Image Olivier Morel (WCCSG) Copyright 2009
Ecco l'ennesimo crop circle di quest'anno, sempre in Inghilterra come gli ultimi affascinanti pittogrammi tipo la "medusa". Questa volta l'immagine richiamerebbe "l'aquila zoroastriana", o meglio ancora il ben più comune "uccello di fuoco", entrambi simboli molto importanti e assai diffusi sia nell'iconografia sacra di diverse popolazioni antiche, sia in molte religioni compresa quella cristiana. In fondo si tratta di un simbolo che attraversa tutte le culture e tutte le ere compresa la nostra, in fatti è facile notare l'aquila su moltissime bandiere e vessilli moderni, dal Sud America all'Europa. Nulla di strano quindi, chiunque sia l'autore di tale capolavoro, che l'utilizzo di un immagine altamente suggestiva per l'intera umanità risulti per un crop circle piuttosto evocativa ed azzeccata. Però con buona pace dei maldestri e artisticamente poco dotati schiacciaspighe del CICAP, anche questa volta la realizzazione del pittogramma è davvero complessa e meravigliosa, davvero troppo evoluto nelle sue forme per essere chiamato semplicemente "cerchio", e troppo perfetto nonostante la sua articolazione per essere stato fatto nella notte da un pugno di burloni. Sembra che sia davvero ora di voltare pagina, perchè lo stereotipo classico dei circle makers che in 4 o5 persone in 4/5 ore, con corde e paletti disegnano un paio di stelle e qualche cerchietto è plausibile, ma voler giustificare un' opera simile con questa semplice metodica è impossibile.
Quindi ci potrebbe essere stata una rivoluzione copernicana all'interno dello star system dei cerchiatori, che da gruppetto di ragazzi che compiono un goliardico blitz notturno, hanno scelto di diventare una vera e propria impresa artistica composta da alcune decine di persone, che trovando il modo di non farsi beccare, impiegano diverse ore se non giorni realizzando lavori sempre più complessi ed accurati, con calma e precisione. Ovviamente difficile vederne un tornaconto se non la gloria, e una cosa del genere presupporrebbe per lo meno il benestare del contadino a cui si va a distruggere il campo. Difficile ma non impossibile evidentemente. Oppure qualcuno s'è inventato un modo migliore per profanare le colture che ancora non ci immaginiamo. E anche questo è possibile. Escludendo la follia di chi ancora possa pensare ad un fenomeno naturale, l'ultima ipotesi resta sempre quella aliena. Effettivamente talvolta qualcosa di strano sembra emergere da queste spighe, e in qualche occasione la comparsa del crop circle è stata così improvvisa da risultare spiazzante. Alla fine però anche se fosse davvero una manifestazione non umana, si è talmente giocato sopra tra esagerazioni, mistificazioni, e falsificazioni che come al solito non si può dire nulla di certo, e scientificamente parlando si rischiano solo un sacco di sorrisini a voler insistere. Sembra sempre finiscano così queste cose, come se qualcuno avesse interesse ad inquinarne la purezza, lasciando sia gli uni che gli altri nel torto della fede dogmatica.
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