21/08/10

HESSDALEN: AFFASCINANTE MISTERO PER SCIENZIATI ED UFOLOGI



Hessdalen è una piccola valle situata al centro est della Norvegia, ad una cinquantina di chilometri dal confine svedese, il cui nome è diventato famoso in tutto il mondo per gli enigmatici fenomeni luminosi che da una trentina d'anni compaiono puntualmente in quella zona. Si tratta di uno dei misteri scientifici più affascinante dei nostri tempi, anche perchè a differenza di altri analoghi fenomeni ancora incompresi la cui manifestazione è pressoché imprevedibile, le luci di Hessdalen hanno una frequenza di apparizione costante, cosa che ha permesso centinaia di avvistamenti documentati. Negli anni si sono susseguiti diversi gruppi di studio a vari livelli, dando vita praticamente ad uno stabile progetto di osservazione e di ricerca scientifica internazionale.
Il periodo in cui si verificarono i primi episodi ai quali assistettero eclusivamente gli abitanti della zona, va dal dicembre del 1981 al 1983, con frequenti avvistamenti da parte dei residenti, esterrefatti nel vedere questi globi luminosissimi sorvolare i tetti delle loro case, o ballonzolare indisturbati nella valle tra i boschi, sia in cielo che sulle montagne, di notte e di giorno.
Il campionario peculiare dei fenomeni luminosi testimoniati è abbastanza vario: la maggior parte delle descrizioni racconta di piccoli flash intensissimi di colore bianco o bluastro, nel cielo o a mezz'aria. Si sono viste in oltre luci bianche o giallastre più grandi sorvolare le case, vagare nelle valli o stazionare a terra: alle volte immobili per ore, altre in leggero movimento, talvolta capaci di improvvise e notevoli acellerazioni. Il terzo tipo definito da molti "l'oggetto" consiste in un gruppo di luci disposte "in formazione", in genere composto da tre elementi, due dei quali bianchi o gialli, con un terzo rosso davanti a guidare il "triangolo", avvistato in volo sopra le montagne o alto nel cielo, solitamente in direzione Nord.
In generale la forma e la grandezza delle luci sono diverse, da piccole e tonde come una pallina da ping pong, a più grandi strutture articolate ad "albero di natale", così come ci sono filmati e fotografie di sdoppiamenti e di "sfere" più piccole espulse da luci più grandi. Il colore solitamente varia  per lo più dal bianco, al giallastro, al rosso, ma si sono viste anche luci blu, verdi, cromie cangianti e soggetti multicolore, talvolta dall'aspetto solido, molto spesso pulsanti.
Oltre a questi fenomeni luminosi tipici, sono stati rilevati altri oggetti le cui caratteristiche sono compatibili con le descrizioni classiche solitamente attribuite agli ufo, ovvero si parla di corpi volanti di colore nero, di forma ovale o rettangolare, o più comunemente sigariformi o discoidali.
Per la gente del posto inizialmente la cosa non ha rappresentato un problema, anzi il fenomeno richiamò i primi turisti i quali spesso tornavano a casa soddisfatti per la fortuna di aver assistito a qualcosa di particolare. Con il moltiplicarsi degli episodi il clamore dovuto al susseguirsi degli avvistamenti richiamò l'attenzione delle autorità e dei media, e con il conseguente fiorire di racconti più o meno credibili iniziarono i primi fastidi e nel contempo furono avviate le prime indagini governative e scientifiche, da cui però non sortì alcuna spiegazione plausibile.
Nel 1983 con la diffusione della notizia oltre i confini nazionali aumentarono progressivamente le visite dei curiosi e iniziarono ufficialmente gli studi e le ricerche internazionali, dapprima con il "Project Hessdalen" fondato da alcuni gruppi ufologici scandinavi, e in seguito con veri e propri drappelli di scienziati da tutto il mondo, tra cui diversi italiani.
Ad oggi esistone una manciata di spartane postazioni permanenti per accogliere gli osservatori e sorvegliare il panorama della valle costantemente. Tra le più frequentate c'è quella del "Project Hessdalen" che fino a poco tempo fa era addirittura dotata di una videocamera in funzione 24 ore su 24, per inviare immagini ogni secondo.


