Siccome da domani 10 aprile, la Sindone sarà esposta per alcune settimane, fino al 23 maggio, colgo l'occasione per condividere alcuni spunti ulteriori, rispetto al post precedentemente comparso su questo blog: "Sindone: le bugie del CICAP", sul lenzuolo conservato a Torino. Come molti sapranno non esiste una verità scientifica, per ora, che possa catalogare l'artefatto sindonico nella categoria del "manufatto artistico", e tanto meno esiste un metodo attendibile per valutarne l'età, o teorie inattaccabili per spiegare le peculiarità uniche delle tracce del corpo del suppliziato impresse sul lino. Insomma la Sindone resta un mistero assoluto, ancor più affascinante poichè secondo recenti analisi si è stabilito che l'evento che produsse l'immagine dell'uomo sindonico sul telo, oltre ad essere qualcosa di incredibilmente potente, avvenne presumibilmente da 36 a 48 ore dopo la morte del crocifisso.
In somma un'altro indizio ricostruibile solo dall'uomo tecnologico che richiama alla storia dei Vangeli, e che nel contempo allontana ulteriormente (se ce ne fosse ancora bisogno) la tesi che vorrebbe la Sindone un manufatto reliquiario medievale.
Insomma niente per adesso impedisce ai credenti di ritenere la sua formazione un prodigio divino, la prova del miracolo della Resurrezione.
Un altro aspetto emerso di recente, è relativo alla posizione del cadavere ospitato per quei due giorni dal sudario. E' stato osservato che anche questa caratteristica è compatibile con quella reale derivante dalla posizione di rigor mortis tipica della morte in croce, ovvero con il capo e le spalle leggermente inclinati verso il basso, le gambe lievemente piegate ed i piedi allungati in avanti.
Ora, per spiegare la corrispondenza totale con tutte le caratteristiche fisiche della Passione di Cristo riscontrate scientificamente sulla Sindone, e se a tutti i costi volessimo ignorare gran parte dei fatti ed ostinarci a ricostruire un'eventuale origine medievale, l'unica ipotesi realistica resta la più raccapricciante. Infatti a questo punto l'unica via che avrebbe potuto percorrere il geniale falsificatore per ricostruire meticolosamente il lenzuolo funerario di Gesù Cristo, sarebbe stata quella di utilizzare un uomo in carne ed ossa e di sottoporlo, uno ad uno, ai tremendi supplizi patiti dal Figlio di Dio fino ad ucciderlo, mettendolo in croce.
Davvero un'ipotesi sinistra quanto inverosimile.
Il tutto senza considerare la lungimirante scelta del tessuto, il quale oltre ad essere identico a quello in uso nel primo secolo in Terra Santa, avrebbe dovuto in qualche modo essere cosparso dei pollini che in antichità permeavano quella zona o in alternativa avrebbe dovuto sceglierne uno antico di milletrecento anni facendolo pervenire dai dintorni di Gerusalemme (infatti sulla Sindone sono stati trovati pollini tipici della Palestina, caratteristici del periodo storico concomitante a quello della vita di Gesù).
Nell'immaginare tale ipotesi, è inutile sottolineare quanto il rasoio della logica della semplicità porti ad escludere tale laboriosa e macabra ricostruzione, preferendole di gran lunga una raffigurazione più semplice nella fattura ma altrettanto evocativa nella forma. La reliquia sarebbe stata lo stesso d'effetto, anzi, magari sarebbe potuta apparire molto più significativa, se meglio dipinta, la quale non avrebbe di certo destato nessun sospetto e sarebbe senz'altro bastata al semplice sguardo del fedele medievale. Difficile in vero ipotizzare tanta cura per i posteri, ignorando che un giorno i cristiani avrebbero avuto a disposizione microscopi a scansione elettronica per testarne l'autenticità.
