08/02/10

AUTISMO, GENIO, E PARANORMALE


Ricordate "Rain Man"? Il film con Tom Cruise dove Dustin Hoffman era un uomo autistico, che grazie al dono geniale del savant, riusciva a calcolare istantaneamente il numero di un mucchio di stuzzicadenti rovesciato sul tavolo, o a contare le carte al tavolo del Black Jack facendo arricchire suo fratello Tom? Beh, è tutto vero: non la storia del film, ma l'idea che ci sta dietro. Chiaro non scopriamo l'acqua calda, si sa che esistono persone così, da un lato prive delle caratteristiche classiche delle persone "normali", dall'altro capaci di cose straordinarie, ma forse non avete ancora bene idea di quanto possano essere superiori le menti dei "Savant", ovvero dei "saggi", come li chiamano i neurobiologi. Infatti se una volta venivano rinchiusi e nascosti come dei dementi disabili, oggi sono l'oggetto bulimico della fame scientifica di molte dei ricercatori che studiano il funzionamento del cervello e del suo potenziale; oltre a diventare delle vere e proprie star che si esibiscono in giro per il mondo, sono talvolta incoraggiati a coltivare il loro talento sia per l'effettivo vantaggio comune che ne consegue sia per aiutare le scienze che tentano di scoprirne il segreto. Dunque alcune tra le persone affette da autismo o dalla sindrome d'Asperger, una piccola percentuale in vero, ha delle doti strabilianti che riguardano il calcolo matematico, la memoria nozionistica e fotografica, la composizione musicale, la progettazione, e altre particolari qualità intellettive. Si tratta davvero di prestazioni ben al di là del limite della normalità, che se non fosse per l'abitudine allo sconcerto degli scienziati che li studiano, le loro peculiarità sarebbero in tutto e per tutto definibili para-normali, poichè sono così oltre il confine del normalmente immaginabile per l'uomo comune, che riescono a fare impallidire anche il genio più speciale. Come chiamereste voi l'abilità di Daniel Tammet di calcolare a mente in pochi secondi, risultati di operazioni complesse che raggiungono 30, 40, 50, 100, cifre o una sfilza impressionante di numeri decimali dopo lo zero? Oppure quella di S. Wiltshire che dopo aver guardato qualche minuto in elicottero Roma dall'alto, con un pennarello e un foglio di carta di 5 metri, riesce a riprodurne l'intera visuale perfettamente, in prospettiva, edificio per edificio, con tanto di numero di finestre, colonne, particolari infinitesimali esatti, disegnando per 3 gorni, senza poter riguardare mai alcuna immagine della città, se non ripercorrendo nella propria mente l'occhiata data giorni prima? E Kim Peek (foto), personaggio reale a cui si ispirò il film Rain Man, (purtroppo mancato di recente) che conosceva diversi elenchi del telefono a memoria (mica quelli scarni delle nostre province, ma quelli voluminosi delle metropoli americane), più dozzine di libri ed enciclopedie, lettera per lettera, consultabile in qualsiasi punto e in qualsiasi istante? In somma sono dei veri e propri hard disck ambulanti, più veloci dei computers, più abili e rapidi nel calcolo di qualunque genio dell'astrofisica (senza calcolatrice), e più precoci e creativi di qualsiasi énfant prodige della musica: sono mostruosamente al di là di ogni comprensibile benchè geniale normalità intellettiva, nel loro campo, ma terribilmente carenti ahimè nelle più utili caratterirstiche che rendono un essere umano autosufficiente, come parlare, legarsi le scarpe o tutte quelle piccole cose che per gli altri, i normali, sono semplicemente scontate; purtroppo sono quasi sempre incapaci di condurre una vita normale e autonoma, ed è facile che a tratti cadano nel buio più totale della malattia mentale, con crisi e disabilità estenuanti, sia per loro che per chi gli sta accanto. Comunque i pochi fortunati autentici savant per lo più tentano di condurre una vita il più normale possibile, e il socializzare e la gratificante ammirazione degli altri li rende felici, oltre che aiutare notevolmente il loro adattamento alla routine quotidiana considerata normale dal resto della società. L'amore che danno e quello che chiamano a sè con la loro speciale condizione, è fuori discussione: ma è facilmente immaginabile la fatica come la soddisfazione di stare vicino a persone così fuori dal comune, a tutti i livelli. Comunque il loro dono è qualcosa che ci porta nel campo dell'impossibile, perchè se ora sappiamo cos'è, e da che cosa è generata tale prodigiosa capacità, non sappiamo ancora comprenderne il meccanismo. Nè è possibile replicarlo in laboratorio, se non approssimativamente. Infatti, in definitiva sembra che alla fine sia uno sfruttamento super-normale di alcune zone del cervello, un utilizzo esponenziale delle abilità che forse tutti abbiamo, ma che nessuno riesce ad eguagliare o a sviluppare volontariamente. Infatti il lobo sinistro normalmente prende il sopravvento sul destro, impedendogli una scriteriata accumulazione di dati; nel caso dei savant, o in seguito ad un trauma celebrale, il lobo destro, quello creativo e istintivo, si emancipa dal controllo del sinistro e si concede massima libertà di manovra. Il risultato è proprio questa imprevedibile, portentosa anomalia. Nessuno sa che cosa sia in grado di fare il nostro