 ANALISI
Tecnicamente quelle di Hessdalen appartengono alla categoria dei "Transient Luminous Phenomena in the Athmosphere" (LTPA, Fenomeni Luminosi Transienti in Atmosfera), ma attualmente non esistono spiegazioni scientifiche sulla causa del fenomeno, ma solo delle ipotesi e delle idee sulla loro composizione. Infatti si sospetta che siano delle "bolle di plasma" di origine naturale simili ad esempio a fulmini globulari, ma differenti da tutto ciò che è noto, le cui caratteristiche se interpretate potrebbero rappresentare le basi per delle nuove applicazioni della fisica dei plasmi. A differenza di ciò che conosciamo e sappiamo fare con questo tipo di stato della materia, una manifestazione di origine plasmatica come quella osservata in Norvegia sembra in grado di mantenere una struttura stabile e conservare straordinariamente la sua energia e il suo calore non adiabaticamente, ovvero senza subire l'influenza dell'ambiente esterno, emettendo anche diverse decine di kilowatt di intensità luminosa per tempi prolungati, con relative temperature stimate in alcune migliaia di gradi. Questo è  difficilmente possibile per una normale "plasma ball", a meno di ipotizzare che sia dotata di un intenso campo magnetico (vedi risultati sperimentali ottenuti con il Tokamak) che ne confini il plasma in una struttura molto circoscritta. Ciò potrebbe  accadere se una forza centrale che simula la gravità tendesse a far collassare il plasma, impedendo così che si verifichi la sua normale espansione adiabatica verso l'esterno, la qual cosa infatti porterebbe questo materiale a raffreddarsi rapidamente fino ad estinguersi. Siccome, per una nota legge fisica, le linee di forza del campo magnetico sono sempre "congelate" nella materia (ioni ed elettroni costituenti il plasma, in questo caso), quando essa collassa per qualche ragione, allora il campo magnetico contenutovi viene fortemente amplificato, creando così una specie di "gabbia magnetica" in grado di confinare il plasma.

Come detto al momento si possono fare solo ipotesi per tentare di spiegare questo straordinario meccanismo fisico. Tuttavia le caratteristiche sbalorditive non finiscono qui. Ad esempio si è notato tramite analisi spettrografica, che nonostante il volume della supposta "bolla" possa mutare ingrandendosi, la sua intensità luminosa anziché diminuire drasticamente fino a spegnersi rapidamente come dovrebbe, addirittura può aumentare, mentre si è osservato che la temperatura resta sempre costante. Altrettanto curiosamente capita talvolta che la superficie dell'"oggetto" appaia densa, come se fosse un vero e proprio solido illuminato: ciò potrebbe derivare da un processo termico probabilmente innescato da forti scariche di natura piezoelettrica, in grado di estrarre e di riscaldare particelle di silicio dal terreno, specie se il fenomeno si verifica a contatto con il suolo.

Certo se si volesse vedere la cosa in maniera fantascientifica, data la mancanza di controprove a riguardo e l' apparente solidità, è altresì lecito ipotizzare che non si tratti "solo" di qualche misteriosa manifestazione terrestre, ma che in realtà possa essere un vero e proprio oggetto meccanico di probabile origine esogena, o comunque artificiale. Il chè fra l'altro permetterebbe di spiegare in maniera più prosaica tutte le incongruenze che, relazionando il tutto ad un fenomeno naturale, costringono i fisici a mettere in piedi modelli teorici esplicativi piuttosto complessi.