In oltre per quanto si possa ipotizzare per assurdo l'interesse dell'artista ad ottenere l'effetto vedo/non vedo, resta comunque la grande incognita sulla tecnica usata per produrre l'immagine in quel modo atipico, tale per cui al di sotto del sangue non vi è l'impronta del corpo, ma soprattutto concepita in modo tale che non riporti la caratteristica traccia distorta, tipica della formazione per contatto, ma presenti la figura umana "in proiezione" praticamente per ascesa.
In ultimo, particolare davvero bizzarro, nella sua immaginifica resa della resurrezione, l'ipotetico falsario avrebbe ideato una peculiare stratificazione delle fibre per la sua Sindone, le quali mostrano l'immagine del corpo sui due strati esterni del lenzuolo, ma non in quelli interni (dove invece è presente il sangue, poichè assorbito normalmente).
Ammettiamo una scomoda realtà: se non fosse per quello sciagurato test del Carbonio14 effettuato qualche anno fa, che indusse in errore un'intera generazione di sindonologi suggerendo una datazione medievale del lenzuolo, nessuno, nemmeno lo scettico più miope, avrebbe ancora il coraggio di sostenere l'improbabile tesi del manufatto.
E' oggettivamente contro ogni logica sensata perdurare in questa ipotesi, a maggior ragione oggi, dal momento che il famoso test è stato del tutto invalidato, e non solo per le effettive lacune metodologiche. Infatti la Sindone ha subito diversi tipi di contaminazioni durante le sue peregrinazioni, come ad esempio durante l'incendio del 1532 o le continue ostensioni in luoghi fumosi come chiese e cattedrali (si pensi anche solo al possibile carbonio assorbito dal fiato umano dei fedeli in adorazione) ed inoltre risulta incalcolabile il grado di compromissione chimica accumulato durante i misteriosi primi secoli della sua esistenza, non potendo conoscere con certezza i metodi scelti per la sua conservazione o per il suo restauro.
In merito alla possibile datazione dunque, tutto questo probabilmente sarebbe già troppo per un reperto organico adatto alla datazione con il metodo del radiocarbonio, contando poi che è universalmente noto, quanto la stessa tecnica d'indagine sia del tutto inadeguata per valutare reperti così recenti, non rimane altro da fare che escludere il risultato improprio di questa valutazione e cercarne un altro che possa, scientificamente, datare con maggiore pertinenza l'artefatto sindonico.
Tra l'altro un ulteriore elemento che invalida del tutto il risultato del famoso test, è la pessima scelta del lembo di lenzuolo prelevato dalla Sindone. Infatti lo stesso Ray Rogers, esperto scettico impenitente, accanito sostenitore del risultato del test, dovette in fin di vita ricredersi, notando che nel rimasuglio di tessuto avanzato dalla campionatura del telo, era effettivamente presente del cotone. Questa era la prova che la Sindone nel corso dei secoli (probabilmente in seguito a delle lacerazioni) era stata "rattoppata" e in qualche modo sapientemente camuffata per apparire intatta ad occhio nudo, come sostenuto precedentemente da due dilettanti investigatori sindonici, Benford e Marino.
Ovviamente i lembi di tessuto sezionati, appartenevano proprio a quel piccolo settore del grande telo, restaurato col cotone, probabilmente risalente al XVI secolo.
Quando la sfortuna ci si mette...
Comunque sono ben pochi i sostenitori della tesi medievalista che non fanno mistero di tale errore, compresi quelli del CICAP, che continuano tranquillamente a sostenere la loro incoerente tesi, seppur inattendibile dal punto di vista scientifico.
A proposito del Comitato controllore del Paranormale, qualche mese è passato dal tentativo di Garlaschelli, (uomo della parrocchia di Piero Angela), il quale ha il torto di avere avuto il cattivo gusto scientifico, di sostenere di aver riprodotto la Sindone con metodi medievali.