computer naturale, fino a dove si può spingere, ma se è in grado di tali prodigi perchè non dovrebbe essere in grado di farne altri, come la telepatia, le telecinesi, la preveggenza e via di seguito? Non è forse considerato normalmente impossibile calcolare certi numeri o ricordare una quantità infinita di dati? In fondo tutte queste meravigliose possibilità sono oggettivamente organiche, e la realtà sperimentale ci dice chealcune persone hanno dei doni, e che noi come esseri umani abbiamo potenzialmente dei super poteri che per fortuna o per sfortuna non sappiamo utilizzare. Incredibilmente però il savant è di per sè "minorato", nel senso che la sua capacità straordinaria deriva da qualcosa che ha in meno, dicono i neurobiologi, non in più. Tecnicamente e genericamente si sospetta sia un difetto la minor prevaricazione del lobo sinistro del cervello (dovuto a traumi o a misteriose compromissioni dell'encefalo), o comunque è considerato preferibile che  il censore e l'elaboratore, prevalga sulla fantasia, l'intuito, la metafisica della nostra biologia. Tutto sembra che scaturisca dalla inconscia possibilità di rinunciare a determinate capacità, quelle che danno adito ad una semplificazine della vita ed una maggiore adattabilità all'ambiente circostante, per dedicare spazio ed energia alla natura ribelle e creativa del nostro io: infatti anche nei pochi esperimenti documentati in cui si sono registrati i poteri "esp" o "paranormali", il fenomeno era determinato dal lato inconscio del soggetto. Numerosi sono addirittura i risultati ottenuti con soggetti addormentati, ad esempio. Quello che i savant ottengono in specialità, dall'altra perdono in adattabilità, ed anche se riescono a superare le capacità dell'essere umano, dall'altra non riuscirebbero a sopravvivere, senza un aiuto. E' questo il vero limite. Tornando alla genialità, le ricerche portano a presumere che praticamente tutti i grandi geni del passato, come Newton, Mozart, Einstein, Wittgenstain, Glenn Gould, e tanti altri, fossero tutti, chi più chi meno, toccati per lo meno dalla sindrome di Asperger. Davvero non è possibile essere veri super uomini senza essere in qualche modo disadattati o minorati? E se questa fosse una forma primitiva, una rincorsa verso ciò che è invece nel dna dello sviluppo futuro della psiche umana? Magari evolvendoci come specie, il nostro istinto sta mettendo le basi per un salto qualitativo di utilizzo intellettivo, slegandosi gradualmente dalle caratteristiche essenzialmente primitive e triviali, necessarie all'esclusivo sostentamento biologico. Il fatto che fino ad oggi il cervello sembri aver scelto la strada dell'adattamento e della semplificazione, potrebbe significare che il fine  sia il non essere più così costretto a doverne dipendere per sopravvivere, potendo finalmente liberare le infinite e "super anormali" capacità del nostro potenziale inconscio. Per me resta affascinate che i savant siano la testimonianza vivente che l'impossibile esiste, e stabilire che proprio persone considerate mentalmente deficitarie siano i depositari di super poteri reali, esalta lo stridente contrasto filosofico tra la loro sapienza innata e quella della conoscienza acquisita, di come l'arroganza della cono-scienza ortodossa lasci spesso per strada gli elementi più straordinari, per rivolgere la propria attenzione all'elogio maniacale della normalità. Tutto della scienza moderna sembra voler fare del meraviglioso una spiegabile verità, banale, e maneggiabile, rinunciando piuttosto che accettare la sfida, persino alla possibilità che siano percorribili certe strade, quelle che dall'umanita condurrebbero ad una certa trascendenza. In un certo senso è la metaforica trasmutazione del piombo in oro. La meraviglia esiste dovunque la si vede, o meglio ovunque la si sappia vedere: questo è il savant, che non per scelta ma per una strana sorte riesce ad insegnare l' "alternativa", a dimostrare che la possiblità che il miracoloso esista e faccia parte delle nostre facoltà, diventi cosa reale, in fondo "normale". Il savant è davvero caso eccezionale, ma soprattutto è nella sua duale incarnazione di opposti, universale: meraviglioso, irridendo metaforicamente i normali nel non curarsi affatto della propria magia, consegnando in vero e giustamente, il peso della propria superiorità a chi superiore a ha sempre preteso di essere.
Qui il sito per lo studio dei savant presso la Wisconsin University, dove poter ammirare la loro genialità.

1 commento:

  1. A mio parere, il fenomeno dei cosidetti Savant, si basa proprio, come giustamente riportato nell'articolo, sullo sfruttamento iperbolico di certe zone dl cervello, a discapito di altre. Infatti, coloro che eseguono mirabilanti calcoli, o come nel caso di quella ragazza che riesce a disegnarefin nei minimi dettagli intere zone di Roma dopo averle viste solo una volta da un aereo o da un elicottero, non sono affatto capaci, o lo sono solo in parte, di effettuare le normali operazioni che ognuno di noi riesce ad eseguire, come appunto allacciarsi le scarpe, prendere da soli n autobus, mangiare, e così via. In altre parole, esssi sfruttano solo una parte del loro cervello.

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