Insomma un enigma davvero affascinante per uno scienziato, formidabili anomalie indiziarie per un ufologo.
Ricordiamo che non sono pochi gli specialisti che hanno dedicato il loro tempo a questo mistero, e che per valutarne le caratteristiche fisiche sono state raccolte gran quantità di dati numerici, tramite tracciati radar, contatori geiger, spettroscopi, rilevatori IR, fotometria e diversi altri tipi di analisi.
Ad esempio sono state effettuate ricerche anche nei campioni di suolo raccolti in corrispondenza del passaggio del fenomeno, dove si sono notate alcune particolarità. In primis una leggera radioattività, probabilmente dovuta al ritrovamento di silicato di zirconio, "tessuti" silicei probabilmente di origine microfossile, mentre l'aspetto più enigmatico sono le  particelle di ferro viste al microscopio, di forma perfettamente sferoidale, solitamente risconducibili a cadute meteoritiche e piuttosto insolite in natura. La cosa curiosa è che lo stesso tipo di microsfere è già stato rintracciato nelle analisi del terreno raccolto in corrispondenza di alcuni episodi ufologici, ad esempio nell'ex Unione Sovietica, così come ad Hessdalen nei punti precisi in cui il fenomeno si è manifestato..

SITUAZIONE ATTUALE 
Di fronte a questo meraviglioso portento l'unica spiegazione razionale è dunque che si tratti di una manifestazione naturale molto complessa, mai osservata altrove e non ancora compresa, che per qualche ragione si formerebbe spontaneamente nella valle norvegese. Il territorio in questione non è in sè una rarità geologica. Tuttavia esistono svariate e solide ragioni che inducono a pensare che in quell'area il sottosuolo possa essere soggetto a meccanismi innescati dalla compessione dei quarzi, i quali potrebbero sfociare nel fenomeno della piezoelettricità, la cui conduttività potrebbe essere a sua volta amplificata dalla grande quantità di rame e di altri metalli presenti in abbondanza nel sottosuolo. In base a teorie piuttosto consolidate, ciò potrebbe innescare la produzione di globi di plasma.

Sono circa trent'anni che scienziati e non si dedicano allo studio di questi fenomeni, e per ora quello che sappiamo è che tutte le attrezzature che sono state rese disponibili non bastano a risolverne l'enigma.
Se qualcosa si è capito però è merito del difficile lavoro e dei lunghissimi appostamenti degli scienziati e degli appassionati, che quand'anche ufologi, sono spesso accompaganti da tecnici qualificati e dotati di apparecchiature scientifiche, i cui risultati sono sempre analizzati presso laboratori specializzati e facoltà universitarie sparse in tutta Europa. Sarà che Hessdalen è un posto piuttosto impervio e isolato, ma pur essendo potenzialmente un forte richiamo per ogni genere di ciarpame pseudoscientifico, per ora la maggior parte dei gruppi di lavoro susseguitisi sono sempre stati della massima serietà, pur non essendo raro il turismo ufologico.
Uno degli scienziati che da anni studia la questione approfonditamente è Massimo Teodorani, astrofisico italiano specializzato tra le altre cose nella ricerca della fisica dei plasmi, il quale recentemente insieme all'On. Borghezio ha formalizzato una richiesta al Parlamento Europeo affinché si declassifichino i documenti relativi agli ufo, organizzando un centro comunitario di studio e di raccolta dati, relativo ai fenomeni aerei sconosciuti (UAP).
Nonostante la facile disinformazione che si è abbattuta su tale richiesta e le possibili strumentalizzazioni sempre dietro l'angolo, questa proposta non ha come fine l'intercettamento dei dischi volanti, ma uno studio esclusivamente scientifico utile alla comprensione e alla valorizzazione di quei dati in possesso dei governi, che ad esempio darebbero la possibilità agli scienziati di sfruttare le fonti di energia alternativa che potrebbero nascondersi dietro a taluni fenomeni aerei ancora sconosciuti. Infatti uno degli obiettivi possibili potrebbe essere certamente ottenere l'accesso a quelle attrezzature indispensabili per la comprensione ulteriore e per l'eventuale manipolazione di energie potenzialmente formidabili, come quelle che si manifestano ad Hessdalen.