Ad oggi NESSUNO è riuscito a riprodurre, neanche lontanamente, un'immagine simile del "sacro lenzuolo". Quella di Garlaschelli è un'imitazione grottesca, un dipinto chimico con tecniche medievali che nulla ha a che vedere con la vera Sindone, specialmente nelle sue portentose caratteristiche peculiari.
Ma tanta applicazione non risulta un inutile esercizio di stile. Seppur nelle intenzioni abbia voluto dimostrare come sarebbe stato possibile per un artista medievale produrre" l'effetto Sindone", ha in realtà dato un elemento su cui riflettere di opposto significato. Quello di Garlaschelli infatti mostra implicitamente proprio cosa non è il lenzuolo di Torino, ovvero un manufatto medievale, poichè per assurdo il valore che ha, è proprio quello di dirci come sarebbe stato l'artefatto sindonico se in effetti fosse stato fatto in quel periodo.
Spero che chiunque abbia investito la propria credibilità sindonologica in tale esperimento, abbia il senso dell'umorismo.
Comunque volendo per forza effettuare nuovamente il test del Carbonio 14, ci sarebbero dei campioni perfetti a disposizione, poichè già asportati dalla Sindone.
In effetti durante una delle ultime operazioni di restauro, dovrebbero essere stati eliminati i lembi di telo carbonizzati nell'incendio di Chambery del XVI secolo, e siccome di un oggetto così prezioso non si butta via niente, dovrebbero essere stati meticolosamente conservati.
Ad oggi il lenzuolo è stato irrimediabilmente contaminato con il Timolo, un antiparassitario usato per proteggere la custodia sindonica, per di più la Chiesa ha decretato temporaneamente la fine degli esperimenti.
Restano però quei pezzi carbonizzati di lino, i quali senza intaccare nuovamente la Sindone potrebbero essere usati per il test, poichè secondo alcuni scienziati da questi (e solo da questi) si potrebbero ancora separare le molecole di Carbonio originale, da quelle derivanti dalla contaminazione del Timolo.
In conclusione sono molte le cose che si sono desunte da questo reperto archeologico, specialmente in questi ultimi quaranta anni, le quali se ci hanno detto moltissime cose sulla sua natura fisica, non hanno portato però a nessuna conclusione esaustiva per la sua comprensione. Essa ci è stata tramandata così, e così è rimasta: un enigma il cui segreto resta inattaccabile quanto inconcepibile, per gli occhi e le tecniche dell'uomo, attraverso i secoli.
Le ultime ipotesi "scientifiche" parlano di una forza necessaria pari ad un'esplosione nucleare, o ad un fulmine, per tentare di dare una spiegazione alla straordinaria formazione di tale immagine.
Siamo davvero alle soglie del miracoloso.
A guardare bene però, il vero miracolo sarebbe scoprire che la Sindone è davvero un manufatto medievale. Se così fosse infatti, vorrebbe dire che un genio nel XIV secolo è riuscito ad inventare un metodo per realizzare qualcosa che l'uomo tecnologico contemporaneo non è in grado di spiegare, tanto meno di replicare, nonostante tutta la sua scienza.
Tra questo e la Resurrezione quale sarebbe dunque il vero miracolo?
La Sindone, di là dagli scettici in servizio permanente effettivo, trova conferma della sua genuinità storica - 30 anno dopo Cristo, più o meno, in quel di Palestina - proprio grazie alla scienza. La fede non ha bisogno di conferme, si sente, si sa che quel lino ha avvolto Cristo. La scienza, comunque, alla fine ci viene pure in aiuto a datarla e a darne conferma della sua eccezionalità e singolarità. Basti dire che non vi sono strisciate di trasporto del corpo, di traslazione, per indurre a pensare che quel corpo sia levitato in verticale in modo ultraumano.
RispondiEliminaAngelo Ciccarella
se le analisi hanno confermato che la sindone è stata fabbricata attorno al 1300, mi chiedo quale mistero ci sia.
RispondiEliminahttp://bufole.blogspot.com/2008/01/sindone-giallo-senza-et.html
il mistero è poter dire una cosa così:
RispondiEliminacit:
"se le analisi hanno confermato che la sindone è stata fabbricata attorno al 1300, mi chiedo quale mistero ci sia."
se prima di commentare hai letto davvero l'articolo.
ti consiglio vivamente di approfondire prima di giudicare qualcosa, e non solo sul mio blog, perchè sulla Sindone e i suoi complessi e irrisolti misteri si sono scritti decine di libri.
@ Skure
RispondiEliminatra l'altro l'articolo che citi è vecchiotto. Nel frattempo sono uscite la tesi della dottoressa Frale,
e diverse confutazioni dell'esame al Carbonio 14-.
Ripeto se leggi almeno il mio articolo, qualcosa per capirne di più, e avere meno certezze, lo troverai.
ognuno può "credere" a quello che vuole, e per inciso, ad un credente di fede cattolica, che la sindone si vera o falsa non importa molto, continuerà a credere in Dio anche davanti ad un falso creato da uomini.
RispondiEliminaPensare che la fede cattolica abbia bisogno di "idoli" da venerare è esattamente contrario a tutte le dottrine cattoliche, tra l' altro.
Sarà un caso che a Rebus (trasmissione notoriamente ed ampiamente "possibilista" sui misteri) abbiano invitato alcuni tra i più eminenti "sindonisti", ma che nessuno di loro abbia accettato di partecipare alla trasmissione?
E non diciamo che "erano impegnati"...
La confutazione ulteriore della datazione al carbonio taglia decisamente la testa al toro, sono state riconfermate le analisi che collocano la fabbricazione 1300 anni dopo la morte (presunta) del cristo.
E permettimi di dire che è inutile sgattaiolare con scuse o imperativi (dei sindonisti).
Prove fisiche, che i sindonisti NON hanno (oltre ad affermazioni improbabili e gratuite ancora da provare)
@ Skure
RispondiEliminaChe io sappia non hanno effettuato altre analisi, a parte quella del carbonio, invalidata (come scritto nel mio post) soprattutto dalla pessima scelta del campione.
Non ho capito a cosa ti riferisci per concludere che la sindone sia del 1300, ma ricorda: il test del carbonio ha valore uguale a ZERO.
Anzi tutti gli elementi corollari della sindone parlano di primo secolo, non di 1300.
Dimmi quello che sai, perchè grazie a te allora rivoluzioniamo 130 anni di studi sindonologi.;D
Chi sostiene di aver prove che collocherebbero l'artefatto nel medioevo dice balle.
Poi si può pensare in un modo o nell'altro, ma le prove, ripeto indicano tutte una età di 2000 anni.
Per quanto riguarda Rebus, non so dove hai preso l'informazione, magari l'avranno snobbato, percghè ti assicuro che la posizione del "credente" o comunque quella di chi ritiene la sindone non medievale, è molto comoda, perchè ha numerosissime frecce al proprio arco.
Vuoi un consiglio?
Studia di più e sentenzia di meno, e cerca di levarti un po' di prosciutto e altrettanti pregiudizi, se ti interessa la conoscenza.
Poi se vuoi possiamo parlare dei particolari, ma tocca a te porre i quesiti.
IO ho già scritto abbastanza, ma rispondo SEMPRE volentieri.
@ skure
RispondiEliminaRileggendo il tuo commento mi chiedo:
cit:
"La confutazione ulteriore della datazione al carbonio taglia decisamente la testa al toro, sono state riconfermate le analisi che collocano la fabbricazione 1300 anni dopo la morte (presunta) del cristo."
-o ti sei sbagliato a scrivere, o non hai bene idea di cosa vuol dire "confutare", e allora le tue idee si commentano da sole.
Prove fisiche, dell'età bimillenaria della sindone ce n'è a manciate.
come sopra: studia