UFOLOGI
Ovviamente non pochi appassionati e ricercatori ufo si sono applicati allo studio di queste luci misteriose, anche perché ci sono numerosi elementi comprovati la cui stranezza richiamerebbe più ad un'interpretazione ufologica che ad una prettamente scientifica: innanzitutto come detto alcuni dei fenomeni sono stati chiaramente descritti come aeromobili od oggetti dall'apparenza solida, dalle caratteristiche insolite. Quindi non solo luci (che qualcuno si ostina a ricondurre ad aerei o a fari di automobili). Inoltre si è notato come la presenza di questi "globi luminosi" spesso avesse delle ripercussioni sulle apparecchiature elettriche, come videocamere, contatori geiger, e altri strumenti simili, che nel momento dell'apparizione smetterebbero di funzionare per ripartire quando il fenomeno cessa, come nella più classica fenomenologia ufologica. Numerosi sono i racconti in cui è sembrato che i globi evitassero certi tipi di riprese, riuscendo a sparire o a manomettere gli apparecchi di registrazione quando troppo vicini. In oltre ci sono esperimenti in cui si è documentata una certa interazione con gli osservatori, come quello del "Project Hessdalen" del 12 febbraio 1984 in cui 8 "reazioni"  furono ottenute in seguito a 9 puntamenti diretti con un laser. La "Ball of light" come "risposta" allo stimolo cambiò frequenza di pulsazione. In sporadici casi si è sfiorato addirittura una sorta di contatto fisico, come quando il giorno dopo all'esperimento col laser, una luce simile di piccole dimensioni si avvicinò fin quasi a toccare un osservatore, girandogli intorno: alcuni ovviamente interpretando il fatto vollero vedere una manifestazione di una certa "intelligenza". In entrambi questi casi però non furono seguiti particolari protocolli metodologici, per cui sono fatti ed ipotesi di nessun valore scientifico, così come i racconti di alcuni testimoni nei quali si afferma che le luci avrebbero cambiato direzione o seguito percorsi precisi, in seguito a istruzioni mentalmente richieste.
In fine un'altra curiosa interazione riscontrata da diversi testimoni, che secondo gli scienziati avrebbe una semplice spiegazione naturale, consiste in una percezione di basse frequenze e di una misteriosa sensazione fisica collegata: infatti durante alcune manifestazioni gli osservatori asseriscono di aver provato una sorta di vibrazione ondulatoria, un galleggiamento, come se cullati su una barca in balia delle onde.

In conclusione il fenomeno Hessdalen è qualcosa di davvero meraviglioso. Se da un lato è un enigma ed una miniera di possibili informazioni inimmaginabili per fisici e astrofisici, dall'altro è una fonte inesauribile di avvistamenti e fenomeni stravaganti che interessano gli ufologi e i meno scettici. L'unico rischio è che quest'ultima categoria per eccesso di entusiasmo e carenza di scientificità, inquini il difficile lavoro degli scienziati tirando conclusioni affrettate o travisando i risultati dei tecnici, attirando critiche pericolose su chi invece da anni pregevolmente e seriamente porta avanti la ricerca. In Norvegia fa freddo, gli inverni sono lunghissimi e spesso si lavora all'aperto in condizioni difficili e dispendiose, se non proibitive. Nonostante questo si è compresa l'importanza epocale dello studio di questi fenomeni, che come per miracolo invece di essere sfuggenti e rari, sono lì alla portatata di chiunque intenda cercare di comprenderli, e se i fondi non mancheranno i risultati potrebbero essere epocali.
Al momento molto si è capito, ma niente si è concluso. Soprattutto nulla si è escluso. Gli scienziati anche volendo, non potrebbero mai incoraggiare l'ipotesi di un fenomeno non naturale, ma gli ufologi seppur senza prove decisive possono benissimo pensarla diversamente. Che siano di questa terra o no, qualsiasi cosa siano le luci di Hessdalen sono qui, ora, e per fortuna non ci si sta lasciando scappare l'occasione per studiarle seriamente. Pur essendo qualcosa di molto strano non sono state ignorate per quell'alone ambiguo di favolosa leggenda, che troppe volte ha impedito agli scienziati di prendere sul serio taluni fenomeni, come ad esempio è successo in parte per la questione ufo, che dopo tanto prezioso tempo perso, solo oggi dopo sessant'anni, sembra iniziare ad ottenere l'attenzione che merita.
Ma questa è un'altra storia.

FONTI:
-Project Hessdalen.
-Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen (CIPH).
-A long-term scientific survey of the Hessdale phenomenon.

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